Paula Rego

La pittrice Paula Rego viene ricordata per le sue opere dedicate al tema del femminismo. L’ideale di donna risoluta e autonoma, traspare da ognuno dei quadri dell’artista, che riesce a trasmettere il proprio pensiero con sicurezza e decisione. Nasce a Lisbona – Portogallo – nel 1935, da una famiglia di origine anglofona. Fin da bambina, dimostra una spiccata passione verso il mondo dell’arte e del disegno, tanto da spingere i genitori a permetterle di frequentare una scuola d’arte.

Nel 1952 si iscrive alla Slade School of Fine Art di Londra, dove ha modo di sperimentare le ultime avanguardie artistiche. Qui incontra il futuro marito, Victor Willing, anche lui studente della scuola. La carriera artistica di Paula Rego ha inizio solo nel 1965, anno in cui tiene la propria prima mostra personale alla Sociedade Nacional de Belas Artes (SNBA) di Lisbona. Il successo non tarda ad arrivare, e l’artista si divide tra mostre in Gran Bretagna e Portogallo, portando con sé i propri ideali.
Le prime opere di Rego sono influenzate dalla corrente del Surrealismo, soprattutto dai quadri di Joan Mirò. L’uso del colore e delle forme ricorda la morbidezza dei quadri surrealisti, che provano a descrivere la realtà in modo inedito e creativo.

Nel corso del tempo, l’artista si lascia influenzare anche dell’astrattismo, nonostante non arrivi mai a produrre quadri effettivamente “astratti”. Quella che riconosciamo è più una lieve influenza, probabilmente legata alla presenza aggressiva dell’astrattismo nei primi anni del XX secolo. Nei suoi quadri, Paula affronta tematiche importanti, che si muovono dal femminismo alla lotta contro gli anti-abortisti. L’artista ha dedicato gran parte della sua carriera alla lotta per i diritti delle donne e, soprattutto, alla lotta per la legalizzazione dell’aborto (partendo dal Portogallo).
Serie come Dog Women (1994) e Abortion (1998-99), si ritiene che abbiano influenzato il successo del secondo referendum portoghese sulla legalizzazione dell’aborto nel 2007.

La perseveranza di Paula e l’espressività dei suoi quadri, hanno permesso a tantissime donne di ottenere una voce in più, di descrivere efficacemente i propri sentimenti e dolori. L’artista Paula Rego viene ricordata anche per una serie di stampe sul tema delle filastrocche. Queste opere, vennero portate in tour per la Gran Bretagna dall’Arts Council of Great Britain e dal British Council dal 1991 al 1996, portando Paula ad aggiudicarsi un pubblico internazionale. Un’importante retrospettiva sul suo lavoro venne ospitata dal Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid nel 2007, poi ripresa dal National Museum of Women in the Arts di Washington.

Il potere di questa grande artista merita di essere raccontato e ricordato nel modo giusto. I quadri di Paula Rego hanno permesso al femminismo di muovere passi importanti, di imprimersi nella memoria delle persone e lasciare un segno significativo. Senza artiste di questo calibro, pronte a mettersi in gioco per difendere le donne di tutto il mondo, non avremmo raggiunto alcuni dei traguardi più importanti della storia.

Paula è la destinataria di diversi premi e riconoscimenti, come la medaglia d’onore della città di Lisbona vinta nel 2016, o la medaglia al merito culturale del governo portoghese del 2019. Lo stesso anno, l’artista ha ricevuto anche il premio alla carriera di Harper’s Bazaar.

Triptych, Paula Rego

Per concludere il racconto della vita di un’artista rivoluzionaria come Paula Rego, è giusto dedicare uno spazio ad una delle sue opere più espressive ed importanti: Triptych. Come ci rivela il nome, parliamo di un trittico, un pannello diviso in tre parti dedicate a tre scene diverse.
L’opera descrive chiaramente la sofferenza invisibile delle interruzioni di gravidanza illegali, una realtà a cui Paula aveva dovuto assistere durante gli anni della sua giovinezza. Ogni sezione del pannello raffigura una ragazza, che si ritrova ad affrontare il dolore in modo diverso.


Distesa sul letto, accovacciata su un secchio, raggomitolata tra le lenzuola, la donna del trittico di Paula Rego è sola e sofferente. E’ costretta ad affrontare da sola quello che succede e non ha la possibilità o la forza di opporsi. Questo quadro, che risente dell’influenza estetica del surrealismo, ha un forte potere espressivo. Ci racconta una storia ed una testimonianza e non può che trasformarsi in un manifesto in difesa della parità dei diritti.