Introduzione
Nella realizzazione di un quadro, l’uso del colore non è mai casuale. Gli artisti selezionano i colori da aggiungere alla propria tavolozza prestando attenzione a quello che hanno intenzione di rappresentare e – soprattutto – trasmettere.
Come probabilmente già saprete, esiste una stretta relazione simbolica tra il colore e l’emozione che ci trasmette. Allo stesso tempo, tutti i colori hanno un lato positivo e un lato negativo. Ad esempio, il blu può essere contemporaneamente simbolo di saggezza e simbolo di tristezza.
Eppure, con l’esclusione degli artisti contemporanei, la teoria dei colori ancora non si conosceva quando Van Gogh realizzava i suoi quadri o quando Caravaggio presentava le proprie opere. Cosa si nasconde quindi dietro l’uso del colore nei dipinti? Quali sono le curiosità più interessanti da conoscere?
Il daltonismo di Van Gogh
Sono tante le voci che raccontano del possibile daltonismo di Van Gogh. Non sappiamo esattamente chi abbia iniziato questo racconto, ma i colori utilizzati nei quadri sembrano confermare questa bizzarra teoria.
L’ipotesi più probabile è che, in quanto daltonico, Van Gogh vedesse la maggior parte dei soggetti di colore giallo. Ecco spiegata la presenza quasi costante del colore giallo nelle sue opere.
I movimenti e i colori rappresentativi
Secondo i critici d’arte, che hanno analizzato da vicino le tavolozze colore dei quadri di periodi storici differenti, i movimenti sembrano avere uno “schema comune”. I colori scelti dagli artisti di un determinato movimento sembrano ripetersi uno dopo l’altro.
Soprattutto, le opere del Rinascimento fanno affidamento a colori prettamente sereni, in linea con l’ideale romantico del tempo; le opere del periodo barocco a tinte più accese e cupe, che rispecchiano il desiderio di ricchezza e potere; mentre i quadri caratteristici dell’Impressionismo si affidano a tonalità luminose e “fresche”, che rispecchiano il desiderio di pace e il senso di speranza.
L’arte monocromatica
L’arte monocromatica riduce drasticamente la palette colore. Gli artisti prendono questa decisione consapevolmente, con l’obiettivo di focalizzare l’attenzione dell’osservatore su un particolare argomento, concetto o tecnica.
Piccoli esempi ci arrivano dalle opere di Yves Klein, che ha dedicato parte della sua vita alla ricerca del “perfetto blu”. Allo stesso tempo, possiamo pensare ai quadri in bianco e nero di Escher, che non hanno bisogno di tonalità vibranti per catturare l’attenzione.
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