Descrizione mitologica della dea Eos, nota come Aurora nell’antica Roma

Eos era la dea greca dell’alba. Chiamata anche Eo, in italiano è conosciuta come dea Aurora, mentre  nell’arte etrusca veniva chiamata Thesan. Secondo il mito greco era la figlia del titano Iperione e di Tia, la figlia di Urano e della dea Gea. Dall’unione con il titano Astreo nacquero i celebri quattro venti, ovvero Zefiro, Borea, Austro e Apeliote e poi anche Fosforo, Astrea, Vespero e infine gli Astri. Ebbe figli anche dai mortali Memnone, Titone, Clito e Cefalo.

Eos generalmente veniva da est sul finire della notte a bordo di una biga che veniva trainata da due cavalli. Omero per esempio la rappresentava con indosso una veste color zafferano decorata con dei fiori nell’atto di aprire le porte del cielo con l’intento di far sorgere il Sole. Le sue braccia – secondo Omero – erano dorate, mentre le sue dita erano rosee. Nell’antica ceramica greca invece Eos veniva rappresentata come una donna molto bella con le ali d’uccello e con una tiara o un diadema sul capo. Secondo il mito era stata anche l’amante di Orione e del dio della guerra Ares. Sempre secondo il mito la dea Venere, dopo essere venuta a conoscenza del tradimento del marito con la dea Eos, la condannò ad innamorarsi di uomini mortali, tra questi si ricorda per esempio Titone, giovane molto bello e di sangue reale che Eos aveva rapito per condurlo con sé in Etiopia. Dall’unione tra Eos e Titone nacquero Emazione e Mennone, che era stato ucciso da Achille nel corso della guerra di Troia.

Sempre secondo il mito, Eos soffrì in maniera inconsolabile per la perdita del figlio, al punto che le sue lacrime si trasformarono in rugiada. Anche Clito e Cefalo furono rapiti dalla dea.

In ambito artistico la dea venne rappresentata in due dipinti così chiamati:

  1. L’Aurora di William-Adolphe Bouguereau
  2. Eos di Mary Evelyn Pickering De Morgan

L’Aurora, William-Adolphe Bouguereau

L’Aurora è un quadro realizzato dall’artista William-Adolphe Bougureau nell’anno 1881 mediante la tecnica pittorica dell’olio su tela. Oggi il celebre dipinto si trova presso il Birmigham Museum of Art in Alabama, negli Stati Uniti.

Come detto il suo compito era quello di aprire le porte del cielo al Sole al termine della notte. Ciò che doveva fare era garantire l’allontanamento della notte e di far sì che sorgesse l’alba ogni singolo giorno. William-Adolphe Bouguereau ritrae la dea nuda in tutta la sua sensualità. Solo le sue gambe sono avvolte in un mantello bianco, che parte da una delle braccia che viene solo parzialmente coperta. Mentre con una mano, Eos tiene leggermente il mantello, con l’altra mano invece viene colta nell’atto di ridare vita ai fiori con i suoi preziosi baci, dato che hanno sofferto il freddo della notte. I suoi capelli castani lunghi invece sono mossi dal vento.

Lo stesso freddo della notte viene percepito dalla dea attraverso i suoi piedi nudi, di cui uno è è sollevato mentre l’altro invece è sulle punte. Sullo sfondo si scorge un cielo sereno reso con il colore bianco, mentre attorno a lei è presente la vegetazione circostante.

Eos di Mary Evelyn Pickering De Morgan

Il secondo dipinto analizzato è Eos di Mary Evelyn Pickering De Morgan. Questo quadro viene realizzato mediante la tecnica pittorica dell’olio su tela nell’anno 1895 ed è oggi conservato presso il Columbia Museum of Art, nello Stato americano della Carolina del Sud.

In questo dipinto Eos, detta anche Aurora, viene raffigurata in mezzo ad un paesaggio marino, dove volano dei gabbiani che si scorgono sia in lontananza sia ai lati della dea. Eos sta camminando su un terreno ricoperto da erba verde e dove si trovano delle rose bianche, rosse e rosa molto belle e anche delle margherite di piccole dimensioni collocate in primo piano su cui si posa anche un piccolo uccellino.

La veste della dea è bianca quasi del tutto, ma all’altezza dei piedi presenta delle parti di tessuto colorate di rosa chiaro. Le ali della dea – come di solito viene rappresentata anche nell’antichità – sono dorate e in gran parte rese con il colore rosso. Con la mano sinistra tiene un’anfora verde finemente decorata da cui fa scendere l’acqua che tocca con la mano destra leggermente piegata. I suoi capelli sono sciolti, biondi e mossi dal vento; inoltre sul capo indossa un diadema di perline bianche molto sottile che danno regalità al suo aspetto. Il suo sguardo sembra rivolto verso lo spettatore che sta osservando il quadro.

Sullo sfondo, come già accennato, viene dipinto un paesaggio marino: il mare è calmo e il colore dell’acqua viene reso con sfumature di colore azzurro e celeste; ai lati della tela si scorgono in particolare modo degli scogli sia in lontananza sia in primo piano. Il cielo è sereno, reso col celeste e con il giallo e su di esso si vedono delle nuvole bianche diradate sia sulla sinistra sia sulla destra.