Pegah Moshir Pour
Pegah Moshir Pour è una giovane iraniana cresciuta in Italia, nota per il suo attivismo sui diritti umani; è intervenuta nell’edizione del Festival di Sanremo del 2023, parlando proprio dei diritti umani in Iran e della necessità di non dare mai per scontati i diritti fondamentali.
La vita in breve
Pegah Moshir Pour nasce in Iran, a Teheran, nel 1990. Quando ha soli nove anni, la sua famiglia decide di abbandonare il paese per sfuggire alle repressioni e alle violenze del regime e cercare rifugio in Italia. È qui infatti, in Basilicata, che la giovane Pegah frequenta le scuole e cresce; studia al liceo linguistico per poi laurearsi in Ingegneria e Architettura presso l’Università degli Studi della Basilicata nel 2017.
Ancor prima della laurea Pegah si dedica alla scrittura e nel 2008 pubblica il suo primo libro, “Il fiume che scorre nel mare”, una raccolta di racconti brevi; segue, nel 2010, una raccolta di poesie, “Il cielo, la terra e l’amore”. Per cinque anni, dal 2010 al 2015, lavora come volontaria presso la Fondazione Banco Alimentare Onlus. Nel 2015 riceve il riconoscimento “Best Book of the Year” da parte della rivista iraniana Book of the Year. Frequenta due summer school presso la Scuola di Politiche a Roma e una alla Caledonian University di Glasgow.
Sin dalle sue prime esperienze lavorative, Pegah si dedica alla promozione dei diritti umani e della parità di genere. Nel 2016, per tre anni, lavora come Project Manager all’iniziativa WoMan against Gender Violence promossa dall’Università degli Studi della Basilicata. In seguito, le viene assegnato il ruolo di Direttrice creativa presso Regeneration Youth.
Nel 2022 viene premiata con il Standout Woman Award International a Palazzo Montecitorio, entrando nella lista, stilata da StartupItalia, delle 100 persone innovatrici che hanno avuto un impatto significativo.
Attualmente, Pegah lavora come Senior Consultant presso Ernst&Young, dove si occupa di diritti digitali e networking per la crescita e lo sponsorship, e vive a Los Angeles; ha la doppia cittadinanza iraniana e statunitense.
Riflessioni sui diritti umani
Durante l’edizione 2023 del Festival di Sanremo, Pegah è intervenuta con la canzone Baraye di Shervin Hajipour e ha, inoltre, tenuto un discorso sui diritti umani in Iran. L’attivista ha spiegato che la propria denuncia su Instagram comporta il finire sulla lista nera del regime iraniano. Pegah tenta di spiegare l’origine delle proteste nella sua madrepatria: non è una rivolta contro il velo, come viene spesso erroneamente interpretato dai media occidentali; il velo, nella religione islamica, è una scelta, non un obbligo.
La protesta iraniana, scaturita principalmente a seguito della morte di Mahsa Amini, uccisa dalla polizia morale perché alcune ciocche di capelli le sfuggivano dal velo, si è tramutata in una protesta generale contro un regime oppressivo, che ha ridotto tutte le libertà fondamentali e si è accanita contro giornalisti, avvocati, liberi pensatori. Se il fattore scatenante è stato effettivamente una questione legata al velo, e alla libertà delle donne, in breve la protesta ha però riguardato la libertà in generale e i diritti umani.
Per questo motivo, Pegah utilizza i social, tra cui Instagram, per affrontare e approfondire queste tematiche e renderle più note al grande pubblico. Con il suo profilo social si è apertamente schierata a favore delle proteste mettendosi in prima linea e compromettendo qualsiasi possibilità di ritornare in patria fintanto che il regime è al potere.
Tra le sue iniziative, nell’ottobre 2022 Pegah scrive una lettera alle università italiane invitandole a favorire l’accoglienza degli studenti iraniani, in modo da offrire loro un permesso di soggiorno per studio e aiutarli anche in termini economici. Come consulente anche di ONG, la giovane tiene spesso discorsi sui diritti delle donne e i diritti umani, coniugandoli con l’etica e i diritti digitali.
A cura di Chiara.
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