L’arte come essenza di vita, come impulso irrefrenabile che nasce con l’artista e l’accompagna in ogni momento della sua esistenza. Questo è il cuore dell’arte di Aurelia Nudda, pittrice e scultrice sarda dalla personalità e dallo stile unici. Le sue opere, profondamente legate alle tradizioni della sua terra, esaltano la figura femminile con un’intensità che oscilla tra forza e fragilità, tra passato e modernità. Questa intervista ci racconta il percorso artistico dell’artista sarda, il legame indissolubile con la Sardegna e le emozioni provate nel vedere esposte le sue opere a livello internazionale. Un viaggio tra colori, forme e passione, alla scoperta di un’artista che non ha mai smesso di seguire le sue passioni e i suoi sogni.
L’intervista
Arstorica – Buongiorno Aurelia, piacere di conoscerla, quando ha scoperto la sua passione per l’arte?
Aurelia Nudda – Buongiorno, sono molto felice e vi ringrazio per questo invito. La mia passione per l’arte è nata esattamente il 2 giugno del 1979, il giorno in cui io sono nata e per meglio definirla è una ragione di vita per me. Non credo nelle cose che arrivano così all’improvviso e un bel giorno uno si risveglia artista e lo stesso equivale per la danza e per la musica.
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Ci può parlare della sua formazione accademica? Come quest’ultima ha influenzato il suo modo di dipingere?
Da sempre un amore infinito mi lega all’arte. Amo indistintamente la scultura e la pittura, ho bisogno di entrambe per esprimermi, per togliere fuori ciò che ho dentro, con entrambe cerco di dare il meglio di me stessa.
Ho sempre avuto un mio segno preciso non ho mai cercato di emulare nessuno poiché la trovo una cosa priva di anima. Non ho mai nemmeno cercato di fare qualcosa di commerciale per avere la certezza di piacere ad un pubblico più ampio. Potevo piacere, perché a quel determinato pubblico, ho fatto, faccio e sempre farò quello che sento di fare…quello che la mia mente il mio cuore e le mie mani mi portano a fare. Gli anni dell’accademia sono stati meravigliosi, li rifarei mille altre volte anzi me li vivrei ancora più intensamente, ma influenzata da qualcuno no, ho sempre cercato di avere una mia identità ben precisa.
Le sue opere mettono spesso al centro la figura femminile e la tradizione sarda. Ci parla del legame con la sua terra e come le tradizioni della sua regione influenzano il suo modo di dipingere?
La donna è stata sempre al centro delle mie opere, è stato quasi sempre il soggetto principale, non lo so perché, lo faccio istintivamente, non lo studio a tavolino, la donna ha una forza grandiosa e vorrei che mai nessuna venisse sottomessa. Tutti i giorni siamo tempestati da queste terribili notizie: donne che vengono violentate, ammazzate, picchiate. Spesso quindi rappresento la donna vincitrice, forte oppure nella sua totale fragilità e debolezza.
Il legame con le tradizioni è fortissimo, quindi riporto sulle mie opere questo filo indelebile, con uno stile rivisitato in chiave moderna ma comunque con uno stile figurativo che oscilla fra il barocco, il realismo e l’espressionismo. Mi piace tanto soffermarmi sul dettaglio cercando la perfezione, ma non sempre, allo stesso tempo agisco anche molto di getto con delle pennellate corpose, veloci e passionali.
Diritti di copyright di Aurelia Nudda
C’è stato qualche punto di riferimento nel corso della sua carriera che ritiene fondamentale?
Ho un ricordo meraviglioso di quand’ero bambina: andavo alla scuola elementare (allora si andava a piedi) mentre rientravo a casa in una piazza vidi una donna dipingere, era Liliana Cano, grande pittrice sarda. Io rimasi incantata e così tutti i giorni a seguire, durante il mio percorso, facevo una sosta per osservarla e rimanevo veramente estasiata e incantata vedendo questa donna dipingere, me la ricordo seduta su una sedia che dipingeva, per me era meravigliosa. Questo è un ricordo bellissimo.
Adoro Caravaggio e la sua allieva meravigliosa Artemisia Gentileschi, una donna che ha mostrato sempre una grande resilienza nonostante l’epoca, una donna che non si è mai piegata agli schemi del momento, di quel periodo. Lei era stata violentata, aveva denunciato e in tribunale la torturarono affinché ritrattasse ma lei non si è mai piegata, è andata avanti e alla fine ha vinto.
Per me è un esempio grandissimo e come lei altre donne del mondo dell’arte come Suzanne Valadon, Elisabeth Vigée Le Brun, Berthe Morisot, Frida Kahlo, Charlotte Salomon.
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Quando lavora su una tela, su quali basi sceglie i colori e le sfumature? C’è un significato particolare dietro ogni tonalità che adotta?
Quando dipingo non mi siedo a tavolino a decidere che colori dovrò usare, è sempre tutto molto spontaneo, un gesto istintivo che parte dal profondo dell’anima e del cuore. La mia tavolozza è ricca di tutti i colori, c’è stato un periodo in cui predominavano soltanto tinte calde, colori ma poi ho aggiunto anche i colori freddi.
Nelle mie opere comunque c’è un fondo sempre e comunque nero, il nero è mistero, è fascino, è eleganza e un palcoscenico dal quale nasce un’opera e poi arriva la luce divina ad illuminare ogni cosa.
Nei suoi lavori ha mai sperimentato nuove tecniche o materiali che l’hanno sorpresa nel risultato finale?
Sperimentato nuove tecniche? No. Posso dirle che nel corso degli anni sono cresciuta sempre più, magari ci sono stati e ci sono tutt’ora dei periodi in cui preferisci un segno più veloce, istintivo, altri invece più dettagliato.
Questo però dipende da ciò che devo dipingere, da come sto, da come mi sento, a volte vado proprio di getto d’istinto preferisco una pennellata molto più fresca, più veloce, più corposa, delle volte invece mi piace soffermarmi sul dettaglio, ma comunque sono sempre molto veloce nella realizzazione delle mie opere, devo iniziarle e finirle prima che si spenga quel fuoco che mi esplode dentro.
Le sue sculture spesso esplorano la figura umana, soprattutto quella femminile. Cosa la ispira maggiormente quando trasforma un materiale in una forma tridimensionale?
Come nella pittura anche nella scultura sento e affronto le stesse identiche emozioni, la risposta è identica a quella che le ho dato precedentemente.
Diritti di copyright di Aurelia Nudda
Di recente ha esposto le sue opere a New York. Che emozione e sensazioni ha provato nel vedere la sua arte apprezzata anche a livello internazionale?
Sono orgogliosa di me stessa, del percorso che sto facendo e che spero non finisca mai, il mondo dell’arte è certo difficile, però bisogna avere tanta tenacia, costanza, positività e crederci con tutta la forza e l’amore che si hanno.
Ad aprile ho fatto una mostra a Dubai, un altro grande passo, ricevo sempre tantissimi inviti da gallerie, curatori d’arte, critici, non appena ho la possibilità partecipo perché è grandioso e il sogno di ogni artista è quello di far conoscere le proprie opere in tutto il mondo. Da qualche anno insegno arte nelle scuole, sono una docente ed è meraviglioso poter trasmettere questo mondo ai miei alunni.
Scopri qua la pagina Instagram dell’artista Aurelia Nudda!
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