Avery, Bonnie, Lucky. Tre sorelle, diversissime l’una dall’altra, fiorite nonostante siano nate in una famiglia povera e problematica, con un padre alcolizzato e una madre apparentemente distante. Avery è intelligente, rigorosa, un’avvocata che con abnegazione e costanza si è costruita la vita da sempre sognata: una casa in un quartiere esclusivo di Londra, un lavoro prestigioso, un buon matrimonio. Bonnie è determinata, una pugile professionista che incassa pugni e ferite senza vacillare: è la pupilla del suo allenatore, è sulla strada per diventare campionessa indiscussa. Lucky è una trottola: bellissima, modella di talento, ha viaggiato in tutto il mondo sin da quando ha quindici anni, con una carriera fulminante e una stupenda casa a Parigi. La vita di tutte e tre, però, si interrompe all’improvviso con la perdita della quarta sorella, Nicky. E per ciascuna inizia una china in discesa, una fuga inconscia dalla morte di Nicky: Avery sprofonda nell’auto-sabotaggio del proprio matrimonio, Bonnie si allontana dall’unico sport che ama, Lucky scivola in un vortice autodistruttivo di droga e alcol.

Con un linguaggio scorrevole e una lucida analisi psicologica, Coco Mellors delinea con potenza le fasi del lutto, il conflitto con sé stesse, la tendenza all’autodistruzione come modo di punirsi: perché loro sono ancora vive e Nicky no? Il vero protagonista del romanzo è proprio il lutto, e il modo in cui ciascuna sorella tenta di superarlo, accettando di riconoscere le proprie dipendenze e le proprie colpe.

Alla fine, un raggio di speranza si apre, il cerchio del lutto si chiude. Forse, alla fine, ciascuna di loro può sperare in un futuro migliore e ricucire i fili che fanno di loro una famiglia, nonostante tutto: perché è «facile amare qualcuno all’inizio e alla fine, più difficile farlo nel tempo di mezzo».

Voto: 4,5/5

 

Per chi ha amato:

I cieli di Philadelphia di Liz Moore

Lontananza di Vigdis Hjorth

A cura di Chiara Saibene.