Elaheh Mohammad
Elaheh Mohammad è una giornalista iraniana, il cui nome si è diffuso a livello internazionale in quanto, insieme ad altri giornalisti, è stata arrestata dal governo iraniano per aver diffuso notizie sul caso di Mahsa Amini.
Il background come giornalista
Elaheh Mohammad nasce il 9 maggio 1987 in Iran, e persegue una carriera come giornalista. Inizia presso media come Shahrvand, destinato al pubblico di lingua persiana in Nord America; Khabar Online e la versione online di Etemad, quotidiano riformista fondato nel 2002, concentrato su questioni economiche, sociali, politiche e culturali, che ha subito anche un blocco temporaneo dal governo per aver pubblicato la storia di un attacco della polizia all’università di Teheran.
In seguito, la giornalista si sposta alla rubrica dedicata alle problematiche sociali e delle donne sul quotidiano riformista Ham-Mihan, pubblicato a partire dal 2000, che a sua volta viene sospeso più volte a causa delle storie pubblicate, fino ad arrivare al definitivo ritiro della licenza nel 2009.
Il caso Mahsa Amini
La vicenda della ventiduenne Mahsa Amini ha incendiato l’intero Iran, dando il via a una serie di proteste sociali che hanno spinto il governo a prendere seri provvedimenti, come la sospensione delle reti internet per evitare il diffondersi delle notizie online.
Nel settembre 2022 Mahsa Amini, giovane ragazza del Kurdistan, si reca a Teheran insieme alla propria famiglia per fare visita al proprio fratello. Mentre si trova in attesa di un treno in una stazione, viene fermata dalla polizia della moralità perché qualche ciocca di capelli le esce dal velo. La giovane viene arrestata per essere portata in un centro di detenzione ed essere brevemente “rieducata” sulle regole del velo, che in Iran è stato reso obbligatorio dopo la rivoluzione del 1979. La famiglia, che assiste alla scena, è incredula, ma rimane a Teheran, in attesa che la ragazza venga rilasciata. Ma Mahsa Amini, quando lascia il centro di detenzione, lo fa su una barella, diretta all’ospedale: il 16 settembre 2022 muore dopo due giorni di coma.
Le fonti ufficiali dichiarano che la ragazza ha avuto un infarto mentre si trovava in prigione, ma alcuni testimoni riescono a far trapelare la verità: Mahsa è stata picchiata così forte da riportare un trauma cerebrale che, alla fine, l’ha condotta alla morte.
Il funerale: patria di dolore
La vicenda di Mahsa, seguita dalla serie di menzogne e tentati insabbiamenti da parte del governo, scatena una serie di proteste in tutto il paese. Figure chiave in questa rivolta sono anche i giornalisti che, grazie al loro coraggio, hanno riportato la verità online, sfidando il rischio di ripercussioni personali: Niloufar Hamedi, che ha scattato una foto dei genitori di Mahsa Amini mentre si trovano in ospedale, abbracciati, a condividere il dolore della notizia della morte della figlia, ed Elaheh Mohammad, che si è recata al funerale della giovane.
La giornalista riporta che più di mille persone tra uomini e donne sono presenti, e che sulla tomba di Mahsa Amini viene incisa la scritta: “Tu non morirai. Il tuo nome diventerà un simbolo”. Elaheh Mohammad apre il suo articolo con il titolo “Patria di dolore”, e cita le parole del padre di Mahsa, che ribadisce che la giovane era in perfetta salute e chiunque sostenga fosse malata sta semplicemente mentendo. I presenti al funerale intonano uno slogan, “Donna, vita, libertà”, che verrà poi ripetuto durante le proteste in tutto il paese; le donne, per protesta, si levano il velo.
La reazione del governo non si fa attendere. Il 22 settembre, Niloufar Hamedi viene arrestata, e in quello stesso giorno la polizia irrompe nell’abitazione di Elaheh Mohammad, sequestrando tutti i suoi dispositivi elettronici. La giornalista viene convocata presso il Ministero dell’intelligence per essere interrogata, ma mentre si sta recando sul posto, il 29 settembre 2022, viene arrestata; a diffondere la notizia è il suo avvocato, Mohammad Ali Kamfiroozi.
Elaheh Mohammad è in prigione da quel momento. Anche sua sorella, Elnaz, è stata arrestata e condannata a tre anni di prigione. Elaheh Mohammad è formalmente accusata, insieme alla collega Niloufar Hamedi, di essere un “agente nemico”, di aver complottato contro lo Stato, di aver fatto propaganda antigovernativa. A livello internazionale, le giornaliste iraniane hanno ricevuto diversi riconoscimenti per il loro coraggio, per aver denunciato l’oppressione sistematica applicata dal governo iraniano.
Elaheh Mohammad e Niloofar Hamedi hanno ricevuto l’International Press Freedom Award by Canadian Journalists for Free Expression (CJFE) nel febbraio 2023; l’Harvard’s Louis M. Lyons Award for Conscience and Integrity in Journalism nel marzo 2023; insieme, sono state inserite nella lista del Time delle persone più influenti del 2023. Con la collega Narges Mohammadi, le due giornaliste hanno ricevuto anche l’UNESCO/Guillermo Cano World Press Freedom Prize.
A cura di Chiara.
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