Introduzione

Come si sa nella storia dell’arte sono stati tanti gli artisti che in ogni epoca storica hanno rappresentato la natura, i fiori, la frutta nell’arte. Molto spesso i fiori nell’arte vengono rappresentati nell’ambito delle cosiddette nature morte. Non tutti lo sanno, ma il primo vaso di fiori nell’arte è stato dipinto dal pittore tedesco-fiammingo Hans Memling nel corso dell’anno 1490.

La celebre brocca di Hans Memling: la prima rappresentazione dei fiori nella storia dell’arte

Presso il noto Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid è presente il quadro sopraccitato. Nel quadro viene rappresentato un raffinato ed elegante vaso di fiori, che sembra essere il primo nella storia dell’arte ad essere stato dipinto.

 I fiori presenti nel vaso della seguente composizione pittorica sono i gigli, gli iris e l’aquilegia che sarebbero attribuiti alla Madonna e allo Spirito Santo secondo un significato allegorico. I fiori facenti parte di questa composizione pittorica hanno un significato simbolico molto importante:

  • i gigli vengono intesi come simbolo di purezza e spesso nelle rappresentazioni pittoriche religiose vengono tenuti tra le mani dell’arcangelo Gabriele che viene spesso raffigurato nell’ambito delle Annunciazioni;
  • gli iris sono invece quei fiori che spesso i pastori offrono in dono alla Madonna con il Bambino quando vanno ad adorarli presso la grotta; inoltre vengono visti anche visto come il simbolo della Trinità, perché uno dei suoi steli reggerebbe ben tre fiori;
  • l’aquilegia invece, avendo una forma molto particolare, assomiglierebbe alla mano della Madonna.

Perché Vincent Van Gogh dipingeva i girasoli?

Un altro grande artista che amava dipingere i fiori era senz’altro Vincent Van Gogh, che nel corso della sua breve ma intensa carriera artistica dipinse in particolar modo i girasoli che erano uno dei suoi soggetti pittorici preferiti. L’artista olandese dipinse i girasoli dalla loro nascita fino al loro ciclo di morte ed era molto affascinato in particolare dal loro colore giallo luminoso.

Quelli che per molti artisti potrebbero essere dei fiori non molto interessanti, invece per Van Gogh lo erano, considerando anche che nella cultura olandese venivano visti come dei fiori che simboleggiavano la gioia, la fedeltà e la gratitudine. Fu tra il 1887 e il 1889 che Van Gogh dipinse questi bellissimi fiori, i quali divennero il soggetto pittorico di undici dei suoi quadri, alcuni dei quali sono diventati oggi famosi in tutto il mondo. Il girasole era un fiore che andava sempre alla ricerca del sole per potere vivere e questa si potrebbe definirla la stessa metafora di vita di Van Gogh che era sempre, nel corso della sua breve vita, alla ricerca della felicità.

Perché Claude Monet dipinse 250 volte le ninfee?

Come si sa le ninfee furono i fiori preferiti di Claude Monet, il quale li dipinse ben 250 volte nell’ambito dei suoi quadri realizzati dal 1890 al 1926. Il suo amore per questi splendidi fiori iniziò quando si trasferì nella sua nuova casa di Giverny, dove decise di creare uno stagno in stile orientale in cui decise di collocare tantissime ninfee fluttuanti; proprio lungo lo stagno Monet collocò un ponte di legno sempre in stile giapponese.

Era lo stesso Monet che affermava come i fiori avessero fatto di lui un pittore. Le ninfee che galleggiavano nello stagno di Giverny inoltre hanno una carica simbolica molto significativa, considerando che simboleggiano la purezza. Si tratta tra l’altro anche di un fiore che non sporca i suoi petali con l’acqua dello stagno che non è molto pulita. I quadri di Monet sulle ninfee oggi si possono ammirare presso il Museo dell’Orangerie di Parigi.