Introduzione

Anche nelle opere d’arte gli dei dell’Olimpo sono sempre stati rappresentati dai principali artisti italiani e non solo. In tutti i campi dell’arte si sono voluti rappresentare dei come Zeus, Apollo, Era, Atena, Diana, Venere e tanti altri ancora. Già all’epoca degli antichi Greci gli dei iniziavano ad essere rappresentati nell’ambito della statuaria dai più grandi scultori dell’arte greca, per poi essere ripresi come soggetto artistico anche dai grandi scultori romani  e non solo. Se poi aspettiamo i secoli successivi anche in ambito pittorico gli artisti iniziarono a realizzare dipinti che raffiguravano soggetti mitologici, come gli dei greci. La mitologia greca ha quindi da sempre interessato sia le civiltà antiche sia i pittori delle varie epoche storiche, avendo quindi una grande influenza su di loro.

Le opere che si vogliono presentare sugli dei dell’Olimpo sono le seguenti:

  1. Bacco, Venere e Amore di Rosso Fiorentino
  2. Diana e le ninfe di Jan Vermeer

Bacco, Venere e Amore di Rosso Fiorentino

Bacco, Venere e Amore è un dipinto realizzato dal pittore Rosso Fiorentino tra il 1531 e il 1532 utilizzando la tecnica pittorica dell’olio su tela. Il quadro è custodito presso le Musée national d’histoire et d’art di Lussemburgo.

Dopo un dibattito molto lungo su questo dipinto di Rosso Fiorentino, si è poi attribuita definitivamente a quest’ultimo la paternità dell’opera custodita nel museo di Lussemburgo. Bacco viene rappresentato sopra un sedile drappeggiato nell’atto di alzare la ciotola del vino che sta bevendo nel corso del banchetto riprendendo altre opere statuarie di altri artisti come per esempio Michelangelo e tanti altri ancora. Mentre il torso del dio Bacco sembra essere scultoreo, i restanti arti vengono disegnati come se fossero sciolti e allungati dal pittore. Ai suoi piedi viene invece rappresentato il piccolo Cupido colto nell’atto di cavalcare un leone dallo sguardo spento accanto a cui viene disegnata l’elsa rossa e dorata di una spada.

Sulla destra della tela è possibile scorgere Venere, la dea dell’amore, appoggiata ad un vaso nell’atto di mostrare le forme tipiche della bellezza femminile dell’epoca, ovvero un seno ben proporzionato, dei fianchi larghi e la vita stretta. Sempre a destra, in alto, è possibile scorgere un satiro che indossa un drappo rosso nell’atto di sollevare con le mani dei grappoli d’uva. Quest’opera viene realizzata da Rosso Fiorentino in maniera magistrale e raffinata, mostrando a tutti in campo artistico il suo stile pittorico unico e inconfondibile.

I colori utilizzati nella tela sono il rosa per la colorazione dell’incarnato dei personaggi, il rosso per il drappo del satiro, il verde per le corone di foglie del Bacco e del Satiro, il marrone per la colorazione del pelo del leone, il grigio per la colorazione del sedile di Bacco.

Diana e le ninfe di Jan Vermeer

Diana e le ninfe è un quadro realizzato da Jan Vermeer tra il 1654 e il 1655 mediante la tecnica pittorica dell’olio su tela. Il dipinto è oggi custodito presso la Mauritshuis a L’Aia, in Olanda.

Il dipinto prima era conservato presso la galleria Diksen dell’Aia, per poi essere acquistato da un imprenditore di Londra che si chiamava Neville Davison Galdsmith. Nel 1876 poi la Mauritshuis l’acquistò da un’artista francese. Il museo olandese pagò tantissimo l’opera e mentre in un primo momento questo dipinto fu attribuito a Nicolaes Maes, successivamente si stabilì che il quadro fosse stato realizzato da Jan Vermeer. Inizialmente si pensava che l’opera infatti non fosse stata eseguita da Vermeer sia perché questi non prediligeva i temi a carattere mitologico sia perché la firma era stata realizzata in maniera del tutto inusuale dal punto di vista compositivo.

Nel dipinto non viene raffigurata una scena particolare del mito greco, ma soltanto la dea Diana in compagnia di quattro ninfe, di cui una viene colta nell’atto di lavare i piedi alla dea. La dea Diana la si scorge subito in primo piano e perché indossa la falce di luna in testa; la dea indossa anche un abito giallo. Una delle quattro ninfe viene rappresentata a fianco della dea con un piede che è posto sul ginocchio opposto; un’altra invece è inginocchiata e viene rappresentata, come già accennato, nell’atto di lavare i piedi alla dea avendo accanto a lei una ciotola d’acqua, un fazzoletto per asciugare i piedi della dea e infine un bacile di metallo; la terza ninfa invece viene raffigurata in piedi e osserva ciò che accade; infine la quarta ninfa è seduta di schiena sulla stessa roccia in cui è seduta Diana. A sinistra invece viene raffigurato anche un cane che sembra guardare la scena. Non si conosce bene il significato del dipinto.

I colori utilizzati sulla tela sono il giallo per la colorazione del vestito della dea, l’arancione per la colorazione del vestito della ninfa seduta sulla roccia di spalle, il rosso per la colorazione degli abiti della ninfa seduta accanto a Diana e di quelli della ninfa inginocchiata. Per la colorazione dello sfondo, realizzato secondo un gioco di luci ed ombre, vengono utilizzati il colore celeste e dei colori dalle tonalità scure.