Rebecca Sharp
Apparso per la prima volta a puntate tra il 1847 e il 1848, La fiera della vanità di William Thackeray presenta una protagonista d’eccezione: Rebecca (Becky) Sharp, il primo personaggio femminile della storia della letteratura inglese che non rientra nei canoni finora utilizzati (donna virtuosa o donna peccatrice destinata alla tragedia) ma è una donna “vera”, concreta, anche approfittatrice, che fa i conti con la realtà, senza sentimentalismi, e gioca il gioco della società per vincere e non per esserne una mera vittima.
Il romanzo, in realtà, ruota attorno a due personaggi femminili, Becky e Amelia; la prima è sicura di sé, determinata e ambiziosa quanto la seconda è dolce e passiva. Amelia, sposatasi per amore con un uomo vanesio e bugiardo, finirà per sposare l’uomo che veramente la ama, Dobbin, quando rimane vedova del primo marito. In questa vicenda si segue un intreccio abbastanza tradizionale, dove l’onesta e la virtù di Amelia vengono infine premiate da un matrimonio felice; ben più anomala è invece la vicenda di Becky.
Di umili natali, è disposta a tutto per scalare la società. Dapprima prova a sedurre il fratello di Amelia, Joseph, ma fallito il tentativo, decide di diventare l’istitutrice delle figlie di Sir Crawley, uomo rozzo ma ricco con due figli maschi. Becky riesce a farsi benvolere da tutti, incluso Rawdon, il figlio minore. Becky si sposa in segreto con Rawdon, e quando Sir Crawley rimane improvvisamente vedovo e si precipita da Becky per chiederle di sposarlo, la donna è costretta a rifiutarsi e a fuggire con il neomarito.
In questo modo, però, si inimica Sir Crawley e la sorella di lui, Miss Crawley, compromettendo l’eredità di Rawdon; sarà il fratello minore Pitt, infatti, a ereditare tutto. Ciononostante, la sagacia di Becky permette di mantenere buoni rapporti con Pitt e sua moglie Jane. La situazione, però, precipita quando Becky riesce a infiltrarsi nell’alta società inglese flirtando con il Marchese di Steyne: Rawdon, imprigionato per debiti, chiede aiuto alla moglie che si nega; si rivolge allora alla cognata Jane, che paga i suoi debiti, e tornato a casa coglie Becky in un flirt con il marchese. Rawdon abbandona la casa portando con sé il piccolo figlio avuto con Becky, che lascia alle cure del fratello e della cognata.
Becky, travolta dallo scandalo e improvvisamente esclusa dalla società, non demorde: inizia a viaggiare per l’Europa e per caso incontra di nuovo Joseph, fratello di Amelia, su cui riesce a ricostruire il proprio ascendente. Nel giro di poco, Becky soggioga completamente Joseph e riesce a stipulare nei suoi confronti un’assicurazione sulla vita: misteriosamente, poco dopo Joseph muore. Becky, finalmente, può vivere nell’agio e nella ricchezza, riaccolta nella buona società e negando qualsiasi insinuazione nei suoi confronti.
Becky non solo non cede mai al vittimismo, ma si rimette sempre in piedi: una protagonista femminile che gioca sporco e la fa franca, una vera antieroina, ambigua e manipolatrice, che conclude la sua scalata con un trionfo.
A cura di Chiara.
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