Introduzione
Le virtù sono sette e quelle che sono presenti presso la Galleria degli Uffizi erano state commissionate al pittore Piero del Pollaiolo nell’anno 1469. Delle sette oggi conservate presso la Galleria fiorentina, sei sono di Piero del Pollaiolo mentre una è stata realizzata da Sandro Botticelli. Queste opere erano state realizzate per poi essere collocate ed esposte presso la celebre sala dell’Udienza che si trova presso il noto Tribunale di Mercanzia in piazza della Signoria a Firenze. Oggi invece tutti e sette i dipinti si trovano presso la Galleria degli Uffizi. Le sette virtù nell’ambito simbologico si articolano in due gruppi:
- le virtù teologali;
- le virtù cardinali.
Le virtù teologali sono tre e sono definite in questo modo perché sono state direttamente “forgiate” da Dio e dunque hanno sempre lui come “oggetto”. Le altre rimanenti (che sono quattro) vengono invece definite virtù cardinali, in quanto risultano essere il cardine di tutte le altre virtù. Le sette virtù di cui si sta parlando vengono rappresentate tutte con le sembianze di figure femminili che quasi sempre presentano dei simboli iconografici specifici:
- La Fede viene rappresentata come una donna che tra le mani ha il calice e la patena. Con una delle due mani viene colta nell’atto di brandire una croce (il suo colore simbolico è il bianco);
- La Carità viene rappresentata come una donna colta nell’atto di allattare suo figlio e nell’atto di reggere una fiamma (il suo colore simbolico è il rosso);
- La Speranza viene rappresentata come una donna con le mani giunte rivolte verso il cielo con lo scopo di ricevere la salvezza (il suo colore simbolico è il verde);
- la Fortezza viene invece raffigurata come una donna con indosso un’armatura che le serve per proteggersi dal male. Il suo obiettivo è il conseguimento del bene. Tra le mani tiene uno scettro, simbolo di nobiltà considerando che rappresenta questa importante virtù;
- la Giustizia, sempre rappresentata come una donna, regge tra le sue mani quello che è il globo; con l’altra mano tiene una spada con cui emette la sua sentenza;
- la Temperanza, con sembianze femminili, viene colta nell’atto di stemperare il vino con l’acqua;
- la Speranza, sempre raffigurata con sembianze femminili, viene colta nell’atto di tenere con una mano uno specchio mediante il quale riflette la sua immagine e con l’altra un serpente.
Le virtù che verranno descritte nel dettaglio sono alcune e sono:
- La Speranza.
- La Prudenza.
- La Fortezza.
La Speranza, Piero del Pollaiolo
La Speranza fa parte di questo ciclo pittorico commissionato a Piero del Pollaiolo nell’anno 1469 ed è stata realizzata con la tecnica pittorica della tempera grassa su tavola. Si trova, come detto, presso la Galleria degli Uffizi.
La Speranza viene raffigurata nelle sembianze di una donna che tiene le mani giunte rivolte in alto verso il cielo con l’obiettivo di potere ottenere la salvezza. Il colore del suo vestito è verde. Non tiene tra le mani simboli, come si può vedere nelle altre virtù raffigurate nel ciclo pittorico, ma il suo volto è estatico e si affida completamente a Dio. Ha un’espressione quindi devota a Dio e allo stesso tempo anche molto seria. La Speranza viene raffigurata seduta su uno scranno mentre si rivolge al cielo.
La Prudenza, Piero del Pollaiolo
Anche la Prudenza, come la Speranza, fa parte del ciclo pittorico che Piero del Pollaiolo ha realizzato tra il 1469 e il 1472. L’opera viene sempre eseguita con la tecnica pittorica della tempera grassa su tavola e si trova sempre presso la Galleria degli Uffizi.
La Prudenza viene raffigurata come una giovane donna che è seduta su uno scranno. Con una mano tiene uno specchio in cui si riflette la sua immagine, mentre con l’altra viene colta nell’atto di stringere un serpente. Si tratta di una virtù molto importante perché è quella che permette di poter scegliere il bene e di operare in maniera dunque saggia. Il simbolo del serpente si rifà ad una frase tratta dal Vangelo di Matteo che recita “Siate prudenti come serpenti” mentre lo specchio viene considerato come un supporto alla conoscenza. Si pensa che Piero del Pollaiolo sia stato aiutato dal fratello Antonio nella realizzazione di alcuni di questi sei lavori (la Prudenza è uno di questi lavori).
La Fortezza, Sandro Botticelli
La Fortezza invece è stata eseguita nell’anno 1470 da un altro celebre pittore, ovvero Sandro Botticelli mediante la tecnica pittorica della tempera grassa su tavola. Anch’essa si trova presso la Galleria degli Uffizi.
La Fortezza viene raffigurata come una donna con indosso un’armatura sopra l’abito leggiadro. Tra le mani tiene lo scettro del comando. Anche se la donna indossa dei simboli militari, come l’armatura e lo scettro del comando, ha come obiettivo quello di simboleggiare la forza e la costanza atte a raggiungere il conseguimento del bene. Risulta essere inquadrata nell’ambito del gruppo delle quattro virtù cardinali.
Sandro Botticelli ricevette la commissione dell’opera da Tommaso Soderini, Operaio che insieme ad altri doveva occuparsi della sorveglianza dell’esecuzione dei lavori. Il Pollaiolo non prese bene questa decisione, per questo motivo il Botticelli ebbe l’incarico di realizzare una sola delle tele sopraccitate.
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