Maya Lin

Maya Lin è una scultrice e designer americana. L’opera che le ha portato la fama internazionale è stata la realizzazione del memoriale per i veterani del Vietnam a Washington, ma l’artista si è dedicata anche alla progettazione di edifici pubblici e privati, sculture, paesaggi, soprattutto quelli che richiamano il declino ambientale.

Le origini

Maya Lin nasce ad Athens, in Ohio, il 5 ottobre 1959, figlia di due immigrati cinesi. Suo padre, Henry Huan Lin, è un ceramista e preside della facoltà di Belle Arti presso l’università dell’Ohio; è, inoltre, figlio illegittimo di Lin Chang-min, istitutore dell’imperatore in Cina. Sua madre, Julia Chang Lin, insegna letteratura (anche lei presso l’università dell’Ohio), ed è inoltre poetessa. Maya è inoltre imparentata con Lin Huiyin, la prima donna a diventare architetto in Cina. 

Nonostante la fitta rete di relazioni famigliari con la Cina, Maya cresce con un’educazione occidentale, e solo una volta adulta inizierà a nutrire interesse per la cultura cinese. La sua infanzia è all’insegna dell’amore per lo studio e la scuola, cosa che la porta ad avere pochi amici e a trascorrere la maggior parte del proprio tempo a casa. Già quando è al liceo, affascinata dall’arte scultorea, si iscrive a dei corsi presso l’università dell’Ohio per imparare a realizzare oggetti in bronzo fuso. Una volta diplomatasi nel 1977, decide di frequentare l’università di Yale, ottenendo dapprima una laurea triennale (1981) e in seguito una specializzazione in architettura (1986).

L’opera che la rende famosa

Ancor prima di laurearsi, nel 1981, all’età di ventuno anni, Maya vince una gara di design per progettare il memoriale per i veterani del Vietnam. Si conquista la posizione riuscendo a prevalere su altri 1422 candidati. Il suo progetto prevede la realizzazione di una parete di granito nero su cui incidere i nomi dei 57.939 soldati caduti; la parete deve snodarsi in una forma a V, con una parte rivolta verso il Lincoln Memorial, l’altra verso il Washington Monument. Maya spiega di aver pensato a una forma a V per rendere l’idea di una ferita, di un’apertura nella terra, per rappresentare tutto il dolore causato dalla guerra.

Ma la sua nomina non è priva di critiche. Molti si oppongono, dubbiosi sul fatto che una giovane donna di origine asiatica possa realizzare un monumento per dei soldati americani. Altre critiche sottolineano il fatto che non era previsto l’inserimento dei soldati sopravvissuti, o che il nero del granito poteva trasmettere un’opinione negativa della guerra. La giovane Maya difende il proprio progetto davanti al congresso, e infine si giunge a un compromesso, con l’aggiunta di una statua raffigurante tre soldati e una bandiera americana.

Il memoriale viene completato nell’ottobre 1982 e inaugurato a novembre. Nonostante i dubbi iniziali, ben presto l’opera di Maya diventa una meta di pellegrinaggio per i parenti dei soldati caduti in battaglia, il che rende il memoriale una delle opere di architettura più amate degli Stati Uniti. In seguito, il memoriale diviene un punto monumento anche per i soldati caduti in Afghanistan e in Iraq. Maya, però, non si illude: sa perfettamente che se le candidature non fossero state anonime, probabilmente il suo progetto non sarebbe stato scelto a causa delle sue origini asiatiche. Infatti, dopo lo svelamento della sua identità, la scultrice è stata più volte oggetto di commenti discriminatori per la sua etnia.

Le opere “ambientaliste”

Sin dai suoi anni a Yale, Maya si interessa ai problemi ambientali e dedica molto tempo all’attivismo per l’ambiente. Molti dei suoi lavori, infatti, si concentrano sul rapporto tra le persone e l’ambiente in cui vivono, in particolare la sempre maggiore consapevolezza in merito all’ecologia e al proprio impatto ambientale. Nelle sue opere “ambientaliste”, Maya cerca di ridefinire il paesaggio senza deturparlo né stravolgerlo, nella consapevolezza che la natura deve essere trattata con rispetto, e non dominata.

In questo senso, il suo focus è il rapporto tra natura e costruzioni, tra selvaggio e umano: le sue opere evidenziano l’impatto che l’uomo ha sull’ambiente, accedendo il dibattito sul riscaldamento globale, l’esaurimento delle riserve d’acqua e le specie animali in via di estinzione. Nella realizzazione stessa delle sue opere, l’artista cerca di ridurre al minimo il proprio impatto sull’ambiente, utilizzando materiali riciclati e sostenibili e minimizzando le emissioni di CO2. Grazie al suo impegno per l’ambiente, Maya Lin è entrata a far parte del Comitato di difesa delle risorse naturali (NRDC).

Maya Lin Studio

Oggi, l’artista gestisce un proprio studio, il Maya Lin Studio a New York. Maya ha realizzato numerose opere e memoriali, tra cui quello per i diritti civili a Montgomery, Alabama. Il suo primo lavoro “ambientalista” (1995) è un’installazione all’esterno dell’Università del Michigan, che rappresenta una serie di onde e cerca di riprodurre l’idea dei fluidi in movimento. Lo stesso concetto viene ripreso nella scultura 2 × 4 Landscape (2008), che rimanda inoltre al mondo digitale dei pixel, diventato oggi di importanza essenziale. Maya ha anche progettato un edificio per il Museo cinese in America, nel quartiere newyorkese di Chinatown. Sposatasi con il collezionista e il commerciante di foto Daniel Wolf, ha due figlie, India e Rachel

Maya Lin ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo lavoro, tra cui la medaglia nazionale per le arti (2009) da parte del presidente Obama. Nel 2022, lo Smithsonian ha ospitato una sua mostra biografica: “One Life: Maya Lin”.

A cura di Chiara.