Helen Keller
Priva della vista e dell’udito sin da quando era piccolissima, Helen Keller è stata un’attivista per i diritti delle persone con disabilità e delle donne, nonché autrice di numerose opere in molteplici discipline.
La vita in Alabama
Helen Adams Keller nacque il 27 giugno 1880 a Tuscumbia, cittadina dell’Alabama, da Arthur Keller, editore del giornale North Alabamian, e Catherine Everett Adams, appartenente a una antica famiglia del sud, proprietaria di piantagioni e di schiavi. Helen non nacque con la propria disabilità: la vista e l’udito scomparvero a causa di una malattia sconosciuta quando aveva circa un anno e mezzo d’età.
Per compensare la mancanza Helen iniziò a comunicare con un rudimentale linguaggio dei segni, che le permisero se non altro di rapportarsi con una sua quasi coetanea, Martha, figlia della cuoca. Catherine, la madre di Helen, voleva però di più per la figlia, e grazie a una serie di amicizie e consigli, ottenne un contatto con l’Istituto per non vedenti Perkins, a Boston, che aveva già istruito con successo altre persone prive della vista. Tra di esse, la ventenne Anne Sullivan venne selezionata per diventare l’insegnante personale di Helen, dando inizio a un’amicizia che sarebbe durata per tutta la vita.
Anne Sullivan giunse alla casa dei Keller nel marzo 1887, rivoluzionando per sempre la vita di Helen. Le insegnò a sillabare le parole con le mani e ad associare gli oggetti ai loro nomi, e nel giro di un anno Helen fu pronta a iscriversi ufficialmente all’istituto Perkins.
L’istruzione
Nonostante le difficoltà iniziali, Helen fece grandi progressi in poco tempo. Insieme ad Anne frequentò la William Wade House and Finishing School, per poi approdare ad altri due istituti per persone sorde e, infine, riuscire ad accedere alla Cambridge School for Young Ladies e al Radcliffe College dell’Università di Harvard. La sua storia non rimase sconosciuta a lungo, e attirò preso un mecenate, il magnate del petrolio Henry Huttleston Rogers, che pagò il suo percorso universitario insieme alla moglie Abbie. Laureandosi nel 1904, Helen Keller divenne la prima persona sordocieca a ottenere una laurea umanistica.
Parallelamente si dedicò alla scrittura, intrattenendo anche una interessante e stimolante corrispondenza con il filosofo austriaco Wilhelm Jerusalem. Nel frattempo, infatti, Helen aveva imparato a scrivere, a “carpire” la voce delle persone usando il metodo Tadoma (ossia appoggiando le dita sulle labbra e la gola delle persone per sentire le vibrazioni vocali) e a leggere il braille. Riuscì anche a imparare ad “ascoltare” la musica tramite le dita e le vibrazioni trasmesse dallo strumento.
Helen era relativamente indipendente, ma aveva sempre accanto a sé un aiuto; Anne fu amica e compagna devota per anni, ma quando si sposò nel 1905, venne sostituita dalla scozzese Polly Thomson. Helen, Polly ed Anne viaggiarono spesso insieme, tenendo conferenze e incontrando personalità importanti del mondo letterario e politico. Helen era infatti diventata una accesa sostenitrice dei diritti per le persone con disabilità, e si dedicava a raccogliere fondi per gli istituti per non vedenti; la sua capacità di tenere discorsi nonostante la sordità la rese famosa a livello internazionale.
Una speaker internazionale
Helen viaggiò in molteplici paesi in tutto il mondo, tenendo conferenze e discorsi sulle condizioni delle persone prive di udito; era però anche una suffragetta, una pacifista e una sostenitrice della contraccezione. Insieme a George Kessler, nel 1915 fondò l’organizzazione Helen Keller International, attiva nel campo della ricerca per la salute, la nutrizione e la vista; l’anno successivo contribuì con una donazione all’associazione per i diritti delle persone di colore, la NAACP. Sostenitrice, infatti, dei diritti civili, contribuì anche a fondare l’American Civil Liberties Union; tra le sue amicizie figuravano personalità importanti in ogni campo, da Mark Twain (suo grande ammiratore sin da quando era una bambina che stava imparando a comunicare) ad Alexander Graham Bell, che ne segnalò il nome all’Istituto Perkins.
Nel 1919, Helen si iscrisse al partito socialista, continuando a difendere i diritti dei più poveri e degli emarginati; la sua battaglia non fu senza opposizione (alcuni giornali rifiutarono di pubblicare i suoi articoli, altri tentarono di sminuire le sue posizioni politiche adducendo a una presunta inferiorità intellettuale dovuta alla sua disabilità), ma Helen persistette, scrivendo nel frattempo molteplici articoli e dodici libri. La sua pubblicazione più famosa, The Story of My Life, è la sua autobiografia, pubblicata quando lei aveva 22 anni. Fu seguita da un altro lavoro autobiografico, The World I Live In (1908), un resoconto sulla sua vita e sulle sue percezioni come sordocieca.
Quando Anne Sullivan morì nel 1936, Helen e Polly si trasferirono in Connecticut, ma continuarono a viaggiare in tutto il mondo. A partire dagli anni Sessanta iniziò ad avere una serie di infarti. Nel 1964 ottenne dal presidente Johnson la Medaglia presidenziale per la libertà, uno dei più alti onori civili degli Stati Uniti, e l’anno successivo venne inclusa nella National Women’s Hall of Fame. Helen Keller si spense nel sonno nella sua casa del Connecticut il 1° giugno 1968. Alla sua vita sono stati ispirati numerosi documentari, film e rappresentazioni teatrali; lo Stato dell’Alabama le dedicò una moneta commemorativa, con il suo nome scritto in braille.
A cura di Chiara.
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