Quante “Giuditta” sono state dipinte da Gustave Klimt?
Giuditta è senz’altro una delle opere d’arte tra le più conosciute dell’artista austriaco Gustave Klimt. Esistono per l’esattezza due versioni dell’opera artistica Giuditta:
- la prima versione, definita anche Giuditta I, è stata realizzata dall’artista austriaco nell’anno 1901 e si trova presso il celebre Österreichische Galerie Belvedere di Vienna, in Austria;
- la seconda versione, definita anche Giuditta II, è stata dipinta da Klimt nel 1909 ed oggi è possibile vederla presso la nota Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Venezia.
Giuditta I e Giuditta II sono considerate tra le tele più preziose e più conosciute di Gustave Klimt nel mondo.
Il soggetto biblico della Giuditta e a chi si ispira Klimt nella sua realizzazione
Giuditta I e Giuditta II sono entrambe due opere che riproducono un tema tratto dalla Bibbia, Antico Testamento: Giuditta era una donna ebrea giovane che aveva sedotto il generale Oloferne appartenente alla schiera dei nemici, con l’intento di poter salvare la sua città natia, Betulia, dall’assedio portato avanti dall’esercito assiro. Con un pretesto la fanciulla fece ubriacare il generale con il chiaro intento di ucciderlo in un modo molto crudele: tagliargli la testa.
Il significato dell’opera è simbolico: Giuditta viene rappresentata come eroina femminile, la quale viene talvolta raffigurata come femme fatale talvolta come carnefice avendo tra le mani la testa tagliata di Oloferne. Giuditta sarebbe colei che rappresenterebbe una vera e propria femme fatale e allo stesso tempo il concetto di forza femminile.
Come molte persone sapranno, la modella che venne utilizzata da Klimt per la realizzazione di questi due quadri era la nobildonna austriaca Adele Bloch-Bauer che fu tra l’altro anche l’amante dello stesso artista. Quest’ultima fu da lui scelta anche come modella per la realizzazione di altre opere, tra cui si ricordano Ritratto di Adele Bloch-Bauer I e Adele Bloch-Bauer II.
Alcune curiosità sulla Giuditta II
Esistono anche altre curiosità proprio sulla Giuditta II. Il dipinto, nella sua seconda versione, era stato realizzato nell’anno 1909 e fu presentato nell’anno 1910 a Venezia insieme ad altre tele.
L’opera ebbe un così gran successo che fu acquistata dalla città di Venezia, purché entrasse a far parte della collezione di opere della Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Venezia. Quest’intuizione da parte della città fu talmente geniale che oggi la Giuditta II viene considerata come uno dei pezzi più importanti della collezione presente presso la Galleria Internazionale d’Arte Moderna.
Per molto tempo è stata fatta una grande confusione circa il soggetto rappresentato nel seguente dipinto, a tal punto che erroneamente da alcuni Giuditta è stata personificata nella figura di Salomè, altra nota figura biblica dell’Antico Testamento da sempre rappresentata avendo tra le mani la testa mozzata di Giovanni Battista. L’errore è ancor più evidente, infatti, mentre Salomè è una donna spietata che fa uccidere come mandante Giovanni Battista, Giuditta uccide Oloferne di sua spontanea volontà per poter salvare la sua città, diventando un’eroina artefice del proprio destino.
Un’ultima curiosità su quest’opera risiede anche nel fatto che per la realizzazione di questo noto quadro Klimt si sarebbe ispirato all’arte giapponese riprendendo il formato tipicamente orientale proprio del kakemono, ovvero il tradizionale dipinto o la nota calligrafia giapponese che veniva eseguito su carta, su seta oppure su cotone. Il kakemono era organizzato come un rotolo che doveva essere essere appeso.
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