Introduzione

Nell’arte greca, le Muse non sono altro che divinità ispiratrici, un gruppo di bellissime donne che colpiscono l’attenzione degli artisti. Secondo la mitologia greca, le Muse sono nate dall’unione di Zeus e Mnemosine (Memoria), e rappresentano l’ideale più alto dell’arte. In loro si raccoglie l’elemento chiave di tutte le rappresentazioni artistiche: l’ispirazione. Senza l’ispirazione, senza le Muse, l’arte non potrebbe esistere e non potrebbe nascere. Gli artisti sarebbero vuoti e privi di creatività, e perderebbero tutta la loro bravura. Mentre nell’antica Grecia gli autori si affidavano a Muse specifiche derivanti dalla religione, con il tempo gli artisti hanno imparato a individuare le proprie “muse personali”.

Donne, uomini, addirittura panorami in grado di trasmettergli determinate sensazioni, portandoli a dedicare del tempo alla rappresentazione. Il potere delle Muse ha portato alla produzione di quadri dall’incredibile bellezza, che provano a descrivere tramite immagine le famose divinità ispiratrici. Artisti in arrivo da tutto il mondo hanno provato a rappresentare le Muse del mito greco, creando immagini suggestive che vale la pena approfondire.

I quadri dedicati alle Muse sono sicuramente molti più di quanti ci si possa aspettare, ma oggi ci concentreremo solo su due opere: Parnaso” di Anton Raphael Mengs e “Esiodo e la Musa” di Gustave Moreau. Guardiamole più da vicino per scoprire cosa rappresentano e come viene riportata l’idea di “ispirazione”.

Parnaso, Anton Raphael Mengs

L’opera “Parnaso” è spesso considerata come uno dei primi manifesti del neoclassicismo pittorico. Mengs, così come diversi altri autori di fine Settecento, risente della necessità di imitare gli autori classici, ritrovando un nuovo ideale di bellezza (che non è più “realistico”, ma proveniente dall’arte classica). Al centro del quadro compare la figura di Apollo, circondato dalle nove Muse della religione antica greca. L’autore sceglie di utilizzare le Muse per omaggiare simbolicamente il suo committente, un grande mecenate e promotore delle arti – così come le muse sono promotrici dell’ispirazione artistica.

Secondo i critici, l’ispirazione principale di quest’opera arriva da un affresco di Raffaello, che nel 1511 aveva dipinto una scena molto simile nelle Stanze Vaticane. Così come nell’opera di Raffaello, anche Mengs posiziona le Muse simmetricamente rispetto ad Apollo, equilibrando il quadro e creando un buon ordine visivo.

L’ambientazione bucolica è un ennesimo richiamo all’arte classica, a qualcosa che non è possibile incontrare nella realtà quotidiana. La presenza delle muse ispira lo stesso Apollo, che sembra affascinato dai loro movimenti delicati e dal fluttuare delle loro vesti. Le linee dei corpi delle Muse sono precise e molto delicate, come dimostrazione delle abilità artistiche di Mengs e delle sue intenzioni. L’opera è un omaggio al potere dell’ispirazione, alla capacità di elevare la mente attraverso la creatività e la fiducia nell’arte.

Esiodo e la Musa, Gustave Moreau

Un’altra opera estremamente famosa, in cui l’ispirazione viene rappresentata attraverso l’utilizzo di una Musa, è “Esiodo e la Musa” di Gustave Moreau.

Moreau era un grande appassionato di arte classica, e dedicò la vita a studiare gli antichi miti e leggende. La figura di Esiodo – il primo poeta greco mai esistito – compare più volte nei suoi quadri e nelle sue rappresentazioni. Il poeta, autore dell’opera Teogonia, afferma nel prologo di questa stessa opera che tutti i suoi scritti sono stati ispirati dalle Muse. Le muse lo hanno raggiunto in sogno e lo hanno spinto a scrivere ciascuna delle sue opere. Nel quadro, Gustave Moreau prova a rappresentare il momento in cui la Musa si avvicina a Esiodo e gli sussurra all’orecchio la sua ispirazione.

Nonostante sia ispirata ad un evento appartenente all’arte classica, l’opera di Moreau è un ottima rappresentazione del processo di ispirazione degli artisti; una voce che raggiunge l’orecchio del pittore e lo spinge a concentrarsi su una nuova opera, in modo del tutto imprevisto ed inaspettato. I colori tenui del quadro e l’ambientazione naturalistica non fanno altro che accentuare l’idea di “sogno”, l’idea che l’ispirazione sia qualcosa di incontrollabile ed estraneo alla realtà.

Le Muse hanno permesso agli artisti di personificare un momento chiave della creazione artistica, che è quello dell’ispirazione. Hanno permesso agli autori di immaginare una realtà al di sopra dell’immaginazione stessa, una figura reale per un pensiero impossibile.