Marguerite Duras

Candidata all’Oscar nel 1959 per la migliore sceneggiatura con Hiroshima mon amour, Marguerite Duras è stata anche regista e scrittrice.

Tra Vietnam e Francia

Marguerite Germaine Marie Donnadieu nacque il 4 aprile 1914 in Vietnam, in quegli anni una colonia francese, da Marie Legrand e Henri Donnadieu, entrambi insegnanti. Era la figlia di mezzo tra il fratello maggiore Pierre e il minore Paul. All’inizio degli anni Venti il padre Henri si ammalò gravemente, motivo per cui la famiglia tornò in Francia: tuttavia, gli sforzi per salvarlo furono vani, ed Henri Donnadieu morì nel 1921. La famiglia rimase per un paio d’anni in Francia, ma poi decise di ritornare in Vietnam, dove nonostante le difficoltà finanziarie la giovane Marguerite ebbe modo di frequentare un prestigioso college privato a Saigon. Pare che lì Marguerite si innamorò perdutamente di un ragazzo più grande; una storia d’amore tormentata che sarebbe stata centrale per la stesura del suo romanzo L’amante. L’atmosfera dell’Indocina francese, l’esperienza del colonialismo e l’ambiente esotico della giungla sono inoltre temi ricorrenti dei suoi romanzi.

L’intera famiglia tornò in Francia nel 1931, dove Marguerite si iscrisse a legge e scienze politiche scegliendo il vietnamita, che parlava fluentemente, come seconda lingua. Arrivò a circa metà percorso prima di tornare a Saigon nel 1932, seguendo la madre che aveva ricevuto una cattedra; Marguerite completò lì gli studi, scegliendo infine di specializzarsi in filosofia. 

Amore e guerra

Tornata in Francia nel 1933, la giovane ottenne in seguito una laurea in legge e si iscrisse anche a corsi matematica. Grazie alla sua esperienza delle colonie e alla sua abilità con il vietnamita, venne assunta presso il Ministero francese per le colonie nel 1937; un paio di anni dopo, sposò lo scrittore Robert Antelme, destinato però a essere catturato e deportato a Buchenwald qualche anno dopo durante la guerra in quanto esponente della resistenza. Anche Marguerite aderì alla resistenza negli anni Quaranta, lavorando al contempo però come addetta alla censura per il governo di Vichy, il “governo fantoccio” della Francia occupata dai nazisti. Durante la sua militanza nella resistenza, Marguerite incontrò e strinse amicizia con François Mitterrand, futuro presidente della Francia. 

Gli anni della guerra furono duri per tutti; Marguerite perse il fratello maggiore e il suo primo figlioletto, morto di polmonite. Eppure, la lontananza dal marito deportato spinse Marguerite a trovare consolazione nella scrittura: da qui il suo romanzo, La Douleur, che la scrittrice scelse di firmare, come il suo esordio Gli impudenti, con il nome di Marguerite Duras, in onore del paese di origine di suo padre. 

Quando il marito tornò dal campo di concentramento, era un uomo cambiato. Marguerite dedicò i mesi successivi a prendersi cura di lui, ma alla fine la coppia divorziò, non più in grado di recuperare il rapporto che la guerra aveva spezzato. Marguerite convogliò in seconde nozze con lo scrittore Dionys Mascolo, da cui ebbe un figlio, Jean.

Cinema e letteratura

Il romanzo che rese famosa Marguerite Duras è L’amante, pubblicato nel 1984 ma ispirato alle sue vicende giovanili; vinse il premio Goncourt e venne in seguito trasformato in un film nel 1992. Marguerite fu autrice di molti saggi, sceneggiature e romanzi, alcuni dei quali trasformati in film, come Una diga sul Pacifico, che divenne in seguito il film omonimo diretto da René Clément. Per Hiroshima mon amour la sceneggiatrice venne candidata all’Oscar; il film viene considerato uno dei primi esperimenti del movimento cinematografico del Nouvelle Vague, che tentava di rispecchiare i nuovi sentimenti e desideri della generazione francese degli anni Cinquanta, che sperava di ricostruire un paese migliore sulle ceneri della guerra. Riscosse successo anche Moderato cantabile, in aggiunta alla sua opera teatrale India Song, diretta dalla stessa Duras in una trasposizione cinematografica del 1975.

A livello letterario, la scrittrice non apparteneva ad alcuna corrente specifica, ma passò da un iniziale romanticismo (che le venne anche criticato) a testi più sperimentali, a volte influenzati dalla letteratura americana e riconducibili in qualche modo alla corrente del Nouveau roman, caratterizzata da una forte attenzione ai particolari e a una dissociazione dalla soggettività dei personaggi, mirata a sottolineare la condizione alienata dell’uomo moderno schiavo della modernità e dell’industrializzazione. In parte, Marguerite Duras traspose questi principi ai suoi film degli anni Settanta, caratterizzati da un approccio provocatorio che rinnega la rappresentazione realistica a favore di inquadrature “ideali” che usano simbolicamente lo spazio. 

Con gli anni Novanta arrivò per Marguerite Duras un periodo di pesante decadimento fisico. Questo spinse la scrittrice a tenere un diario che sarebbe diventato il suo ultimo romanzo autobiografico, una specie di addio al mondo e al suo pubblico. Marguerite Duras morì il 3 marzo 1996 all’età di 81 anni. 

A cura di Chiara.