Sally Kristen Ride
Sally Kristen Ride è stata un’astronauta e fisica statunitense; è stata la prima donna americana, e la terza donna in assoluto, a compiere un viaggio nello spazio.
Le origini e gli studi: fisica o tennis?
Sally Kristen Ride nacque il 26 maggio 1951 a Los Angeles, la figlia maggiore di Dale Burdell Ride, professore di scienze politiche a Santa Monica che era sbarcato in Europa con l’esercito americano durante la Seconda guerra mondiale, e Carol Joyce Anderson, volontaria presso una prigione femminile.
Sally trascorse la propria infanzia a Los Angeles. All’età di nove anni, la famiglia intera si recò per un anno sabbatico in Europa, dove la piccola Sally giocò per la prima volta a tennis, sport che la appassionò molto, tanto che l’anno dopo venne affidata al coaching di Alice Marble, ex numero uno del mondo. Per qualche anno, Sally si allenò come tennista, e arrivò a classificarsi 20° nella California del Sud per le ragazze under 12. Il tennis le permise di aggiudicarsi una borsa di studio con cui studiare a una prestigiosa scuola privata femminile a Los Angeles, la Westlake School for Girls. Sotto la guida di Elizabeth Mommaerts, docente di fisiologia umana, Sally decise di diventare un’astrofisica. Una volta diplomatasi, si iscrisse a dei corsi estivi preparatori di matematica.
La sua preparazione, e anche le sue capacità sportive, le guadagnarono una borsa di studio completa per lo Swarthmore College in Pennsylvania. Al college proseguì con la pratica del tennis, vincendo tutti i campionati scolastici; la passione per quello sport la spinse a riconsiderare le sue scelte e a ponderare un futuro come tennista professionista. Ma il tennis femminile negli anni Sessanta non era considerato tanto quanto quello maschile; Sally, inoltre, aveva nostalgia della California. Nel 1970, la giovane lasciò così la Pennsylvania e si iscrisse alla UCLA, dove ottenne il massimo dei voti in Shakespeare e meccanica quantistica ed ebbe una breve relazione con un assistente, John Tompkins.
In California, però, Sally si rese conto che per diventare una professionista del tennis avrebbe dovuto dedicare tutto il giorno agli allenamenti: non poteva allenarsi e studiare allo stesso tempo. Doveva scegliere quale delle due carriere perseguire, e alla fine scelse lo studio: si trasferì alla Stanford University, dove si laureò nel 1973 con un doppio titolo, uno in fisica e uno in letteratura inglese. Proseguì poi con una specializzazione in fisica nel 1975 e un dottorato nel 1978, con cui si concentrò sull’astrofisica e sul laser a elettroni liberi. Continuò comunque a giocare a tennis a livello amatoriale, e sul campo conobbe Molly Tyson, con cui giocò in coppia e diede anche lezioni di tennis, e infine strinse una relazione romantica, durata fino al 1975. Sally assistette alla Battaglia dei sessi nel 1973 e divenne amica della numero uno del tennis femminile, Billy Jean King.
La NASA
Fu nel 1977 che Sally lesse un articolo sul giornale: un annuncio di lavoro della NASA, che stava reclutando astronauti, anche donne, per il programma dello Space Shuttle. Era la prima volta che la NASA assumeva donne, e Sally si affrettò a inviare la propria candidatura; fu ammessa tra i 208 finalisti, e venne notata per la sua forma fisica; nel 1978, venne informata che era stata ammessa nel Gruppo 8 del programma astronauti della NASA: era una delle sei donne ammesse su 35 astronauti.
Sally si trasferì così in Texas insieme al suo compagno dell’epoca, Bill Colson, con cui avrebbe rotto l’anno dopo. In quanto astronauta in fase di addestramento, imparò a volare su un T-38 Talon: un’esperienza che la segnò profondamente. La donna si innamorò così tanto del volo che prese delle lezioni private per guadagnarsi il brevetto da pilota. Nell’agosto 1979 Sally e i suoi compagni di squadra vennero ufficialmente dichiarati astronauti.
Nel 1981, Sally iniziò a uscire con quello che l’anno dopo sarebbe diventato suo marito: Steven Hawley, uno dei suoi compagni del Gruppo 8; furono la terza coppia di astronauti a sposarsi, tenendo un profilo basso e con una cerimonia riservata ai famigliari. I due divorziarono nel 1987.
In quegli anni, Sally lavorò come Spacecraft communicator (CAPCOM) per la seconda e terza missione dello Space Shuttle, la prima donna a ricoprire quel ruolo, che la portò a essere la prima donna americana a volare nello spazio, cosa che attirò l’attenzione dei media. La prova mediatica portò alla luce una carrellata di stereotipi e discriminazioni nei confronti delle donne astronaute: i giornalisti chiesero a Sally se piangeva quando commetteva un errore, se aveva bisogno di assorbenti per il viaggio (che sarebbe durato solo sei giorni), se le sarebbe piaciuto avere un kit per truccarsi nello spazio.
Al momento del lancio il 18 giugno 1983, Sally diventò la più giovane astronauta americana nello spazio. La missione le portò la fama, e una volta tornata sulla Terra Sally e i suoi compagni di viaggio fecero un tour in tutta l’America. Nel 1983, Sally incontrò Svetlana Savitskaya, la seconda donna a volare nello spazio, con cui strinse un’immediata amicizia.
Nel 1987, Sally si ritirò dalla NASA per insegnare alla Stanford e, dopo due anni, non essendole stato offerto un posto fisso, si spostò all’Università della California, dove ottenne una cattedra di fisica e fu nominata direttrice del California Space Institute. Iniziata una relazione con Tam O’Shaughnessy, si trasferì con lui nella casa comprata a La Jolla, California. Lei e il compagno Tam scrissero insieme sei libri sullo spazio dedicati ai bambini, per invogliarli a studiare le materie scientifiche.
Nel 2011, a Sally venne diagnosticato un cancro al pancreas. Nonostante gli interventi e la chemioterapia, la donna morì il 23 luglio 2012, a 61 anni, nella casa di La Jolla. Le sue ceneri vennero poste accanto a quelle del padre mentre i suoi scritti vennero donati allo Smithsonian.
A cura di Chiara.
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