Sophie Blanchard
Sophie Blanchard è stata un’aeronauta francese, moglie del pilota di mongolfiere Jean-Pierre Blanchard, nonché la prima professionista donna a pilotare mongolfiere.
Le origini
Sophie Blanchard viene ricordata con molti altri nomi, da Madame Blanchard a Madeleine-Sophie, fino a Marie Sophie Armant, un’abbreviazione del suo nome da nubile. Marie Madeleine-Sophie Armant nacque il 25 marzo 1778 nel Regno di Francia, a Trois-Canons, oggi Yves. Non si sa molto della sua infanzia e della sua educazione; si sa solo che i suoi genitori erano protestanti.
Madame Blanchard
Le prime vere e proprie notizie su Sophie risalgono al suo matrimonio con Jean-Pierre Blanchard. Anche la data del loro matrimonio è incerta: alcuni dicono 1794, altri sostengono 1797, altri ancora azzardano il 1804. Jean-Pierre aveva abbandonato la sua prima moglie, Victoire, e i suoi quattro figli per perseguire la propria carriera pioneristica come pilota di mongolfiere. E pare che Sophie non amasse molto la vita “con i piedi per terra”: la innervosivano il traffico, le carrozze, i cavalli, i rumori che echeggiavano nelle strade. Probabilmente l’incontro con Jean-Pierre le aprì un nuovo mondo di prospettive: fu il 27 dicembre 1804 che Sophie salì per la prima volta su una mongolfiera, a Marsiglia. Vi si trovò più per una strategia di marketing che, all’inizio, per vera vocazione: il marito, a causa della sua cattiva gestione del denaro, era quasi in bancarotta, e aveva pensato che un aerostiere donna avrebbe potuto attrarre un po’ di attenzione da parte del pubblico. Ma per Sophie fu molto di più: lei stessa descrisse l’esperienza come “impareggiabile”.
Da quel momento nacque il suo amore per il cielo. Entro l’agosto del 1805 fece altre due ascese in mongolfiera, la seconda volta da sola, partendo dal monastero dei giacobini a Tolosa. Fu la prima donna a pilotare da sola la propria mongolfiera: altre donne, prima di lei, avevano volato con un pallone, ma avevano utilizzato una mongolfiera legata a terra, o erano state accompagnate da un pilota uomo. La tradizione vuole che la prima donna a essere salita su una mongolfiera sia stata la cantante d’opera Élisabeth Thible per intrattenere il re di Svezia Gustavo III, nel 1784; Sophie, però, rimane la prima ad avere pilotato da sola, e la prima ad aver perseguito una carriera come professionista.
La carriera come professionista
Nel 1809, mentre stava volando sopra l’Aia, Jean-Pierre ebbe un attacco cardiaco e cadde dalla mongolfiera, rimanendo ucciso. La tragedia, però, non fermò Sophie, decisa a farsi un nome nel mondo dell’aeronautica. Infatti, a quell’epoca le mongolfiere stavano spopolando come mezzo di intrattenimento, e gli aerostieri si ingegnavano in mille acrobazie per attirare più pubblico e differenziarsi dalla concorrenza. Sophie si specializzò nel volo notturno e azzardò varie acrobazie con i paracaduti: come parte del suo repertorio lanciava cani con il paracadute, faceva partire piccoli fuochi di artificio in ceste attaccate ad altrettanti paracaduti, lei stessa si lanciava in giravolte e salti acrobatici. La sua rivale principale in questo mondo dell’intrattenimento era Élisa Garnerin, la nipote dell’aeronauta André-Jacques Garnerin: quando si esibiva una, non passava troppo tempo prima che l’altra tentasse di superarla in destrezza; le due donne si sfidavano in continuazione a colpi di acrobazie.
La morte del marito, che aveva lasciato dietro di sé molti debiti, costrinse Sophie a vivere tirando la cinghia il più possibile. Per questo scelse una mongolfiera a idrogeno: essendo piccola e leggera, non c’era il rischio che rimanesse a terra, consumava poco gas dato che la stessa Sophie era piccola e leggera, e non richiedeva di curare un fuoco per mantenere il volume del pallone, come succedeva nei palloni ad aria calda.
Scalzando André-Jacques Garnerin, Sophie divenne la favorita di Napoleone, che le affidò l’incarico di curare gli spettacoli aeronautici per suo conto. Nel 1810, infatti, Sophie organizzò degli spettacoli per festeggiare il matrimonio di Napoleone con Maria Luisa d’Austria, e in seguito per la nascita di suo figlio, in occasione della quale Sophie lanciò dei volantini che proclamavano la nascita dalla mongolfiera. Sempre per conto di Napoleone, Sophie organizzò delle ascese per festeggiare il battesimo del figlio dell’imperatore, per celebrare la rassegna delle truppe da parte del re di Napoli, cognato di Napoleone, e per accogliere Luigi XVIII nel 1814.
L’incidente mortale
Le esibizioni di Sophie la resero famosa in tutta Europa, e ovunque andasse attirava grandi folle di spettatori. Nel 1817 rischiò la morte quando sbagliò i calcoli e atterrò in una palude; fu salvata grazie all’arrivo veloce dei soccorsi. Sophie si offrì di devolvere gli introiti di un suo spettacolo a Marie Thérèse de Lamourous per il suo progetto di creare un rifugio per donne cadute in disgrazia, ma Marie rifiutò perché non voleva che Sophie rischiasse di nuovo la vita.
Le preoccupazioni di Marie furono inutili. Sophie continuò a rischiare e il 6 luglio 1819, durante un’ascesa ai giardini di Tivoli a Parigi, il suo pallone prese fuoco a causa di un fuoco d’artificio: Sophie tentò una discesa e forse sarebbe riuscita ad atterrare sana e salva, ma anche le corde che legavano la cesta avevano preso fuoco, e prima che toccasse terreno cadde, colpendo un tetto e spezzandosi il collo. La notizia della sua morte si diffuse in tutta Europa e fu accolta in maniera controversa: alcuni ammiravano la sua dedizione all’attività, altri ritenevano la morte la conseguenza inevitabile di troppa imprudenza. A Sophie Blanchard si è in parte ispirato il personaggio di Amelia Rennes nel film Gli aeronauti (2019).
A cura di Chiara.
Scrivi un commento