Margaret Mead

Tra le più famose antropologhe americane degli anni Sessanta, con le sue apparizioni in televisione e le sue lezioni accademiche Margaret Mead ha contribuito significativamente alla rivoluzione sessuale di quegli anni e ha studiato approfonditamente le culture del Sud Pacifico e dell’Asia sudorientale.

Margaret Mead nacque a Filadelfia il 16 dicembre 1901; suo padre Edward Mead era professore di scienze finanziarie presso l’Università della Pennsylvania, mentre sua madre Emily Fogg era una sociologa, concentrata sullo studio delle comunità italiane immigrate in America. Margaret Mead ebbe un’infanzia abbastanza nomade, dato che la sua famiglia cambiava spesso residenza, macchiata da un trauma: la sua sorellina Katharine morì all’età di nove mesi, causando un profondo lutto in tutta la famiglia. Solo dopo che si trasferirono a Longland, Pennsylvania, Margaret poté iscriversi e frequentare costantemente una scuola a Lahaska. In quegli anni la giovane era alla ricerca di una qualche forma di religione che le restituisse la fede e osservò i rituali di diverse confessioni, avvicinandosi infine a quella episcopale.

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L’incontro con i grandi

Dopo una prima laurea triennale ottenuta presso il Barnard College nel 1923, Margaret Mead iniziò la sua magistrale presso la Columbia University, dove ebbe modo di seguire le lezioni di antropologi già affermati come Franz Boas e Ruth Benedict. Nel frattempo, sposò lo studente di teologia (e in seguito a sua volta antropologo) Luther Cressman

La donna ottenne la laurea magistrale nel 1924 e l’anno successivo si candidò per un lavoro sul campo in Samoa. Ebbe una breve relazione con il linguista Edward Sapir, ma il rapporto si interruppe quando Margaret partì per Samoa, complice anche la presa di posizione di Sapir, ancora molto rigida e conservatrice, sui ruoli di genere e la posizione delle donne. L’esperienza in Samoa accese in Margaret l’interesse per le convenzioni di genere e sessuali di altre culture, interesse che diventerà il punto focale della sua ricerca antropologica.

Durante il viaggio di ritorno nel 1926, incontrò il neozelandese Reo Fortune, diretto a Cambridge per studiare psicologia: i due si sposarono due anni dopo, non appena Margaret ottenne il divorzio dal primo marito. Sempre nel 1926 Margaret ottenne il ruolo di assistente curatrice presso il Museo di Storia naturale a New York, e intanto proseguì gli studi con un dottorato sempre presso la Columbia University.

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Ricerca e rivoluzione

Il matrimonio con Reo Fortune durò fino al 1935; l’anno successivo, Margaret si risposò con Gregory Bateson, antropologo inglese da cui ebbe la figlia Mary Catherine (destinata, anche lei, a diventare antropologa), che rappresentò per lei la relazione più profonda e duratura; con Bateson mantenne un rapporto di amicizia anche quando divorziarono nel 1950. Molte delle ricerche e delle osservazioni etnologiche di Margaret Mead contribuirono a plasmare un nuovo concetto di sessualità; il pediatra Benjamin Spock acquisì alcune delle sue idee nei propri saggi sulla maternità e la crescita dei figli. Importante per la ricerca antropologica di Margaret Mead fu anche il suo rapporto con la propria insegnante, Ruth Benedict, che alcuni ritenevano di natura romantica sebbene nessuna delle due donne lo avesse mai ammesso apertamente.

Sia Margaret Mead che suo marito Bateson, insieme a Ruth Benedict e altri scienziati del settore, si impegnarono nello sforzo bellico durante la Seconda guerra mondiale: nello specifico, si impegnarono in studi e idee per sollevare il morale della nazione e razionalizzare il cibo. Alla fine della guerra, Margaret Mead continuò la sua carriera accademica, ricevendo nel frattempo numerosi riconoscimenti, come l’ammissione all’American Academy of Arts and Sciences nel 1948, alla National Academy of Sciences nel 1975 e all’American Philosophical Society nel 1977.

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Insegnò antropologia e sociologia e insieme al teorico delle comunicazioni Rudolf Modley si impegnò nello sviluppo di un linguaggio simbolico universale che potesse essere compreso da chiunque, a prescindere dalla propria cultura di appartenenza. Fu anche una figura chiave nelle “Conferenze Macy” sulla cibernetica nonché alla Conferenza delle Nazioni Unite sugli habitat umani tenutasi a Vancouver nel 1976.

Nel corso della sua carriera accademica, Margaret Mead fu anche mentore e protettrice di molti studenti destinati a diventare antropologi e sociologi di fama. Famoso è il suo lavoro sulla vita delle donne e delle giovani samoane, dove analizza il loro modo di crescere i figli e lo sviluppo della loro sessualità, secondo Mead nettamente in contrasto con l’approccio americano, percepito come restrittivo e punitivo. Anche la sua opera sul sesso in società primitive ottenne un largo successo, soprattutto perché fu adottato dal movimento femminista a sostegno delle loro rivendicazioni di libertà e parità di genere.

Margaret Mead morì il 15 novembre 1978 a causa di un cancro al pancreas. Il presidente Jimmy Carter le conferì postuma una medaglia presidenziale alla libertà e in suo onore, dal 1983, la Society for Applied Anthropology e l’American Anthropological Association conferiscono congiuntamente il premio Margaret Mead a giovani studenti in antropologia.

A cura di Chiara Saibene.