Irène Némirovsky

Irène Némirovsky è stata una scrittrice di origini russe-ebree, morta ad Auschwitz all’età di 39 anni, e diventata famosa a livello internazionale soprattutto per il suo romanzo pubblicato postumo Suite francese.

Nata nell’Impero russo

Irina Lvivna Nemirovska nacque l’11 febbraio 1903 nell’attuale Kiev, all’epoca Impero russo, da un facoltoso banchiere, Léon Némirovsky. Per fuggire dagli sconvolgimenti della Rivoluzione russa nel 1917, la famiglia Némirovsky si recò dapprima in Finlandia, dove rimase per un anno, e poi si stabilì definitivamente a Parigi, città dove Irène avrebbe trascorso la maggior parte della propria vita. Fu a Parigi che Irène iniziò a scrivere ad appena diciott’anni, e in quella città si iscrisse e frequentò la prestigiosa Sorbonne.

Nel 1926, Irène sposò il banchiere Michel Epstein, da cui ebbe due figlie, Denise ed Élisabeth. Al 1929 risale il suo primo romanzo, David Golder, una storia dai tratti fortemente autobiografici, che descriveva le vicende di un banchiere di origini ebree incapace di gestire la figlia ribelle. Il romanzo riscosse così tanto successo da diventare l’anno successivo un film con Harry Baur. Sulla pubblicazione di David Golder c’è poi un interessante aneddoto: pare che Irène inviò il manoscritto all’editore Grasset firmandosi solo come Epstein, ma dal momento che in quel periodo stava partorendo la prima figlia Denise, risultò irreperibile e per qualche giorno l’editore si mise alla ricerca del misterioso autore/autrice senza riuscire a rintracciarlo/a. Solo dopo il parto Irène poté presentarsi dall’editore, e pare che quest’ultimo sia rimasto scioccato sia dal fatto che era una donna, sia dalla sua giovane età.

Lo scoppio della guerra

Anche la pubblicazione successiva di Irène, Le Bal, su un’adolescente che si vendica dei maltrattamenti subiti, riscosse un grande successo e divenne sia un film che un’opera teatrale. Nonostante la fama letteraria ormai raggiunta, e gli anni trascorsi in Francia, il governo francese negò sia a Irène che al marito la richiesta di cittadinanza nel 1938. Gli anni bui della Seconda guerra mondiale erano ormai alle porte. Ben presto le leggi antisemite impedirono al marito Michel di continuare il suo lavoro in banca, e solo qualche scritto inviato alla rivista Gringoire (un settimanale politico e letterario) da Irène garantiva alla famiglia una magra entrata. 

I nuovi romanzi di Irène vennero tutti rifiutati dagli editori a causa delle sue origini ebree: i due coniugi, avvertendo il pericolo imminente, mandarono le figlie dalla nonna in Borgogna, rifiutandosi però di lasciare Parigi, per non perdere di nuovo la loro casa (dopo essere entrambi fuggiti la prima volta dall’Impero russo). Entrambi furono obbligati a indossare la stella gialla, e all’arrivo dei nazisti a Parigi, decisero infine di fuggire, recuperando le figlie e trovando rifugio nel paese di Issy-l’Evêque.

I Némirovsky, però, non avrebbero visto la fine della guerra. Il 13 luglio 1942 Irène, alla giovane età di 39 anni, venne arrestata dalla polizia della Francia di Vichy, in quanto “persona senza cittadinanza di discendenza ebrea”. Irène cercò di tranquillizzare le figlie, dicendo che stava partendo per un viaggio. Fu dapprima portata in un campo a Pithiviers, poi deportata ad Auschwitz il 17 luglio. Morì di tifo un mese dopo. Il 6 novembre 1942 anche Michel venne arrestato e deportato ad Auschwitz, dove fu subito ucciso nelle camere a gas.

Suite Francese

Le figlie Denise ed Élisabeth riuscirono a sopravvivere. Denise conservò per più di cinquant’anni  un quaderno che era appartenuto alla madre, senza leggerlo, perché temeva di leggervi ricordi o riflessioni troppo dolorosi da affrontare. Fu solo alla fine degli anni Novanta che, decidendosi di donare le carte di sua madre a un archivio francese, recuperò il quaderno e lo lesse. Anziché trovarvi un diario, quello che lesse erano due racconti sull’occupazione nazista di Parigi, che Denise inviò immediatamente a un editore francese. I due racconti, uniti insieme sotto il titolo di Suite Francese, divennero un best-seller nel 2004, poi tradotto in 38 lingue.

Quello che viene considerato il capolavoro di Irène non è tuttavia un’opera finita: dagli appunti della scrittrice emerge l’intenzione di aggiungere altri tre racconti, creando un arco temporale che doveva coprire il resto della guerra e la sua fine. Il manoscritto originale venne donato dalle figlie all’Institut mémoires de l’édition contemporaine; il romanzo, poi, fu il primo scritto di un’autrice defunta a vincere il Prix Renaudot

Come dichiarato dalla figlia Denise in un’intervista alla BBC nel 2006, la riscoperta di Suite Francese ha permesso alla scrittrice di vivere una riscossa postuma. Nonostante siano molte le opere pubblicate di Irène Némirovsky, Suite Francese rimane la sua opera più nota per la sua descrizione dell’occupazione nazista a Parigi, una descrizione accurata e riflessiva fatta in “tempo reale” e vissuta in prima persona. Dal romanzo venne poi tratto un film con Michelle Williams.

A cura di Chiara.