Introduzione

La solitudine nell’arte è sempre stato un soggetto pittorico molto presente. Tantissimi sono i pittori che  esprimono questa condizione umana nelle loro opere artistiche, ma l’artista che più d’ogni altro ne ha fatto il suo nucleo tematico compositivo più ricorrente è stato senz’altro il grande artista Edward Hopper, grande esponente del realismo americano. Già noto per la scelta di paesaggi urbani principalmente nell’ambito dei suoi lavori, Hopper è anche conosciuto dal pubblico artistico come uno dei più grandi pittori capaci di imprimere il tema della solitudine sulle sue tele. Si tratta di una solitudine “silenziosa”, perché quelli che lui rappresenta sono sempre personaggi che, seppur rappresentati in compagnia di altre persone, non comunicano, stanno zitti. Si tratta quindi di una solitudine statica, senza dinamismo alcuno.

Le scene sono sempre ambientate generalmente in stanze di abitazioni, nelle strade delle città, negli uffici, nei teatri, nei locali, ma i personaggi che sono collocati al centro delle sue tele restano sempre in silenzio, non parlano, non comunicano tra di loro mai. Sembra che nei lavori dell’artista americano gli uomini non vogliano avere a che fare con persone simili a loro, anche quando vengono con altre figure umane sulla scena.

Opere di Hopper sulla solitudine

Ecco le opere di Edward Hopper che verranno analizzate:

  1. Room in New York
  2. Morning Sun (Sole di mattina)

Room in New York

Room in New York è un quadro realizzato dall’artista americano Edward Hopper nell’anno 1932 con la tecnica pittorica dell’olio su tela. Oggi è custodito all’University of Nebraska Memorial Art Gallery Hopper a Lincoln, negli Stati Uniti.

Di primo acchito viene rappresentata una stanza semplicissima di un abitazione di New York, ma se si indaga a fondo il tema portante dell’opera rappresentata è senz’altro quello della solitudine, soggetto scelto spesso dall’artista nell’ambito dei suoi lavori. I soggetti di questo quadro sono due: un uomo e una donna. L’uomo è collocato all’estremità della stanza e legge un giornale, mentre seduta davanti al pianoforte, la donna, che è posta di spalle a lui, suona con fare distratto e con grande indifferenza lo strumento musicale. L’osservatore vede la scena rappresentata attraverso la finestra e sembra stia quasi spiando i due protagonisti. La scena rappresentata è fredda, quasi geometrica e la scena raffigurata presenta il tema dell’incomunicabilità tra l’uomo e la donna, come se questi fossero due personaggi solitari, aventi due vite differenti. Anche in questo caso quindi quello che prevale è il silenzio, la solitudine, come se l’uomo e la donna del lavoro di Hopper non avessero in comune nulla l’uno con l’altra.

A rendere ancora più evidente questo senso di solitudine e di sospensione silenziosa è senz’altro il contrasto tra il buio proveniente dall’esterno e la luce artificiale che si trova all’interno della stanza. Quella che Hopper vuole descrivere anche in questo suo lavoro è la fragilità umana, la solitudine delle persone nella vita di tutti i giorni. I colori della tela sono il giallo per la colorazione delle pareti, il nero per la colorazione della finestra, di parte degli abiti dell’uomo e di alcuni mobili, il rosso per la colorazione del vestito della donna, della poltrona e della lampada, il marrone chiaro per la colorazione del tavolo e della porta.

Morning Sun (Sole di mattina)

Morning Sun (in italiano Sole di mattina) è un dipinto realizzato da Edward Hopper nel 1952 con il colore ad olio e che oggi viene custodito presso il Columbus Museum of Art, in Ohio, negli Stati Uniti.

Il soggetto della tela è una ragazza che si è appena svegliata e che sta seduta sul suo letto. Ciò che la ragazza fa è osservare dalla sua stanza da letto ciò che c’è all’esterno della finestra. Ciò che rende la scena molto particolare è la luce del sole che penetra dall’esterno della stanza, diventando l’elemento dominante dell’intera composizione, illuminando sia le pareti della stanza sia il letto stesso. La particolarità di quest’opera risiede nel fatto che il pittore americano abbia mescolato in maniera molto sorprendente colori caldi e colori freddi.

Dalla finestra si riesce a scorgere ben poco: soltanto l’ultimo piano di un edificio tipico della città di New York. Ancora una volta il tema portante del lavoro di Hopper è sempre lo stesso: la solitudine che viene espressa questa volta attraverso gli occhi di una giovane ragazza che osserva ciò che c’è al di fuori dalla stanza da letto in cui si trova. La ragazza sembra essere muta, non esprime alcuna emozione, è silenziosa e immersa nei suoi pensieri, nel suo mondo. Il letto non è disfatto, ma risulta essere ben sistemato a testimonianza che la giovane ha dormito da sola non potendo raccontare a nessuno le sue esperienze, le sue emozioni, le sue preoccupazioni.

I colori utilizzati sulla tela sono il rosa per la colorazione dell’incarnato della ragazza, il rosa pesco per la colorazione della sottoveste che indossa la ragazza, il giallo della luce che inonda la parete, il celeste per la colorazione delle lenzuola e del cielo, l’arancione per la colorazione dell’edificio che si trova all’esterno.

Conclusioni

Quelle che vengono rappresentate sono le opere di Edward Hopper, considerato in assoluto il più celebre interprete del tema della solitudine, intesa come una “solitudine silenziosa”. I soggetti rappresentati sembrano tutti solitari anche quando stanno in compagnia, come se non avessero in alcun modo intenzione di comunicare tra di loro.