Zora Noale Hurston
Zora Noale Hurston è stata un’autrice americana, nonché antropologa, che ha concentrato la sua attenzione sulle lotte razziali in Sud America all’inizio del Novecento e le ricerche sul vudu.
Discendente di schiavi
Zora Noale Hurston nacque il 7 gennaio 1891 in Alabama, quinta degli otto figli del pastore battista e mezzadro John Hurston e dell’insegnante Lucy Ann Potts. I suoi nonni, sia materni che paterni, erano nati schiavi.
Dell’Alabama Zora non avrebbe ricordato granché; quando aveva appena tre anni, la famiglia si trasferì a Eatonville, in Florida, la prima città nera a essere incorporata negli Stati Uniti, e sarebbe stata Eatonville, a detta di Zora stessa, a rappresentare la sua vera “madrepatria”; suo padre, nel 1897, ne sarebbe anche diventato sindaco. Eatonville sarebbe in seguito diventata l’ambientazione di molte delle narrazioni di Zora, e la città l’avrebbe ripagata tenendo ogni anno un festival in suo onore.
Lo studio
Dopo la morte della madre di Zora nel 1904, John Hurston sposò nel 1905 Mattie Moge, un’unione che fu giudicata scandalosa sia per le tempistiche sia perché si sospettava che la coppia avesse una relazione prima della morte di Lucy Ann; poco dopo, Zora fu mandata in una scuola a Jacksonville, ma fu costretta ad abbandonare gli studi quando il padre e la matrigna smisero di pagarle la retta. Zora lavorò per un periodo come cameriera personale della cantante di un gruppo teatrale prima di riuscire a iscriversi al Morgan College, il college della Morgan State University nel Maryland, e pare che abbia falsificato la propria data di nascita per apparire più giovane e ottenere una borsa di studio; fu così che riuscì a diplomarsi nel 1918.
Zora si iscrisse allora alla Howard University a Washington, con l’obiettivo di concentrarsi su studi antropologici per evidenziare le somiglianze tra le diverse etnie; divenne membro di spicco della confraternita Zeta Phi Beta fondata e riservata alle donne di colore e contribuì a fondare il quotidiano universitario The Hilltop. Guadagnata una prima laurea nel 1920, terminò l’università nel 1924, e nel 1925 vinse una borsa di studio per il Barnard College della Columbia University, dove si ritrovò a essere l’unica studentessa nera. Lì condusse studi etnografici con alcuni grandi nomi dell’ambito antropologico: Franz Boas, Ruth Benedict, Margaret Mead. Zora si sposò nel 1927 con un ex docente della Howard e musicista jazz, Herbert Sheen, e si laureò in antropologia all’età di 37 anni, nel 1928.
I primi lavori
Poco dopo Zora iniziò a collaborare con Franz Boas alle sue ricerche, e a lavorare in maniera abbastanza indipendente grazie al patrocinio della filantropa Charlotte Osgood Mason. Non si dedicò solo all’antropologia, ma anche alla scrittura: dal 1925 iniziò a pubblicare sulla rivista accademica Opportunity: A Journal of Negro Life, pubblicata dalla National Urban League. Nel 1931 il suo matrimonio con Herbert terminò; sarebbero seguiti altri due matrimoni (con Albert Price nel 1939 e James Howell Pitts nel 1944), entrambi finiti in divorzio.
Fu sempre grazie alla filantropa Charlotte Osgood Mason che Zora e il suo amico Langston Hughes riuscirono a continuare le loro ricerche nonostante la Grande depressione. Zora viaggiò nell’America del Sud e nei Caraibi, raccogliendo materiale sulle culture locali, che poi riassunse nella sua opera Mules and Men del 1935. Inoltre, nel 1934 pubblicò un romanzo, Jonah’s Gourd Vine, in cui inseriva anche parte delle sue osservazioni sullo sfruttamento, da parte degli uomini bianchi che lavoravano come taglialegna nella Florida settentrionale, di donne nere come concubine. Nella seconda metà degli anni Trenta, con il patrocinio della Fondazione Guggenheim, Zora viaggiò in Giamaica e ad Haiti, raccogliendo le sue osservazioni in Tell My Horse (1938). Poco dopo collaborò nel Federal Writer’s Project (FWP) per raccogliere materiale culturale e storico sulla Florida.
La storia di Ruby McCollum
Dopo un periodo passato a Puerto Cortés, Zora iniziò a collaborare come freelance con diverse riviste e pubblicazioni. Nel 1952, fu chiamata dall’editore del Pittsburgh Courier, Sam Nunn, per seguire il processo a Ruby McCollum, una donna nera benestante accusata di aver ucciso il dottore e politico bianco C. Leroy Adams; la McCollum si era difesa accusando Adams di violenza sessuale. Ruby McCollum fu condannata a morte da una giuria di soli uomini bianchi e Zora fu incaricata di scrivere una resa a puntate della vicenda, The Life Story of Ruby McCollum, incarico che fu interrotto quando Zora e Nunn litigarono sul compenso. Così Zora decise di continuare la collaborazione con il giornalista William Bradford Huie, che grazie al materiale raccolto da Zora pubblicò un best-seller sulla vicenda McCollum: Ruby McCollum: Woman in the Suwannee Jail (1956).
Dopo la vicenda McCollum, arrivarono per Zora anni difficili. Faticava a trovare un lavoro e a mantenersi. Nel 1960 fu costretta al ricovero presso la St. Lucie County Welfare Home, dove ebbe un infarto e morì il 28 gennaio 1960. I suoi resti furono sepolti in una tomba anonima nel Garden of Heavenly Rest a Fort Pierce in Florida; fu solo nel 1973 che la scrittrice Alice Walker e la compagna d’accademia di Zora, Charlotte Hunt, rintracciarono quella che credevano fosse la sua tomba, dedicandole un’iscrizione. Il materiale di Zora rischiò di bruciare: fu l’amico Patrick DuVal a fermare il fuoco che era stato appiccato alla casa di Zora dopo la sua morte, salvando così le sue ricerche, che furono donate all’Università della Florida.
A cura di Chiara.
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