I Am Half-Sick of Shadows, Said the Lady of Shalott di John William Waterhouse
Il dipinto I Am Half-Sick of Shadows, Said the Lady of Shalott è stato realizzato da John William Waterhouse nel 1915 e riprende una scena del celebre poema “The Lady of Shalott” scritto da Alfred Tennyson. Realizzato con la tecnica pittorica dell’olio su tela, il quadro si trova oggi presso l’Art Gallery of Ontario di Toronto, in Canada.
Il primo dipinto di Waterhouse: The Lady of Shalott
Già nel 1888 l’artista rappresentò la dama, che probabilmente identificò in Elaine di Astolat, nell’opera The Lady of Shalott. La dama non avrebbe un ruolo centrale nelle vicende arturiane, però il suo personaggio è molto interessante e attuale per la sua storia avvincente: essa è stata colpita da una maledizione per cui non può volgere lo sguardo verso Camelot pertanto è costretta a osservare il mondo attraverso uno specchio. Dal momento in cui però vede il bellissimo cavaliere Lancillotto, la giovane donna si innamora di lui e in preda al delirio d’amore, nonostante sappia il destino a cui potrebbe andare incontro, decide di voltarsi per guardarlo.
La dama di Shalott decide di porre fine alla sua vita in nome della libertà dando così un senso alla sua esistenza. Nel quadro The Lady of Shalott, John William Waterhouse decide di ritrarla nel momento che procede la sua morte.
Descrizione di I Am Half-Sick of Shadows, Said the Lady of Shalott
Questo dipinto rappresenta un momento precedente all’episodio della morte di Lady Shalott: la donna si trova confinata nella sua torre e sta tessendo un arazzo; osserva il mondo circostante attraverso il riflesso del grande specchio. Ciò che vede è un ponte che è posto sul fiume, il quale conduce verso Camelot. Si vedono anche due persone: un uomo e una donna: probabilmente due innamorati. La scena è antecedente a quella dell’immagine di Lancillotto che la condurrà ad abbandonare la torre mettendo in discussione la sua vita.
La Dama è vestita con un abito rosso e la scena è ambientata in una stanza dove sono presenti delle colonne romaniche aventi lo scopo di sorreggere gli archi della finestra che si riflette nello specchio. Un altro curioso dettaglio presente nello specchio è la presenza di un unico papavero che simboleggerebbe il sonno eterno, la sventura. La struttura del telaio e le piastrelle geometriche bianche e nere del pavimento conducono l’osservatore del dipinto all’interno della stanza i cui colori principali sono il giallo, il rosso e il blu. Questi ultimi richiamano le tonalità di colore dell’esterno.
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