Françoise Barré-Sinoussi

Françoise Barré-Sinoussi è una virologa francese, professoressa all’Istituto Pasteur di Parigi, nonché direttrice della Divisione per il regolamento delle infezioni retrovirali; nel 2008, insieme a Luc Montagnier, è stata insignita del premio Nobel per la medicina per la scoperta dell’HIV.

Le origini

Françoise Barré-Sinoussi nasce il 30 luglio 1947 a Parigi. Sin da bambina dimostra uno spiccato interesse per la scienza: è affascinata dagli insetti e dagli animali, e trascorre ore ad analizzarli per gioco. A scuola, si rende conto di essere molto più brava in scienze che non nelle materie umanistiche. Terminato il liceo, ne parla con i genitori, esprimendo il proprio interesse a intraprendere una carriera scientifica. Il suo sogno nel cassetto sarebbe quello di diventare medico: all’epoca, però, pensa che studiare medicina sia un percorso troppo lungo e dispendioso per la sua famiglia.

Françoise sceglie allora la facoltà di scienze dell’Università di Parigi; dopo due anni di studi, fa domanda per lavorare part-time in un laboratorio, e viene infine accettata nel prestigioso Istituto Pasteur, una fondazione privata e no-profit per lo studio delle malattie e della biologia.

Il talento che Françoise dimostra in laboratorio trasforma rapidamente il suo contratto part-time in uno full-time: la vita di laboratorio l’assorbe completamente, e la giovane trascorre lì tutto il suo tempo, recuperando poi le lezioni universitarie perse grazie agli appunti dei compagni. Ciononostante, i suoi voti agli esami sono elevati: Françoise è motivata a laurearsi perché ha capito di aver scelto la giusta carriera per sé.

La carriera e la scoperta dell’HIV

Dopo la laurea, Françoise continua gli studi con un dottorato di ricerca, che ottiene nel 1974; dopodiché, svolge un tirocinio presso il ministero della salute americano e in seguito ritorna presso l’Istituto Pasteur.

Negli anni Ottanta, l’AIDS è diventata una vera e propria epidemia di cui non si conoscono le cause. Françoise, insieme al collega Jean-Claude Chermann e al proprio mentore Luc Montagnier, riesce a isolare l’agente scatenante dell’AIDS, ossia il virus dell’HIV. La scoperta dell’HIV consente di cambiare le carte in tavola e di studiare nuovi test per la prevenzione e il monitoraggio della diffusione dell’AIDS. 

Sulla scia di questa importante scoperta, Françoise ottiene un proprio laboratorio presso l’Istituto Pasteur a partire dal 1988. Il laboratorio di Françoise si dedica allo studio dell’HIV, delle sue modalità di infezione, delle rispose immunitarie delle persone, e di altre variabili che aiutano a comprendere meglio questo virus: dalle sue ricerche nascono più di 240 pubblicazioni scientifiche, firmate in collaborazione con i colleghi. Françoise, inoltre, partecipa a oltre 250 conferenze internazionali, si occupa dell’internato di giovani ricercatori, e contribuisce attivamente a numerosi comitati e organizzazioni AIDS a livello internazionale; si presta come consulente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e del programma UNAIDS-HIV, sotto l’egida delle Nazioni Unite.

Il contributo a livello internazionale

Le attività di Françoise non si limitano al solo laboratorio. Sin da subito la scienziata tenta di coniugare le ricerche teoriche con un’applicazione concreta nella realtà. Françoise ha lanciato una serie di collaborazioni nei Paesi in via di sviluppo, lavorando instancabilmente alla costruzione di reti di comunicazione, ricerca e supporto per i Paesi più colpiti dall’AIDS; cerca di apportare miglioramenti concreti in termini di prevenzione, trattamento e cure cliniche

Françoise crede che la scienza abbia fatto passi da gigante, e progressi costanti, nell’ambito della ricerca per l’HIV e l’AIDS, ma che la strada da fare per trovare una cura sia ancora molto lunga. Nel 1992, prende il comando dell’unità adibita ai retrovirus all’interno dell’Istituto Pasteur, che diventa la Divisione per il regolamento delle infezioni retrovirali nel 2005. Per il suo contributo alla ricerca, Françoise entra a far parte del più prestigioso ordine al merito francese, l’Ordre national de la Légion d’honneur, dapprima con il grado di ufficiale, elevato poi a quello di grande ufficiale.

La sua collaborazione con l’OMS le apre gli occhi sulle vere condizioni di molti Paesi in via di sviluppo e la spingono a impegnarsi ancora di più alla ricerca di un vaccino. Nel 2009, la ricercatrice scrive una lettera di protesta indirizzata a Papa Benedetto XVI, per la sua affermazione che i preservativi sono inefficaci per la prevenzione dell’AIDS.

Nel 2008, insieme a Luc Montagnier, riceve il Nobel per la medicina, condividendolo con Harald zue Hausen, scopritore della causa virale del cancro cervicale. 

Nel 2012, Françoise viene nominata presidentessa dell’Associazione internazionale AIDS, ruolo che ricopre fino al 2016; dall’associazione riceve anche il relativo premio. Riceve anche molteplici altri riconoscimenti e lauree ad honoris, tra cui una dall’università di New South Wales e una dall’ École polytechnique fédérale de Lausanne.

Nel 2017, all’età di 75 anni, Françoise Barré-Sinoussi si ritira dal mondo della ricerca.