Anastasia Nikolaevna 

La gran duchessa Anastasia Nikolaevna di Russia è stata la figlia più giovane dello zar Nicola II, l’ultimo sovrano di Russia; è diventata oggetto di leggenda quando sono emersi dubbi circa la sua morte, e hanno iniziato a circolare voci circa una sua possibile fuga, che l’avrebbe portata alla salvezza mentre il resto della sua famiglia veniva ucciso.

Un’altra femmina

Anastasia, nome di origine greco che significa “resurrezione”, nacque il 18 giugno 1901, quarta figlia dello zar Nicola II e della zarina Alexandra. La sua nascita venne accolta con una certa dose di delusione: dopo tre figlie, lo zar sperava in un maschio che diventasse erede al trono. 

Nonostante la famiglia reale di cui erano figlie, le quattro sorelle vennero cresciute con semplicità: niente lussi o eccessive comodità; dovevano pulire da sole le proprie stanze, dedicarsi al cucito, e lavarsi con l’acqua fredda. Anastasia aveva un rapporto particolare con la sorella Maria, con cui condivideva la camera da letto; così come le altre due sorelle, Olga e Tatiana, facevano coppia insieme. 

Anastasia veniva descritta come una bambina carina, vivace e piena di energia, carismatica e intelligente; non aveva paura delle restrizioni, e talvolta osava troppo, infrangendo l’etichetta di corte. D’altra parte, era di salute debole; aveva gli alluci valghi e soffriva di debolezza alla schiena. Anche le sue sorelle mostravano una certa debolezza fisica; negli anni Ottanta, le analisi del DNA dei resti della famiglia reale avrebbero mostrato che le quattro sorelle (e il futuro fratellino Alexei, nato nel 1904) erano portatori di emofilia. 

La figura di Rasputin

Grigori Rasputin era un mistico russo, auto-proclamatosi uomo di chiesa. Aveva una grande influenza sulla zarina Alexandra, che credeva che le sue preghiere potessero alleviare le debolezze delle figlie. Il rapporto con la zarina permise a Rasputin di avvicinarsi molto alla famiglia reale, tanto che gli era permesso entrare e uscire dalla nursery e frequentare i bambini anche mentre erano in camicia da notte. Questo scandalizzò una delle governanti, Sofia Ivanovna Tyutcheva, che nel 1910 si rivolse allo zar, chiedendo di imporre limiti al rapporto tra Rasputin e i figli reali.

Alla fine, però, fu l’istitutrice a essere licenziata; poco dopo, Maria Ivanovna Vishnyakova, a sua volta una governante dei reali, affermò che Rasputin l’aveva violentata. Anche Maria Ivanovna venne licenziata, ma le voci ormai si erano diffuse, non solo a palazzo, ma nell’alta società: si diceva che Rasputin fosse l’amante della zarina, e che abusasse delle sue quattro figlie. Lo scandalo fu tale che lo zar chiese a Rasputin di allontanarsi da palazzo per un po’, e il religioso si recò in pellegrinaggio in Palestina. Morì il 17 dicembre 1916, e l’intera famiglia reale partecipò al suo funerale. 

La Rivoluzione russa

Durante la Prima Guerra Mondiale, sia la zarina sia le giovani duchesse assistettero i malati e i feriti negli ospedali; ma la guerra, per loro, era appena iniziata. Con lo scoppio della Rivoluzione russa nel 1917, la famiglia reale venne messa agli arresti nell’Alexander Palace. Lo zar fu costretto ad abdicare nel marzo 1917, poi la famiglia venne trasferita in Siberia e, in seguito, a Ipatiev House, a Yekaterinburg, al confine con la Siberia. La prigionia fu pesante per tutti loro, e i bambini, già di salute debole, si ritrovarono ben presto malati, soprattutto il fratellino Alexei.

Nonostante ciò, Anastasia riuscì a conservare la propria vivacità e gioia di vivere; dal momento che amava molto la recitazione, improvvisò dei teatrini per intrattenere la famiglia. Alcune delle guardie di Ipatiev House ne ricordarono il carattere allegro e birichino, la sua capacità di giocare scherzi a tutti, e la sua voglia di gioco e divertimento. Tuttavia, anche su di lei la prigionia cominciò a pesare. Nell’estate del 1918, tutta la famiglia appariva sconsolata e abbattuta.

Nel frattempo, i bolscevichi avevano conquistato il potere in Russia e i negoziati per la liberazione dei Romanoff (portati avanti dai loro parenti, sparsi in tutta Europa in posizioni di prestigio, tra cui anche re e regine) si interruppero. E il mistero che avrebbe dato origine alla leggenda si infittì. L’armata degli anti-bolscevichi arrivò a Yekaterinburg per liberare la famiglia reale, ma zar, zarina e figli erano semplicemente scomparsi.

Secondo l’ipotesi più accreditata, erano stati assassinati tutti, piuttosto che rischiare che venissero liberati. In seguito, un documento scoperto nel 1989 sembrò confermare questa ipotesi: i membri della famiglia reale e Anna, la cameriera della zarina, furono portati nel seminterrato della casa in cui vivevano e furono uccisi a colpi di pistola; Anna, inizialmente sopravvissuta ai proiettili, venne in seguito pugnalata a morte. Sembra che anche Anastasia e Maria fossero inizialmente sopravvissute alla scarica di proiettili, grazie ai gioielli che avevano nascosto nei propri corsetti. Confusione regna su quello che successe dopo: una guardia testimoniò che Anastasia venne infine finita a colpi di baionetta; altri riportano che venne uccisa con dei colpi alla testa.

La leggenda

La mancanza di prove certe sulla morte di Anastasia ha scatenato una vera e propria leggenda su una sua possibile fuga. Nel diciannovesimo secolo, almeno dieci donne si fecero avanti reclamando di essere Anastasia; la più famosa di esse fu Anna Anderson, che condusse una battaglia epocale in tribunale, conclusasi infine con una sconfitta. Dopo la sua morte nel 1984, il test del DNA permise di appurare che non aveva alcun legame di parentela con i Romanoff.

Nel 1991 fu rinvenuto il luogo dove i cadaveri dei Romanoff erano stati sepolti; la tomba era già nota da almeno un decennio, ma i comunisti l’avevano tenuta nascosta. L’analisi del DNA confermò che si trattava dei cadaveri dello zar, della zarina, e di tre delle loro figlie. Gli esperti forensi dichiararono che mancavano i cadaveri di Alexei e di una duchessa, probabilmente Maria o Anastasia. In seguito, alcuni documenti rivelarono che due cadaveri erano stati rimossi dalla tomba e cremati per confondere le tracce: nel 2007, un archeologo russo scoprì il sito dove era avvenuta la cremazione; furono rinvenuti i resti di due cadaveri, uno appartenente a un maschio (Alexei) e uno appartenente a una femmina (Anastasia o Maria). Con ciò si concluse che tutta la famiglia Romanoff era stata uccisa nel 1918: ma ancora oggi rimane il mistero su chi sia il cadavere cremato, se Maria o Anastasia.

A cura di Chiara.