Gea è di certo una ragazza fuori dal comune. Armata della sua salopette e borsa degli attrezzi, è lei a occuparsi della manutenzione del condominio in cui vive – un ruolo in cui tutti si aspettano di vedere un uomo. Gea è abituata a doversi conquistare la fiducia dei clienti e dei condomini pezzo dopo pezzo, gentilezza dopo gentilezza, e d’altronde la gentilezza è la sua filosofia di vita, insieme all’economia circolare di quartiere: nei suoi giri quotidiani, la giovane mette in moto una serie di relazioni, scambiando una brioche per un po’ di verdura, un’altra brioche per una poesia, una poesia per un giornale.

                                                                       Diritti di copyright di Feltrinelli. Immagine in pagina: https://www.lafeltrinelli.it/cose-che-ci-salvano-libro-lorenza-gentile/e/9788807035470

Ma la sua “economia circolare” è anche frutto della sua paura di uscire dai confini del suo quartiere, e soprattutto del suo passato: un’infanzia passata insieme a un padre ossessionato dalla fine del mondo, che ha cresciuto i figli, Gea e Andrea, in una proprietà isolata in mezzo ai boschi, insegnando loro a sopravvivere e ad affrontare le situazioni più disparate. Così Gea è capace di aggiustare qualunque cosa e di sopravvivere nei boschi, ma non a relazionarsi con le persone, né a sconfiggere il senso di ansia perenne che la opprime, l’ansia della catastrofe imminente che suo padre le ha instillato. Eppure, anche per lei le cose stanno per cambiare, e tutto grazie alla serranda di un negozio che porta un nome interessante quanto profetico: Il nuovo mondo

Lorenza Gentile, milanese classe 1988, cresciuta tra la capitale lombarda e quella toscana, con Le cose che ci salvano ci offre una protagonista indimenticabile, una storia di formazione e di amicizia, e la speranza di riuscire a realizzare i propri sogni con coraggio e un pizzico di follia.  

L’intervista

ChiaraGrazie mille, Lorenza, per aver accettato di dedicarci del tempo! Le va di parlarci un po’ di sé?

Lorenza  Gentile – Certo, sono nata a Milano e cresciuta tra Milano e Firenze, ma ho vissuto anche a Londra e a Parigi. Sono una persona curiosa, affascinata dal sapere, insaziabile viaggiatrice, scrittrice e lettrice vorace. Moglie di uno scrittore, Davide Mosca, e madre di Martino, che ha compiuto da poco tre anni. Viviamo a Milano, ma ogni occasione è buona per viaggiare. Amo circondarmi di amici ma anche passare il tempo da sola. Credo nella gentilezza e nel potere salvifico delle piccole gioie quotidiane.

                                                                      Diritti di copyright di Lorenza Gentile

Il suo esordio letterario è stato con Teo. Cosa l’ha spinta ad avvicinarsi alla scrittura, a tentare questa grande scommessa con il mondo letterario?

Scrivo dai tempi delle elementari, quando inserivo delle mie poesie nei temi in classe. Al liceo scrivevo racconti per cercare di capire il mondo e me stessa e non ho più smesso. Teo era uno di questi racconti, che in modo naturale è diventato romanzo. L’ho tenuto per anni nel computer finché una sera non mi è capitato di rileggerlo. Non ricordavo quasi niente ed è stato come se lo avesse scritto qualcun altro. Lì ho capito che aveva un potenziale, la “voce” era viva e avrebbe potuto parlare a tante persone. Così ho provato a farlo pubblicare, in modo molto ingenuo ho stampato il manoscritto e l’ho mandato a una lista di agenti letterari trovata su internet. Mi ha risposto la mia prima scelta, quella che poi è diventata ed è tutt’ora la mia agente: Vicki Satlow. È stata lei a proporlo alle case editrici. 

Passiamo poi a Le cose che ci salvano: un bellissimo titolo, perché “le cose che ci salvano” sono gli oggetti, vero, ma soprattutto i ricordi che a essi sono collegati, come l’oca di ceramica. È corretto?

