Cenni biografici su Lavinia Fontana

Lavinia Fontana nacque a Bologna il 24 agosto 1552 ed era la figlia di un altro grande artista manierista, Filippo Fontana. Grazie al padre, che aveva una bottega, poté imparare i rudimenti dell’arte; inoltre per potere arricchire le sue conoscenze in ambito artistico, Lavinia ebbe la fortuna di poter attingere anche dalle varie scuole italiane d’arte: da quella veneta a quella toscana, da quella emiliana a quella lombarda.

Grazie al padre Filippo conobbe anche i Carracci che erano poco più grandi di lei e che influirono tantissimo sulla sua carriera artistica e sul loro modo di dipingere. All’età di 25 anni sposò il pittore Giovan Paolo Zappi a condizione che questi le avesse permesso di continuare a dedicarsi alla pittura. L’uomo accettò di buon grado, diventando addirittura il suo assistente. La pittrice era molto apprezzata in campo artistico ed era una delle più importanti ritrattiste della sua epoca, la quale arricchiva le sue opere con dettagli molto particolari, come per esempio nell’ambito delle acconciature femminili.

Nelle sue opere compaiono soggetti pittorici mai banali, che comprendevano personaggi del mito, personaggi sacri e personaggi biblici. I successi principali Lavinia li ottenne a Roma, dove era stata chiamata da papa Gregorio XIII. Fu quindi proprio a Roma che si trasferì nell’anno 1603. Godeva della protezione dell’entourage papale, dunque proprio per la Chiesa romana la donna realizzò tantissimi lavori.

Tra i lavori che la pittrice realizzò per l’entourage papale si ricordano per esempio:

  • il quadro Visione di San Giacinto che realizzò per il titolo cardinalizio di Santa Sabina;
  • La lapidazione di Santo Stefano che dipinse nel 1604 per la Basilica di San Paolo fuori le mura;
  • vari ritratti di diplomatici, di dame romane, di importanti nobildonne;
  • Minerva in atto di abbigliarsi nel 1613 che oggi si trova nella Galleria Borghese di Roma.

Negli ultimi anni della propria esistenza, Lavinia Fontana ebbe una crisi mistica che la condusse a ritirarsi in un monastero insieme a suo marito. La pittrice morì a Roma l’11 agosto 1614. Si tratta di una delle artiste di cui ci sono pervenute in assoluto più opere artistiche.

Alcune delle sue opere artistiche

Come accennato sopra, Lavinia Fontana dipinse nel corso della sua vita tantissime opere artistiche e di quelle più famose se ne vogliono descrivere alcune:

  • Minerva in atto di abbigliarsi;
  • Autoritratto nello studio.

Minerva in atto di abbigliarsi

Una delle opere artistiche tra le più conosciute dipinte da Lavinia Fontana è senz’altro Minerva in atto di abbigliarsi  con la realizzata con la tecnica pittorica dell’olio su tela nell’anno 1613 e che oggi si può ammirare presso la Galleria Borghese di Roma.

Minerva nell’atto di abbigliarsi è un’opera artistica di chiaro riferimento mitologico e rientra nell’ambito dei lavori mitologici che la Fontana eseguì nel corso della sua vita. La dea Minerva viene ritratta completamente nuda e colta nell’atto di indossare un mantello. Inoltre viene ripresa per intero e lateralmente; le sue forme inoltre sono ben proporzionate. Il suo viso è inclinato e rivolto verso lo spettatore che la sta osservando. Il suo sguardo è malizioso, intrigante e allo stesso tempo ammaliante.

Le tonalità cromatiche del dipinto sono scure, ma allo stesso tempo un fascio di luce sembra avvolgere il corpo nudo della dea, mettendo in risalto la sua figura. Il quadro, grazie al contrasto tra le tonalità cromatiche scure e il fascio di luce che avvolge il corpo della dea Minerva, è capace di suscitare una vera e propria sensazione di fascino. Il mantello di quest’ultima sembra essere molto pregiato e realizzato con i migliori tessuti. Quest’ultimo indumento femminile contrasta con la presenza sulla scena di un elmo, uno scudo e una lancia che sono degli strumenti utilizzati generalmente dagli uomini. Questi ultimi elementi, tra cui si aggiunge anche quello della civetta, rimandano ai simboli della dea Minerva, che è la dea della guerra, delle arti, della saggezza e dell’intelletto. Sullo sfondo circostante si intravede anche un Cupido che viene colto nell’atto di giocare con il suo elmo.

Oggi conservata presso la Galleria Borghese di Roma, questa tela è considerata come uno dei lavori artistici tra i più belli di Lavinia Fontana.

Autoritratto nello studio

Autoritratto nello studio è una delle opere artistiche più particolari dell’artista bolognese. L’autoritratto è stato eseguito mediante la tecnica pittorica dell’olio su rame nell’anno 1579 e viene oggi custodito presso la Galleria degli Uffizi di Firenze.

Questo dipinto è di piccole dimensioni, rotondo e dipinto con la particolare tecnica pittorica dell’olio su rame. Questo fu eseguito dalla pittrice di origini bolognesi su richiesta del filologo e storico domenicano Alfonso Chacón, grande collezionista di iconografie. Questi voleva collocarlo accanto all’autoritratto dell’Anguissola. L’uomo promise alla Fontana di darle la ricompensa che voleva in cambio dell’esecuzione dell’autoritratto. La pittrice assecondò i voleri dell’uomo, realizzando un piccolo autoritratto di grande pregio.

In questo dipinto la pittrice raffigura se stessa mentre si trova seduta davanti al suo tavolo da lavoro. La pittrice sta disegnando in quel momento delle statuette dell’antichità, di cui è grande collezionista. La donna è vestita in modo molto raffinato ed elegante, indossa anche una grande croce al collo e sui polsi indossa anche dei bracciali. Con una mano tiene una penna intinta di inchiostro, mentre con l’altra tiene stretto un fazzoletto.

Sullo sfondo del dipinto viene rappresentato uno scaffale al cui interno sono presenti dei reperti archeologici molto antichi.