Francesca Morvillo

Francesca Morvillo è stata un magistrato italiano, nonché moglie del giudice Giovanni Falcone, noto per la sua lotta alla mafia finita nella strage di Capaci, nella quale è rimasta uccisa anche Francesca.

Una carriera brillante

Francesca Laura Morvillo nacque a Palermo il 14 dicembre 1945; suo padre, Guido, era sostituto procuratore di Palermo, e fin da piccola Francesca coltivò il desiderio di seguire le orme del padre. Non si trattò di una sorpresa, quindi, quando decise di iscriversi all’Università degli Studi di Palermo per conseguire la laurea in giurisprudenza. E Francesca lo fece brillantemente: ottenne il massimo dei voti in quasi tutte le materie, e la sua tesi, intitolata “Stato di diritto e misure di sicurezza” era un lavoro talmente di qualità da farle vincere il premio “Giuseppe Maggiore” per la miglior tesi in ambito penalistico.

Appena laureata, Francesca lavorò in un doposcuola per i figli di carcerati: un’esperienza che la segnò, e le confermò il lato oscuro della città, della strada dove i ragazzi potevano cadere preda della criminalità in qualsiasi momento; un’esperienza che, inoltre, la portò a criticare le modalità di educazione di una cultura fortemente matriarcale, dove erano le madri stesse a frenare il bene dei loro figli.

Grazie al proprio curriculum accademico, Francesca non ebbe difficoltà a entrare in magistratura: fu la prima donna a superare un concorso per magistrati. Dapprima, lavorò come giudice presso il tribunale di Agrigento, poi passò al Tribunale per i minorenni di Palermo, ricoprendo il ruolo di sostituto procuratore della Repubblica. Sempre a Palermo, lavorò come consigliere della Corte d’appello e insegnò Legislazione del minore presso l’Università degli Studi di Palermo, nella facoltà di medicina e chirurgia. In questo periodo contrasse un primo matrimonio.

Il matrimonio con Falcone

Fu nel 1979 che Francesca incontrò, durante una gita insieme ad amici, Giovanni Falcone, giudice istruttore al tribunale di Palermo: entrambi erano sposati, ma ciò non impedì che tra loro scattasse una scintilla. I due condividevano una passione e una missione: quella di combattere la criminalità, di creare con la legge una società più giusta, di estirpare la morsa della mafia sulla Sicilia. Non passò molto prima che iniziassero a convivere, in attesa dei rispettivi divorzi

Si sposarono con un rito civile privato nel 1986, davanti al sindaco di Palermo Leoluca Orlando. Francesca e Giovanni iniziarono insieme una lotta contro la mafia; la loro vita matrimoniale era scandita da quella lavorativa. Al loro lavoro si unì anche Alfredo, il fratello di Francesca, a sua volta magistrato. La situazione in Sicilia era al limite: gli omicidi di Cosa Nostra erano all’ordine del giorno, e la coppia non poteva concedersi il lusso di svagarsi, di fare gite fuori porta, di andare in vacanza. Fu forse per quel motivo, a detta di alcune testimonianze, che Francesca e Giovanni decisero di non avere figli: la situazione era troppo instabile, e con buone probabilità entrambi sarebbero finiti, se già non lo erano, del mirino della mafia. 

Il 22 maggio 1992, Francesca Morvillo ricoprì la carica di membro della commissione d’esame a un concorso per l’accesso alla magistratura, a Roma. Fu il suo ultimo giorno, il suo ultimo incarico professionale.

La morte

La strage avvenne il 23 maggio 1992, nel pomeriggio, mentre Francesca, Giovanni, e gli uomini della loro scorta, distribuiti su tre macchine, stavano tornando a Palermo da Roma, dopo essere atterrati all’aeroporto di Punta Raisi. Una carica di esplosivo era stata posizionata sotto il manto stradale dell’autostrada A29 Palermo-Trapani, vicino allo svincolo di Capaci. L’esplosione colpì direttamente la prima auto, sbalzandola di parecchi metri e uccidendone sul colpo gli occupanti (Vito Schifani, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo); il muro di detriti sollevati si rivelò fatale per la seconda auto, dove c’erano Giovanni, Francesca e l’autista giudiziario Giuseppe Costanza. La terza auto riuscì a frenare, e i suoi occupanti, Paolo Capuzza, Gaspare Cervello e Angelo Corbo, ne uscirono solo feriti.

Giovanni e Francesca erano ancora vivi dopo l’attentato, e furono entrambi portati in ospedale; Falcone morì per primo, Francesca attorno alle 22-23, sotto i ferri. Aveva solo 46 anni

La morte di Giovanni Falcone e di Francesca Morvillo suscitò una grande reazione a livello nazionale; ai funerali parteciparono centinaia di persone. Francesca venne infine sepolta nel Cimitero di Santa Maria dei Rotoli; le venne dedicato il Centro di Prima Accoglienza per i Minorenni, causa che in vita le era stata particolarmente a cuore. Il 13 novembre a Francesca Morvillo venne conferita post mortem la Medaglia d’oro al valore civile, sia per la sua lotta personale a favore della giustizia, sia per la determinazione a rimanere accanto al marito, nonostante i disagi e la preannunciata minaccia.

A cura di Chiara.