Schiaccianoci e il re dei topi

Uno dei classici di Natale più noti di sempre, il racconto fiabesco Schiaccianoci e il re dei topi venne pubblicato per la prima volta nel 1816 dallo scrittore romantico tedesco Ernst Theodor Amadeus Hoffman; la storia, così come ripresa e adattata da Alexandre Dumas padre, divenne la base del celeberrimo balletto Lo schiaccianoci, musicato da Pëtr Čajkovskij e coreografato da Lev Ivanovič Ivanov

Come si struttura la favola

La favola si struttura in quattordici capitoli e si apre alla sera della Vigilia di Natale, a casa della famiglia Stahlbaum. La settenne Marie siede insieme al fratello Fritz nel salottino: i due chiacchierano nell’eccitante attesa del Natale, cercando di immaginare quali fantastici doni il loro padrino, l’orologiaio e inventore Drosselmeyer, porterà loro. Drosselmeyer non li delude, e tra i doni da lui portati spiccano un castello meccanico (i cui abitanti si muovono all’interno come in un orologio a cucù) e uno schiaccianoci. Lo schiaccianoci piace così tanto ai bambini che questi ultimi continuano a giocarci finché Fritz, per sbaglio, non gli rompe la mandibola tentando di rompere una noce troppo grossa. Marie ci rimane talmente male che cerca di ripararlo “bendandolo” con un nastro del suo abito.

È tempo di andare a dormire e di riporre i giocattoli nel loro apposito ripostiglio, ma Marie chiede di rimanere con il suo schiaccianoci ancora un po’. Gli parla amorevolmente, spiegandogli che Drosselmeyer lo riparerà, e magicamente sembra che lo schiaccianoci prenda vita. E non solo lui: dal pavimento fuoriesce un esercito di topi, guidati dal malvagio re dei topi, dotato di sette teste e sette corone.

Contro di lui, lo schiaccianoci dispiega tutto l’arsenale di giocattoli, che a loro volta sono vivi e vegeti: i soldatini, però, sono in minoranza e rischiano di venire sconfitti dai topi, se non che Marie interviene lanciando la propria ciabatta contro il re dei topi. In seguito, Marie sviene nel ripostiglio e si taglia il braccio nella caduta. Quando si risveglia, nessuno crede alla sua storia, ma la sua avventura non è finita. Il padrino Drosselmeyer ha riparato lo schiaccianoci e le racconta una leggenda su come è nato lo schiaccianoci: la regina dei topi ha, per vendetta, lanciato una maledizione sulla figlia del re, Pirlipat, trasformandola in un brutto schiaccianoci, e l’unico modo per rompere l’incantesimo è trovare un uomo in grado di spezzare con i denti la magica noce Cratatuc.

A riuscire nell’impresa (e a vincere la mano della principessa) è il nipote di Drosselmeyer, che però viene a sua volta colpito dalla maledizione della regina dei topi e, diventato brutto, viene scaricato dalla principessa (ora tornata bella). Marie capisce quindi che il suo schiaccianoci altro non è che il nipote di Drosselmeyer: grazie all’aiuto di Fritz, che gli procura una spada, lo schiaccianoci riesce a sconfiggere definitivamente il re dei topi quando questo si ripresenta da Marie minacciandola.

Marie ha così l’opportunità di visitare il regno delle bambole; tornata nella realtà, conosce il nipote di Drosselmeyer, un giovane molto bravo a rompere le noci con i denti: si tratta proprio dello schiaccianoci, tornato umano, che chiede a Marie di sposarlo. L’anno successivo, di nuovo a Natale, il nipote ricompare e porta Marie con sé nel mondo delle bambole, dove la bimba viene incoronata regina.

A cura di Chiara.