La nostalgia nell’arte
La nostalgia viene intesa come uno stato d’animo corrispondente al desiderio pungente o al rimpianto malinconico di quanto è trascorso o lontano. Non possiamo definire la nostalgia come un sentimento comune perché, in effetti, è diversa per ognuno di noi. Non parliamo solo dell’oggetto di questo rimpianto ma anche e soprattutto di come viene trasmesso al nostro animo e alla nostra mente. Se già nel senso più comune del termine la nostalgia è così piena di sfaccettature, la stessa cosa possiamo dire della sua rappresentazione nell’arte che, appunto, ha un qualcosa di diverso per ogni artista che decide di immortalarla. Ma approfondiamo meglio il concetto.
Il Romanticismo
Se vogliamo ricercare la nostalgia nell’arte, allora dobbiamo tornare indietro fino al XVIII secolo dove comincia a diffondersi l’arte romantica, di cui uno dei punti fermi è proprio lo stato d’animo di cui parliamo nell’articolo di oggi. Il romanticismo è certamente la corrente artistica che meglio va a rappresentare la sensibilità dell’uomo, oltre che la sua misera importanza rispetto a qualcosa di molto più grande di lui come può essere, per esempio, la natura. La stessa cosa vale per la continua e spasmodica ricerca di un infinito che neppure l’artista stesso sa cosa sia realmente.
La nostalgia, in questo caso, non viene vista semplicemente come un mero ancorarsi al passato, ma più come una sofferenza dell’animo atta al miglioramento di sé stessi, un perfezionarsi costante.
Sono molti gli artisti che fecero loro questo pensiero ed ognuno di essi, come abbiamo già detto all’inizio, ha avuto modo di rappresentarlo secondo il proprio personalissimo stile.
Tra questi non possiamo non citare Caspar David Friedrich ed i suoi sconfinati paesaggi. Poche volte nelle sue opere vi sono rappresentate delle persone che, fateci caso, sono sempre di spalle, come a voler osservare, dal loro punto di vista, la solitudine dell’uomo davanti alla natura selvaggia. Un sentimento crudo che mostra l’essere umano in tutta la sua fragilità. Altri membri di questa corrente artistica sono William Blake, Jean-Louis Théodore Géricault e Francesco Hayez. Ognuno di essi ha rappresentato questo struggimento dell’animo, chi attraverso l’arte del fantastico, chi mediante la riproduzione di una tragedia e un altro tramite un semplice “bacio”. Anche l’architettura ha avuto modo di sperimentare questa sensazione di mancanza, forse, in questo caso, in modo più tangibile grazie al suo attingere alle strutture del passato. Non si ricercava uno stile comune quanto l’accostamento di più forme.
Scultura: Canova e la nostalgia del passato
Chiudiamo il nostro articolo con una piccola parentesi su uno dei più grandi scultori di tutti i tempi: Antonio Canova. In questo caso possiamo ricercare la nostalgia nel senso più concreto del termine in quanto non si tratta più di un’afflizione interna quanto di un vero e proprio rimpianto all’arte passata.
Canova, per tutte le sue opere, si è ispirato al mondo antico dando però più espressività ad ogni sua creazione che sembra quasi voler raccontare una storia attraverso il marmo. Per farvi capire, ai tempi venne soprannominato “il nuovo Fidia”, scultore ateniese attivo nella seconda metà del 400 a.C.
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