Introduzione

Il dipinto dal titolo “Amor Sacro e Amor Profano” è uno dei quadri più famosi del leggendario pittore veneziano Tiziano. La sua bellezza e la sua ricchezza di dettagli hanno attirato l’attenzione degli ammiratori in arrivo da tutto il mondo, trascinandoli in un viaggio alla scoperta della sua realizzazione.

L’opera è attualmente conservata al Museo Gallerie dell’Accademia a Venezia, dove può essere visionata da tutti coloro che scelgono di entrare nel museo.

Vediamo insieme qualche interessante curiosità sul quadro e sul legame con il suo autore, così da comprenderlo al meglio.

Un quadro dalle grandi dimensioni

La tela che ospita “Amor Sacro e Amor profano” misura circa 3 metri per 2 metri di altezza.
Il quadro è stata realizzato attraverso l’utilizzo di una tecnica mista – abbastanza inusuale per il periodo. Olio, tempera e foglia d’oro sono i materiali principali, insieme a qualche piccola chicca ancora nascosta.

Il dipinto rappresenta l’unione di due mondi

Come suggerisce il titolo, appunto “Amor Sacro e Amor Profano”, il dipinto rappresenta l’unione di due mondi: quello sacro e quello profano. La figura femminile a sinistra rappresenta la Vergine Maria, mentre quella a destra è una donna nuda che simboleggia l’amore terreno. L’opera è stata spesso interpretata come una rappresentazione personale della tensione che emerge tra questi due mondi e che unisce tutta la cultura rinascimentale.

L’allegoria matrimoniale

Il quadro di Tiziano trae ispirazione da un vero matrimonio storico, quello tra Nicolò Aurelio e Laura Bagarotto (1514). Non a caso, il fregio del sarcofago riporta alla luce lo stemma araldico della famiglia Aurelio.

Secondo quanto scoperto dagli storici, Nicolò commissionò a Tiziano questo imponente quadro proprio per celebrare la fortunata unione. Viene da chiedersi perché, quali sono le motivazioni che hanno portato ad una simile scelta?

Nicolò Aurelio faceva parte del consiglio dei Dieci, che all’epoca governavano Venezia e che, con ogni probabilità, avevano condannato all’impiccagione il padre di Laura – tale Bertuccio Bagarotto – con l’accusa di alto tradimento.

L’intento di Nicolò era quindi quello di farsi perdonare, persuadendo Laura a sposarlo e mobilitandosi per predisporre un fruttuoso matrimonio riparatore.