La pasticciera di mezzanotte è l’ultimo libro della pentalogia sui cinque sensi, pubblicata da Desy Icardi tra il 2019 e il 2023 per Fazi Editore. Questa serie di romanzi esplora le storie e le emozioni legate ai cinque sensi, con ogni libro dedicato a uno di essi. Le vicende umane descritte sono ricche di significato, analizzate con un tocco di mistero e introspezione. La scrittrice torinese trasporta i lettori in un viaggio sensoriale unico, mostrando come i sensi influenzino la nostra percezione del mondo e delle relazioni personali. La pasticciera di mezzanotte chiude la pentalogia indagando a fondo sul senso del gusto. Sempre nel romanzo, la scrittrice descrive in maniera magistrale i personaggi centrali della vicenda, Edmondo Ferro e Jolanda, in una Torino sconvolta dalle conseguenze interne dalla Grande Guerra.

 

Copyright di Desy Icardi

Arstorica – Buongiorno Desy, piacere di conoscerla, ci parli di lei. Quando ha iniziato a scrivere romanzi? E che consigli si sentirebbe di dare a tutti coloro che sognano di scrivere un libro, ma non sanno da che parte iniziare?

Desy Icardi – Ho cominciato il mio primo romanzo nel 2007, precedentemente avevo scritto per il teatro. La strada per la pubblicazione è stata lunga e tortuosa, il mio primo libro è infatti uscito nel 2014, ben sette anni dopo averlo cominciato. Consiglio a chi desidera scrivere di farlo con costanza ma soprattutto, con gioia e senza lasciarsi  demoralizzare se i risultati non arrivano subito. Se però la scrittura in sé non vi diverte né entusiasma, forse non fa per voi.

“La pasticciera di mezzanotte” è un libro molto coinvolgente. Come è riuscita a costruire una storia così interessante? Ha avuto delle difficoltà nel corso della scrittura del romanzo?

Ogni romanzo riserva le sue difficoltà, nel caso de La pasticciera di mezzanotte la parte complicata è stata il montaggio delle linee narrative. La storia, infatti, si sviluppa su piani narrativi e temporali differenti.

 In copertina illustrazione da poster vintage, copyright Fazi Editore

Qual è il contesto storico in cui si svolge la storia, e come influisce sulla vita dei personaggi?

Il contesto storico è il fronte interno della prima guerra mondiale.  Il romanzo racconta la guerra dal punto di vista di chi in guerra non ci è andato ma ha vissuto la preoccupazione  per chi è partito, le ristrettezze economiche e quelle alimentari. I personaggi del romanzo attraversano privazioni, paure e, soprattutto, cambiamenti epocali che li cambieranno a loro volta.

In che modo viene descritta la città di Torino nel corso dei tumulti legati alla rivolta del pane e quali sono le conseguenze di questo evento sulla vita dei personaggi?

Ovviamente dietro alla ricostruzione della Torino scossa dalla rivolta del pane c’è una buona dose di ricerca storica, gli aspetti sui quali mi sono concentrata non sono però quelli storici, bensì quelli umani. In particolar modo ho parlato delle donne e dei cambiamenti che hanno affrontato durante la guerra. Con gli uomini al fronte, le donne hanno preso il loro posto nelle fabbriche, negli uffici, persino alla guida dei tram. Il ruolo della donna, specie di quella lavoratrice, è molto mutato nel corso della Grande Guerra e i personaggi del mio romanzo vivono, chi più e chi meno direttamente, questo mutamento.

Il romanzo parte da un personaggio molto interessante, l’avvocato Edmondo Ferro, uomo di grande cultura che decide di scrivere un romanzo, raccontando una storia fino ad ora mai rivelata che in qualche modo riguarda anche il suo passato. Ci può parlare meglio del suo personaggio? 

