Victoria Woodhull
Victoria Woodhull fu un’attivista americana, esponente di rilievo del movimento delle suffraggette nonché pioniera in molti campi: la prima donna a candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti d’America, la prima donna a gestire una società di brokeraggio insieme alla sorella a Wall Street; una delle prime donne, sempre insieme alla sorella, a fondare e gestire una rivista negli Stati Uniti.
Povertà e spiritualismo
Victoria California Claflin nacque il 23 settembre 1838 nell’Ohio, la settima dei dieci figli di Roxanna Hummel, nata da genitori non sposati e analfabeta, e Reuben Buckman Claflin, avvocato, commerciante e anche truffatore, a sua volta figlio di una famiglia povera, sebbene imparentata alla lontana con il governatore del Massachussetts William Claflin. La madre Roxanna seguiva lo spiritualismo, un movimento che credeva nella possibilità di mettersi in contatto con gli spiriti dei defunti, e la giovane Victoria ne fu influenzata; anche lei divenne una credente nello spiritualismo, perché, come detto da lei stessa, le dava la possibilità di credere a una vita migliore dopo la morte.
La sua vita infatti era tutt’altro che rosea: Victoria era una ragazzina intelligente, ma dovette abbandonare la scuola dopo appena tre anni quando il padre fallì un tentativo di truffa all’assicurazione. La famiglia dovette quindi abbandonare l’Ohio; nonostante le difficoltà, Victoria si affezionò particolarmente alla sorellina più piccola, Tennessee Celeste, con cui in futuro avrebbe condiviso alcune delle sue imprese.
I matrimoni
All’età di quindici anni, nel 1853, Victoria sposò il ventottenne Canning Woodhull, medico di New York che vantava una parentela con il sindaco della città (diceva di esserne il nipote, in realtà ne era un lontano cugino). Da Woodhull Victoria ebbe due figli, Byron e Zula, ma il matrimonio era tutt’altro che roseo; Canning si rivelò un alcolista perennemente a caccia di altre donne. Dopo la nascita di Zula, Victoria decise di divorziare dal marito, pur mantenendone il cognome: fu una decisione assolutamente scandalosa, perché una donna era tenuta a mantenere il vincolo matrimoniale in qualsiasi circostanza; il divorzio significava, per la donna, uno stigma e ostracismo sociali.
Fu probabilmente l’infedeltà del marito a far nascere in Victoria la sua filosofia dell’amore “libero”: non “libero” nel senso di poligamia, ma “libero” per la donna nel senso che a quest’ultima doveva essere garantita la libertà di scegliere il marito, di scegliere se avere rapporti sessuali o meno, e soprattutto la libertà di cambiare idea e chiedere il divorzio senza incorrere in una condanna sociale. In un famoso discorso tenuto nel 1870 (il cosiddetto “discorso Steinway”) Victoria denunciò apertamente l’ipocrisia della società, che imponeva il matrimonio e la fedeltà alle donne ma poi chiudeva gli occhi per le infedeltà dei mariti.
Nel 1866 Victoria si risposò con il colonnello James Harvey Blood, da cui, seguendo la sua filosofia dell’amore libero, avrebbe però divorziato circa dieci anni dopo.
1870: l’anno della ricchezza
Nel 1870 Victoria e la sorella Tennessee conseguirono parecchi successi. Per la prima volta nella storia fondarono insieme a Wall Street una società di brokeraggio, la Woodhull, Claflin & Company, grazie anche ai finanziamenti di Cornelius Vanderbilt, ammiratore delle abilità di Victoria come medium. Il mondo di Wall Street ne fu scioccato, eppure le due sorelle guadagnarono milioni, specialmente grazie ai loro consigli dati proprio a Vanderbilt. Con i soldi guadagnati a Wall Street, le due sorelle fondarono nel maggio 1870 un proprio settimanale, il Woodhull & Claflin’s Weekly, che affrontava tematiche tabù come la libertà e l’educazione sessuale, il suffragio per le donne, lo spiritualismo, e la legalizzazione della prostituzione; anche il secondo marito di Victoria contribuì con propri articoli. Il settimanale aveva anche un secondo scopo: promuovere la candidatura di Victoria Woodhull alla presidenza degli Stati Uniti.
La donna, però, non sarebbe mai riuscita a presentarsi: nel 1872 Victoria, il marito e la sorella vennero arrestati con l’accusa di aver pubblicato notizie oscene, e al loro rilascio la campagna presidenziale era già finita. Il caso che la rovinò fu quello del predicatore Henry Ward Beecher: lui, che aveva attaccato pubblicamente la filosofia di Victoria sull’amore libero, intratteneva una relazione extraconiugale con una parrocchiana.
Victoria ne smascherò l’ipocrisia sul suo settimanale, ma Beecher infine ne uscì indenne, perché seppur sottoposto a un processo per adulterio, la giuria non raggiunse mai un verdetto. Invece, per Victoria la vicenda mise fine alla sua ambizione di candidarsi alla presidenza.
Voto alle donne
Ciò comunque non fermò Victoria, che alla fine del 1870 tenne un memorabile discorso a sostegno del voto alle donne di fronte alla House Judiciary Committee. Molte leader delle suffragette videro in Victoria una nuova portavoce e applaudirono il suo discorso; in breve la donna divenne leader del movimento e in seguito aderì alla Prima internazionale dei lavoratori.
Dopo il divorzio dal secondo marito, alla morte del suo benefattore Cornelius Vanderbilt Victoria e Tennessee ricevettero una discreta somma di denaro, con la quale lasciarono gli Stati Uniti e si recarono nel Regno Unito: lì Victoria conobbe e sposò il banchiere John Martin (1883). Iniziò a scrivere articoli e a pubblicare una propria rivista, The Humanitarian, firmandosi Victoria Woodhull Martin e continuando a sostenere le sue idee sulla libertà e i diritti delle donne. Alla morte del terzo marito nel 1897, Victoria si ritirò in campagna, con la sorella e la figlia Zula, e nel Worcestershire, a Bredon’s Norton, fondò una scuola, in cui divenne docente e cercò di promuovere una riforma dell’istruzione. A Bredon’s Norton Victoria morì il 9 giugno 1927.
A cura di Chiara.
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