Introduzione
La Festa dei Lavoratori rende omaggio alla categoria più vasta di persone in viaggio sulla terra, trasformandosi in un momento di riflessione e apprezzamento per tutta la popolazione.
Legati al tema del lavoro, ecco comparire tutta una serie di argomenti associati: la povertà, lo sfruttamento, il femminismo, la famiglia, ecc… Gli artisti hanno provato per anni ad interpretare questo mondo e rappresentarlo attraverso le proprie opere, provando a catturare la vera essenza della Festa e dei suoi protagonisti. La mano esperta degli autori ha permesso di recuperare magnifiche scene di vita quotidiana, che descrivono alla perfezione il mondo del lavoro e dei lavoratori stessi.
Ci sono esempi diversi, che risalgono tanto al passato quanto ai tempi moderni; guarderemo insieme qualcuna di queste interpretazioni, dedicando al Primo Maggio tutta l’attenzione di cui ha bisogno.
Il quarto Stato, Pellizza da Volpedo
“Quarto Stato”, il quadro di Giuseppe Pellizza da Volpedo realizzato nel 1901, è conosciuto per essersi trasformato nel vero simbolo della lotta operaia. Il quadro non è altro che la conclusione di un interessante ciclo di opere, tutte dedicate al tema dello sciopero dei lavoratori.
Pellizza da Volpedo ha dimostrato più volte il proprio impegno in ambito sociale, convinto che gli artisti avessero il compito di “educare le persone” attraverso le proprie opere. Il quarto Stato rappresenta chiaramente la protesta sociale dei lavoratori e, allo stesso tempo, ricorda all’osservatore il momento di affermazione di una nuova classe sociale: il proletariato.
Proprio per questo motivo, l’opera si è trasformata in un simbolo della lotta socialista, un racconto coraggioso della società del XX secolo.
I mangiatori di patate, Van Gogh
Il quadro “Mangiatori di patate”, completato da Van Gogh nel 1885, raffigura una scena di vita quotidiana. Un gruppo di contadini, seduti al tavolo nella propria casa di umili fatture, consumano la cena fatta di sole patate.
I contadini, proprio come è successo allo stesso Van Gogh, devono sopportare un destino ingiusto. Nonostante gli sforzi e la fatica, sono costretti a vivere una vita misera e che non rispecchia i loro desideri. L’autore si sente parte della scena, riuscendo a trasmettere questo stesso sentimento di appartenenza anche all’osservatore esterno.
Leggiamo la tristezza sui volti dei contadini e, allo stesso tempo, leggiamo la loro tranquillità e rassegnazione. Dopo una difficile giornata di lavoro nei campi, la pace della stanza li aiuta a sopportare quello che non avrebbero voluto.
Vagone di terza classe, Daumier
Il pittore Honoré Daumier, autore del quadro “Vagone di terza classe”, ha dipinto l’opera nel 1862. Così come è successo con Giuseppe Pellizza da Volpedo, anche Daumier affida alla propria arte una funzione sociale ben definita.
Il suo obiettivo è quello di rappresentare le condizioni di vita effettive delle classi più povere, realizzando una critica concreta contro l’ingiustizia e il poco impegno dimostrato dallo Stato.
Il quadro descrive in modo del tutto efficace il contrasto – tanto estetico quanto caratteriale – tra la società borghese e quella degli operai. Il vagone rappresenta simbolicamente il distacco tra le donne e i bambini (i poveri) e i ricchi imprenditori (la borghesia). La stanchezza sul volto della classe operaia entra in contrasto con l’eleganza e la tranquillità della classe borghese, dimostrando la differenza di condizioni di vita e l’ingiustizia associata.
Lezione di anatomia del dottor Tulp, Rembrandt
Rembrandt è l’autore del quadro “Lezione di anatomia del dottor Tulp”, realizzato nel 1632. Come ci suggerisce il nome, l’opera descrive il momento esatto il cui il dottor Tulp presenta ai propri alunni il funzionamento dei tendini del braccio sinistro.
L’opera, spesso utilizzata come simbolo nel mondo della medicina, è un elogio alla scienza e alla sua similitudine con la pittura. Il medico tiene tra le mani il bisturi con la stessa delicatezza ed attenzione con cui il pittore raccoglie il proprio pennello. La similitudine è quindi abbastanza evidente, usata per descrivere l’importanza della medicina e l’altrettanta importanza della pittura.
Il medico è come un pittore, dipinge la salute sul corpo della persona, così come il pittore infonde la vita alla tela e le permette di tornare a vivere. La classe dei lavoratori è qui solo di sfondo, ma ugualmente elogiata e innalzata dal desiderio di rendere omaggio a tutta la famiglia dei medici.
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