La pasticciera di mezzanotte è il quinto e ultimo volume di una pentalogia sensoriale pubblicata da Fazi editore, composta da cinque romanzi con storie indipendenti tra loro e leggibili in qualunque ordine, ognuna delle quali dedicata a uno dei cinque sensi. Ogni romanzo ha una diversa protagonista, sempre accompagnata dall’avvocato Edmondo Ferro, un lettore avido e vorace che vive a metà tra la vita reale e le pagine stampate. L’avvocato Ferro mi è servito per raccontare la lettura come esperienza multisensoriale; un romanzo, infatti, può e deve sollecitare e solleticare ognuno dei cinque sensi. La  pasticciera di mezzanotte è il romanzo dedicato al gusto, nel quale ho deciso di far cimentare il mio “lettore centenario” nella stesura del suo primo e unico romanzo. Molti lettori forti sognano di scrivere almeno una volta nella vita, una storia tutta loro,  e nell’ultimo romanzo che lo vede protagonista, ho voluto dare all’avvocato Ferro questa opportunità.

Copyright di Desy Icardi

L’altra protagonista del romanzo è Jolanda, la cui esistenza è da sempre stata segnata da una figura, sua zia Isabella, donna dal carattere dispotico e autoritario. Perché la giovane non riesce mai a liberarsi da una figura così ingombrante, cercando di pensare alla propria felicità? Ce ne può parlare?

La vita di moltissime persone è gravata da figure ingombranti, che spesso nascondono il loro desiderio narcisistico di controllo sotto ai morbidi panni dell’affetto e a quelli più ruvidi del senso di colpa. 

Genitori, coniugi, amici… Il despota spesso si nasconde dietro alle figure in apparenza più rassicuranti e innocue.  Attraverso Isabella e Jolanda ho voluto raccontare una dinamica  affettiva disfunzionale, nella quale sapevo che in molti si sarebbero rispecchiati e che,  nel suo piccolo, avrebbe offerto spunti di riflessione. Ho ricevuto messaggi da parte di lettori e lettrici che mi hanno confidato di aver ritrovato nella perfida Isabella la loro madre,  una sorella, oppure un padre o un marito controllante. Una ragazza, in particolare, mi ha scritto di aver preso le distanze da una persona che da anni la opprimeva, dopo aver letto La pasticciera di mezzanotte. Questo fatto da solo, mi ripaga dell’aver scritto il romanzo.

Nel romanzo si parla molto del ruolo assunto dal cibo nella vita di Jolanda. Come cambia il rapporto con esso nel corso della storia?

Sin da giovanissima Jolanda ha usato il cibo, o piuttosto il rifiuto di esso, come grido d’aiuto. Il cibo per lei è una zavorra, qualcosa di funzionale alla sopravvivenza nel quale, tuttavia, non coglie alcun piacere.  Quando Jolanda è ancora bambina, un personaggio misterioso che incarna un segreto celato nel suo passato, l’avvicina nottetempo all’arte della pasticcieria. Quel che la misteriosa pasticciera di mezzanotte  insegna a Jolanda non è soltanto la preparazione di torte e biscotti, bensì la capacità di distinguere il confine tra chi lei è realmente e chi gli altri pretendono che sia. 

In che modo il cibo aiuta Jolanda a confrontarsi con il suo passato e con i fantasmi della sua nobile famiglia?

Il primo passo che Jolanda compie verso il cibo è quello di ammettere che ama cucinare. Cucinare per Jolanda è  un atto di ribellione, che le consente di accettare e amare una parte di sé non approvata dalla sua onnipresente zia.

Da dove le è venuta l’ispirazione di dedicare un libro a ciascuno dei cinque sensi?

Tanti anni fa frequentai un corso di scrittura con Massimo Tallone, un giallista torinese che stimo moltissimo. 

Uno degli esercizi che mi propose, fu quello di raccontare  in più versioni una breve passeggiata, cambiando ogni volta registro sensoriale: cosa vedo durante il tragitto, cosa ascolto, cosa tocco… L’idea iniziale per una pentalogia sensoriale,  nacque da quel semplice  ma intrigante esercizio.

Se non siamo indiscreti, che progetti ha per il futuro?

Sto lavorando a diversi progetti: un romanzo ambientato negli anni venti nel mondo dell’ipnosi sia clinica che da palcoscenico, un YA distopico ambientato in una società governata dall’intelligenza artificiale e alcune storie per bambini.  Dopo aver lavorato per cinque anni, e al ritmo serrato di un romanzo ogni anno, alla pentalogia sensoriale, mi sto divertendo a sperimentare cose differenti.