Introduzione
Nell’arte molta importanza, soprattutto nei dipinti, è stata data alle acconciature femminili in particolare modo. Nella storia le donne hanno sempre abbellito i loro capelli, specialmente quelle appartenenti alle classi sociali più agiate. Sin dall’antichità quindi le acconciature femminili erano segno di eleganza e di bellezza. Nel corso dei secoli le donne hanno da sempre voluto abbellirsi mettendo in risalto la loro femminilità. Anche nell’ambito della pittura gli artisti hanno iniziato a rappresentare le acconciature nell’arte. Uno dei secoli più interessanti dal punto di vista delle acconciature è stato senz’altro l’Ottocento.
Nel corso dell’Ottocento le donne hanno iniziato a farsi ad esempio delle acconciature molto particolari che si adattavano alla moda di quel periodo. Una delle acconciature in assoluto più diffuse era senz’altro lo chignon, che permetteva loro di tenere i capelli raccolti, facendo talvolta ricadere ai lati del viso dei riccioli. Dopo il 1860 iniziarono ad essere di moda anche i capelli ricci e ondulati, dunque erano tantissime le fanciulle che iniziarono a mettersi dei bigodini sui capelli per riuscire ad avere il giorno dopo i capelli mossi.
Verso il 1880 iniziò ad andare di moda anche lo stile Pompadour che consisteva nell’aumentare il volume dei capelli sulla parte davanti del capo. Un altro stile che si diffuse molto rapidamente fu lo stile Gibson Girl: si soleva utilizzare delle acconciature molto gonfie a cui talvolta venivano anche aggiunti capelli nella parte anteriore del capo. (spesso questi capelli erano anche recuperati dalle spazzole e venivano da loro stesse conservati in contenitori di varie tipologie)
Nel corso dell’Ottocento erano diffuse anche le trecce che rendevano il volto delle fanciulle allo stesso tempo elegante e romantico. Erano tante le ragazze che sceglievano la treccia come acconciatura. Anche molte sovrane sceglievano le trecce; tra queste ricordiamo le bellissime trecce castane della regina Vittoria del Regno Unito, l’imperatrice Elisabetta d’Austria, da tutti conosciuta come la principessa Sissi.
Le opere che verranno analizzate sulle acconciature nell’arte sono tre:
- Ritratto di Caroline Grafin von Holnstein di Karl Joseph Stieler
- Ragazza con la treccia di Federico Zandomeneghi
- Treccia bionda di Giovanni Boldini
Ritratto di Caroline Grafin von Holnstein di Karl Joseph Stieler
Ritratto di Caroline Grafin von Holnstein è un quadro dipinto dall’artista Karl Joseph Stieler nell’anno 1834 ed oggi custodito presso la Gallery of Beauties, che si trova a Monaco, in Germania.
In questo ritratto viene raffigurata Caroline von Holnstein, nobildonna tedesca che sposò il conte Karl Theodor Holnstein che aveva 18 anni più di lei. In questo dipinto la contessa viene ritratta a mezzo busto vestita con un abito tipico della moda ottocentesca di colore bianco, di cui si intravede la parte del corsetto bianco che lascia la parte del collo e la pelle all’altezza del petto scoperte. La vita della fanciulla viene stretta con una cinta bianca con in mezzo una fibbia larga.
Oltre all’abito bianco, la contessa indossa anche un giaccone rosa e nero che le serve per ripararsi dal freddo. Il suo sguardo è rivolto verso l’osservatore ed è molto dolce e malinconico. Quella che colpisce tantissimo è l’acconciatura della nobildonna, due trecce infatti adornano il capo della contessa, di cui due sono ai lati del capo all’altezza delle orecchie, mentre al centro del capo la contessa ha i capelli castano chiari raccolti in uno chignon intrecciato. Caroline von Holnstein è inoltre collocata su uno sfondo molto scuro, quasi a volere mettere in risalto la sua figura.
Ragazza con la treccia di Federico Zandomeneghi
Ragazza con la treccia è un dipinto autografo realizzato da Federico Zandomeneghi nell’anno 1896 mediante la tecnica pittorica dell’olio su tela. Il quadro fa parte di una collezione privata di Milano.
La fanciulla ritratta è molto giovane e viene colta in una posa in primo piano e di profilo. I suoi capelli sono castano scuri e sono raccolti in un’altra acconciatura tipica dell’epoca, ovvero la treccia. Si tratta di un’acconciatura molto semplice, ma che veniva molto utilizzata nel corso dell’Ottocento perché valorizzava il viso e perché era una pettinatura molto romantica. La giovane ha uno sguardo molto serio e sembra che stia pensando a qualcosa in modo molto concentrato.
Il suo incarnato è rosa chiaro e le sue guance sono rosse. Da quel che si può vedere indossa un abito bianco a maniche lunghe. Lo sfondo attorno a lei è bellissimo, quasi da sogno dato che tutto attorno è presente la natura. Dietro di lei ci sono cespugli dal colore verde che presentano alcuni fiori, tra cui si scorgono in lontananza dei fiorellini bianchi e in primo piano di lato delle rose di colore rosa e una di colore rosso.
Treccia bionda di Giovanni Boldini
Treccia bionda è un quadro eseguito da Giovanni Boldini intorno ai primi anni Novanta dell’Ottocento e si trova presso la Galleria d’Arte Moderna di Milano.
A differenza di altri ritratti del Boldini, in cui vengono raffigurate delle donne bellissime con indosso abiti eleganti e colorati, in questo dipinto la giovane fanciulla viene colta in una posa di cui si scorge solo il busto. Il viso ovale della ragazza è ben marcato ed emerge in evidenza sulla tela essendo reso con il colore rosa che serve a dipingere l’incarnato.
La ragazza indossa un abito bianco smanicato da cui si intravede l’incarnato roseo delle braccia che a loro volta sono coperte per metà da guanti di colore nero. Anche in questo caso la fanciulla porta i capelli raccolti in una treccia lunga e bionda, tipica acconciatura dell’epoca. Alle spalle della ragazza vi è uno sfondo sfumato con delle pennellate molto ampie di color terra e e verde e caratterizzato dalla presenza di piccoli fiori bianchi. Non si sa l’identità della fanciulla, ma da quel che si può intravedere sembra appartenere ad una classe sociale agiata, soprattutto considerando com’è vestita in modo molto elegante e raffinato.
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