Isabel Burton

Moglie di Sir Richard Francis Burton, esploratore e personalità di spicco dell’epoca vittoriana, Isabel Burton fu a sua volta esploratrice, avventuriera e scrittrice. Fu ardente e leale sostenitrice delle imprese e delle opere del marito, e sebbene sia vissuta nella sua ombra, ha contribuito largamente alla stesura di alcuni suoi libri e al compimento di alcuni suoi viaggi.

Fede e scrittura

Isabel Arundell nacque a Londra il 20 marzo 1831, da una numerosa famiglia cattolica benestante (Isabel aveva ben dieci tra fratelli e sorelle), legata per vincoli di parentela alla nobiltà inglese; il padre Henry Raymond era nipote del decimo barone Arundell di Wardour, la madre Eliza Gerard era la sorella del tredicesimo baronetto di Bryn nel Lancashire. Isabel crebbe come una signorina di buona famiglia; ricevette una rigorosa istruzione cattolica e frequentò la buona società inglese. Sin dal suo periodo di studio in convento si distinse per la sua devozione religiosa e le sue abilità di scrittrice. 

Allo scoppio della Guerra di Crimea nel 1853, Isabel espresse il desiderio di partire come infermiera, sulla scia della celebre Florence Nightingale, per assistere i soldati e contribuire allo sforzo bellico; la sua richiesta venne però respinta. Senza perdersi d’animo, però, Isabel trovò comunque la soluzione per rendersi utile in patria: insieme ad altre 150 donne cattoliche che la pensavano come lei e volevano aiutare in qualche modo i soldati, fondò lo Stella Club, una specie di associazione di beneficienza e assistenza per aiutare le donne e i bambini dei soldati.

In particolare, il loro aiuto era rivolto a tutte quelle donne che avevano sposato, senza la dovuta licenza, uomini poi partiti per la guerra, e in quanto coniugate illegalmente non ricevevano alcuna sussistenza dal Ministero della guerra. Spesso, queste donne vivevano in condizioni precarie con i loro figli, ammassate nelle più infime periferie di Londra: e fu proprio in quei quartieri miseri e disagiati che le donne dello Stella Club si recarono per fornire la loro assistenza, andando contro il parere della stessa polizia, che riteneva quelle aree troppo pericolose per delle signore.

Lady Burton, contro ogni opposizione

Nel 1850, il vento in Inghilterra cambiò direzione. Fino a quel momento cattolici e protestanti erano vissuti fianco a fianco abbastanza tranquillamente, ma la nomina di Nicholas Wiseman, cardinale della Chiesa cattolica romana, ad Arcivescovo di Westminster suscitò un’aspra ondata di anticattolicesimo. L’astio nei confronti dei cattolici era così palpabile che la famiglia Arundell decise di lasciare l’Inghilterra ed emigrare in Francia, a Boulogne-sur-Mer. Fu nella città francese che Isabel e la sorella Blanche, durante una passeggiata, incontrarono per la prima volta Richard Burton. Per Isabel si trattò di un vero e proprio colpo di fulmine, che la convinse che prima o poi avrebbe sposato quell’uomo.

Richard Burton non era però un consorte ideale per Isabel, secondo l’opinione della sua famiglia: non era cattolico, era povero in canna, e non aveva in generale nulla da offrire a una Arundell. La madre Eliza si oppose quindi fermamente alla proposta di matrimonio avanzata da Burton appena tornato dalla Guerra di Crimea, pur avendo lui acconsentito a sposarsi in una Chiesa cattolica e a crescere i propri figli come cattolici. Eppure, l’amore dei due resistette: Burton tornò alla carica con una nuova proposta, e un ultimatum, nel 1860, e Isabel acconsentì a sposarlo anche opponendosi al volere della madre. Proprio dal cardinale Wiseman Burton ricevette una dispensa speciale per un matrimonio “misto”: Richard e Isabel si sposarono il 22 gennaio 1861, e Burton riuscì infine a conquistare la suocera promettendo in un accordo scritto di crescere i propri figli come cattolici e di lasciare a Isabel la libertà di praticare la propria religione. 

La sostenitrice più fedele

Burton aveva già compiuto alcuni viaggi significativi, e appena sposati venne nominato console britannico in Guinea: una carica tutt’altro che prestigiosa, perché quel luogo veniva considerato insalubre e pericoloso per gli europei. Si decise, infatti, che Isabel rimanesse in Inghilterra, e spesso la coppia si ritrovò a vivere separata per parecchi mesi o anni, in base ai viaggi di Burton. I due coniugi, però, ebbero anche occasione di viaggiare insieme: per esempio, trascorsero mesi a Damasco, prima che le tensioni sociali e religiose degenerassero e li costringessero a fuggire, e poi in Palestina.

Dei loro viaggi spesso Isabel scrisse dei resoconti, oppure aiutò il marito a trascrivere i propri: intelligente, piena di risorse, devota al coniuge e alla sua religione, lo incoraggiò e sostenne sempre in tutte le sue imprese. Per questo motivo, fu estremamente controversa, e suscitò grande scalpore, la sua scelta di bruciare tutti gli appunti e i manoscritti del marito quando egli morì nel 1890.

In particolare, spiegò Isabel in seguito, a convincerla a bruciare i suoi scritti fu in particolare la volontà di eliminare l’ultimo suo lavoro, la traduzione del Giardino profumato, un antico manuale arabo sul sesso, molto simile al più celebre Kamasutra indiano. Isabel, nella sua visione del mondo cattolica, temeva sinceramente che il capitolo sulla pederastia (ossia, un rapporto di tipo sessuale/erotico tra un adulto e un ragazzo) avrebbe condotto i lettori al peccato, e non voleva che il nome del marito fosse associato a una così deplorevole colpa. Il suo gesto, però, le attirò considerevoli critiche: molti biografi e studiosi di Burton piansero la perdita delle sue opere, definendola “irreparabile”, anche se alcuni suoi scritti sopravvissero e sono attualmente conservati nella biblioteca Huntington in California.

Nei suoi ultimi anni di vita, nonostante soffrisse di cancro, Isabel Burton scrisse una monumentale biografia in due volumi dedicata alla vita del marito, pubblicata nel 1893; il 22 marzo 1896, appena rientrata a Londra, morì. Venne sepolta accanto all’amato marito in una tomba a loro dedicata a forma di tenda beduina, nel cimitero della chiesa cattolica di St Mary Magdalen, nel quartiere londinese sudoccidentale di Mortlake.

A cura di Chiara.