A salvarci sono le persone. Il rapporto che abbiamo con loro. Gli oggetti sono spesso un tramite, evocano ricordi e sensazioni, ci legano agli altri. In questo senso, ci possono salvare.

Il padre di Gea, in perenne attesa della fine del mondo, ha comunque una parte di ragione: il consumismo, portato all’estremo dalla nostra società, non è sostenibile per il futuro. Cosa ne pensa di questo aspetto, così fortemente presente nel romanzo?

Ne sono assolutamente convinta ed è la ragione per cui il padre è stato uno dei personaggi più complessi da scrivere. Volevo che portasse con sé quest’ambiguità, che su certe cose avesse anche ragione.

Un’altra cosa che Gea ha imparato dal padre è recuperare gli oggetti, dare un valore alle cose: un valore che va al di là del prezzo. Grazie a questi insegnamenti, Gea porta avanti la sua “economia circolare di quartiere”: un oggetto per un altro, una gentilezza per un sorriso. L’economia circolare di quartiere esiste, si può attuare?

Esiste in modo spontaneo, e diventarne consapevoli, a livello sociale, può fare la differenza. Se diventasse un sistema, potrebbe essere di grande aiuto a tutti.

Molti personaggi sono alla ricerca di una propria dimensione nel mondo: non solo Gea, che vive nei confini che lei stessa si è creata, ma anche Adelaide, impegnata in un lavoro che odia quando il suo sogno sarebbe disegnare vestiti; Beatrice, prigioniera del suo desiderio di conquistare l’approvazione del padre; anche Angelina, schiava del lavoro che non le viene riconosciuto. Ma anche Achille, Ettore… quanto è importante inseguire e costruire con fiducia i propri sogni?

Penso sia fondamentale, l’unico modo per dare un senso alla nostra esistenza. Avvicinarci a chi siamo davvero, trovare il nostro posto nel mondo dev’essere la nostra missione di vita. È un viaggio faticoso, spesso doloroso, ma anche fonte di grande gioia: quella di sentirsi finalmente utili al mondo.


Diritti di copyright di Lorenza Gentile

Un altro punto fondamentale del romanzo è l’amicizia: è l’amicizia, la rete di sostegno femminile, che riesce a dar vita a tutto, incluso il sogno di salvare un negozio e trovare un proprio spazio in un quartiere dominato dalla velocità e dei meccanismi economici. Quanto è importante l’amicizia per lei, il senso di comunità, il “fare rete”?

È il centro di tutte le mie storie. È un passaggio imprescindibile. Il senso della vita.

C’è un personaggio nello specifico in cui si identifica, o ogni personaggio porta con sé un pezzetto di lei?

Ognuno è una parte di me e allo stesso tempo ognuno mi ha insegnato qualcosa. Sicuramente la più vicina a me è Gea, soprattutto la sua anima romantica, sempre pronta a farsi carico dei problemi altrui, però allo stesso tempo mi ha insegnato a essere pratica, io che non riesco nemmeno ad appendere un quadro in casa. 

Una curiosità: ho notato che moltissimi nomi iniziano con la “A”. È una scelta voluta, e se sì, perché? 

Non è voluto. 

Scrivere è un’arte e un mestiere. Ha un qualche rituale che l’aiuta a raccogliere le idee, o ad affrontare una pagina bianca? Qualche strumento preferito, o un oggetto portafortuna? 

Solitamente faccio una passeggiata prima di mettermi davanti al foglio bianco oppure leggo, per allontanare i pensieri ordinari e contattare la parte di me slegata dalla logica, quella in grado di creare. 

A giugno 2024 Lorenza Gentile ha pubblicato il suo nuovo romanzo, Tutto il bello che ci aspetta, dove la trentenne Selene cerca di trovare un senso alla propria esistenza dopo una serie di fallimenti che hanno messo in dubbio le sue scelte di vita.

I romanzi di Lorenza Gentile sono disponibili in libreria e nei maggiori store online come Amazon e Ibs

A cura di Chiara.