Introduzione
Il color oro, brillante e affascinante per natura, ha assunto diversi significati nel mondo dell’arte. Peccato e tentazione nell’arte classica, passione e romanticismo per gli artisti della secessione viennese, corruzione per gli autori contemporanei. A seconda dei casi e delle opere prese in esame, l’oro può essere interpretato in modo completamente nuovo.
I ceramisti giapponesi sono famosi per la pratica del “kintsugi” (letteralmente “riparare con l’oro”), la ricostruzione di un oggetto fratturato attraverso l’aggiunta dell’oro. Per questi artisti e per tutti coloro che acquistano le nuove ceramiche, l’oro si trasforma in uno strumento di valorizzazione, la dimostrazione del fatto che anche quello che si è rotto può essere importante.
Gli artisti, con particolare riferimento ai pittori, hanno spesso visto l’oro come mezzo di rappresentazione della virtuosità, qualcosa a cui fare riferimento per richiamare l’attenzione dell’osservatore. D’altronde, il colore ricorda quello del sole, che è il primo elemento attrattivo per eccellenza. Allo stesso modo, conferisce luce e vivacità a tutto il quadro.
In un primo periodo, l’oro si utilizzava solo per la rappresentazione degli elementi celesti – sole e stelle – per poi allargarsi alle più importanti figure regali. L’oro si è rapidamente trasformato nel colore tipico della ricchezza, il colore dei re e il colore della forza. I grandi monarchi sono sempre dipinti con indosso le loro corone dorate, con gioielli ugualmente luccicanti che adornano gli abiti eleganti.
L’oro visto come “denaro”
Come abbiamo anticipato, sono tantissimi gli artisti che scelgono di utilizzare l’oro come mezzo di rappresentazione della ricchezza. Questo incredibile colore si trasforma nel simbolo del “denaro”, uno strumento tanto potente quanto difficile da trattare.
Se nell’arte religiosa il denaro ha un ruolo importante, in rappresentanza della forza di chi lo indossa, con il passare del tempo il denaro assume un significato sempre più legato alla sfera professionale. In questo senso, vale la pena citare il quadro “Il cambiavalute e la moglie”, realizzato da Quentin Massys nel 1514.
La stessa opera viene poi riproposta e modificata anni dopo da Rembrandt, che presenta al pubblico “Il cambiavalute (o Parabola del vecchio avaro)” (1627). L’opera, che ritrae un uomo intento a scrutare attentamente una moneta al lume di candela, descrive perfettamente il tema dell’avarizia e la preoccupazione strettamente connessa alla presenza del denaro.
I girasoli di Van Gogh
Le opere e i quadri realizzati da Van Gogh passano attraverso diversi “periodi”, collezioni che fanno riferimento a colori e caratteristiche differenti.
La serie dei girasoli è probabilmente una delle più conosciute dell’autore, oltre che una delle più amate. Il progetto di Van Gogh parte da un’idea semplice, dalla volontà di decorare la camera che sarebbe stata occupata da un caro amico. Eppure, il numero di dipinti finisce con l’espandersi sempre di più, fino ad arrivare alla rappresentazione di tutti gli stadi di crescita dei girasoli.
In questo caso, il color oro è visto come strumento di rappresentazione della realtà esterna; come simbolo della potenza della natura e del sole. L’oro rappresenta la luce, quella che tutti cerchiamo e che tutti desideriamo.
Il periodo d’oro di Klimt
Klimt rientra tra gli “artisti dell’oro”, coloro che hanno fatto del colore un elemento distintivo. Il cosiddetto periodo d’oro dell’artista, il periodo a cui risalgono la maggior parte dei quadri con riferimenti all’oro, prende spunto da un periodo storico ben preciso, che è quello della Belle Epoque.
L’ideale di ricchezza si unisce ad un forte desiderio di rivincita, alla voglia di ricostruire il mondo e riportarlo alla sua bellezza tipica.
Nel quadro “Il Bacio”, probabilmente uno dei più celebri di Klimt, è chiaro il riferimento al potere dell’oro e alla sua capacità di creare un’atmosfera sognante e unica nel suo genere. L’oro che avvolge i due amanti fa in modo che risultino distaccati dalla realtà, lontani da qualsiasi preoccupazione.
L’atmosfera surreale è data soprattutto dal colore, che è in grado di emozionare l’osservatore e spingerlo a cercare una propria chiave interpretativa. In questo caso, l’oro non è visto come mezzo di rappresentazione della ricchezza, ma come simbolo della potenza dell’amore che lega le due figure. Quasi come una luce involontaria, un bagliore romantico che unisce i due protagonisti e li porta a fondersi in un’unica figura, con i corpi a malapena distinguibili gli uni dagli altri.
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