Cenni biografici su Stefano Bruzzi

Stefano Bruzzi nacque l’11 maggio 1835 a Groppallo. La sua formazione fu artistica, infatti, da giovane frequentò l’Istituto di Belle Arti Gazzola a Piacenza. Presso l’Istituto il suo insegnante d’arte fu il celebre pittore Lorenzo Toncini che fu un grande esponente del romanticismo. In seguito nell’anno 1854 decise di trasferirsi a Roma, dove continuò la sua formazione artistica privatamente riuscendo anche a frequentare la nota scuola del maestro Alessandro Castelli. Proprio presso questa scuola ebbe modo anche di conoscere Nino Costa e Stefano Ussi; fu proprio con loro che riuscì poi a vedere sia il lago di Nemi sia i luoghi della campagna romana.

Nella prima parte della carriera Bruzzi iniziò a dipingere opere artistiche di ispirazione verista e naturalistica. Nell’anno 1855 si trasferì nuovamente nella città natia, Piacenza, dove acquistò una casa in montagna; dopo le guerre d’indipendenza, il pittore si trasferì poi a Bologna e a Milano. Nel 1874 si trovava a Firenze con la famiglia e proprio qua conobbe i principali esponenti del movimento macchiaiolo. Frequentando loro decise di aderire anche al movimento artistico.

Nel 1886 tornò nella città natia, dove iniziò poi a insegnare Figura presso l’Istituto di Belle Arti Gazzola. In seguito divenne lui stesso il direttore dell’Istituto. La sua fama fu internazionale, a tal punto che ebbe come amico Arnold Böcklin, celebre pittore svizzero. Una sua opera di grande successo fu Don Chisciotte che si slancia contro le pecore che aveva esposto nell’anno 1897 alla Biennale di Venezia. Propose nel 1903 anche il progetto per l’istituzione del Museo presso l’Istituto. Stefano Bruzzi morì a Piacenza il 5 gennaio 1911.

Alcune opere di Stefano Bruzzi

  1. Pastorella con pecore che brucano;
  2. Autunno nel bosco di faggi.

Pastorelle con pecore che brucano

Pastorelle con pecore che brucano è un dipinto realizzato da Stefano Bruzzi, di cui non si sa la datazione precisa. L’opera è stata eseguita dal noto pittore mediante la tecnica pittorica dell’olio su tela.

La scena che viene raffigurata nell’ambito del dipinto eseguito da Stefano Bruzzi è un momento tranquillo di vita quotidiana, in cui una bambina sta in mezzo alle pecore che stanno in procinto di brucare l’erba. La scena è tranquilla e rappresenta una scena di vita di tutti i giorni, in cui una piccola pastorella viene colta di profilo con in mano dell’erba verde che sta porgendo alle pecore attorno a lei che stanno per brucare l’erba.

Il volto della piccola si vede appena ma sembra essere serio e assorto adattandosi al contesto rappresentato. Inoltre indossa un vestito rosso con dietro un mantello di piccole dimensioni bianco. Attorno a lei vi sono le pecore che sono in procinto di brucare l’erba. Lo sfondo tutto attorno alla bambina e alle pecore è di colore verde.

Autunno nel bosco di faggi

La seconda opera d’arte che viene presentata è Autunno nel bosco di faggi che è stata dipinta sempre da Stefano Bruzzi probabilmente nell’anno 1895 mediante la tecnica pittorica dell’olio su tela. Oggi il quadro è custodito presso la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza.

In questo quadro viene ritratta una pastorella con indosso un fazzoletto blu che le copre il capo. Con l’aiuto di un bastone di legno sembra farsi strada in mezzo al bosco, il quale si immerge nei colori tipici autunnali, come per esempio il giallo arancio delle foglie che si trovano sul terreno e sulle fronde dei faggi medesimi. I tronchi degli alberi sono robusti e nella loro parte bassa sono presenti tracce di  muschio verde chiaro.

Dietro al corpo che si scorge in lontananza della donna si intravedono delle pecore che sta portando lei stessa al pascolo. La scena quindi che viene ritratta è una scena tipicamente di vita rurale, quindi una scena di vita quotidiana che ritrae una pastorella che con il suo bastone di legno sta guidando alcune pecore del suo gregge. Si tratta inoltre di una scena molto realistica e quasi verista considerando che ritrae, come faceva lo stesso Giovanni Verga in letteratura, una scena di vita di persone umili come i pastori.

Come detto il paesaggio che viene ritratto nel dipinto è tipicamente autunnale come lo testimoniano i colori utilizzati, tra cui spicca il giallo arancio delle foglie che si trovano sia per terra sia sulle fronde dei robusti faggi.