Introduzione
La barca a vela, il simbolo della velocità in acqua, si trova rappresentata in tantissime opere d’arte. Secondo alcuni, gli artisti restano affascinati dai corpi sinuosi delle barche, che si lasciano guidare dal vento e dalle onde. Il movimento delicato che le culla passo dopo passo, crea un’immagine unica, che è giusto raffigurare. E’ interessante scoprire come cambiano le rappresentazioni in base al periodo storico in cui ci troviamo e alle varie correnti artistiche. Nei due quadri che analizziamo oggi – “Passaggio marino” di Caillebotte e “Barche da pesca” di Van Gogh – mettiamo a confronto impressionismo ed espressionismo.
Queste due famosissime correnti, portano con sé una differente rappresentazione della realtà. L’impressionismo si concentra sulla realtà esterna, riportata in modo fedele e onesto. Si dice, infatti, che gli impressionisti hanno un approccio “povero”, ovvero privo di influenze e contaminazioni.
L’espressionismo, invece, si concentra sulla trasmissione della realtà interna, delle sensazioni provate dall’artista. I quadri espressionisti sono carichi di colore, carichi di passione e di significati nascosti. Guardiamo più da vicino questi due paesaggi marini e la loro rappresentazione artistica, avvicinandoci alla visione degli artisti e al loro metodo di trasmissione del vero.
Paesaggio marino – regata a Villiers, Gustave Caillebotte
Caillebotte è un autore molto particolare, dalla personalità calma e poco estroversa. I suoi quadri sono spesso segnati dalla presenza di colori tenui, che tendono a rispecchiare la realtà esterna.
Nell’opera “Paesaggio marino – regata a Villiers” abbiamo la possibilità di osservare una barca a vela posta in primo piano. La barca si muove tra le onde e, sullo sfondo, ecco comparire decine di puntini bianchi, che rappresentano tutte le altre barche partecipanti alla regata. Il cielo è limpido e l’acqua del mare appare altrettanto calma. La sensazione dominante non è quella di competitività – come dovrebbe essere considerando il tema della regata – ma è quella della tranquillità.
La barca in primo piano coglie la nostra attenzione, ma solo per qualche attimo fugace. La sua punta allungata ci spinge a guardare verso la fine del quadro, nel punto in cui compaiono tutte le altre barche a vela.
La costruzione dell’opera è pensata nel dettaglio, in modo che lo sguardo venga accompagnato dall’inizio alla fine. Caillebotte ci racconta una storia, ci fa vivere un’esperienza e ci fa credere di trovarci esattamente sulla riva. Il quadro in sé è una spinta al “guardare avanti”, sia letteralmente che simbolicamente. L’invito a non lasciarsi abbattere dalle difficoltà, qualunque esse siano, ed imparare ad osservare sempre il lato migliore delle cose. Il realismo dei colori ci aiuta ad appassionarci alla scena dipinta, osservando il mare diventare più profondo nei punti in cui il blu assume sfumature sempre più scure.
Barche da pesca sulla spiaggia di Sainte-Marie, Vincent Van Gogh
Il secondo quadro, “Barche da pesca sulla spiaggia di Sainte-Marie”, è stato dipinto da Vincent Van Gogh intorno alla fine dell’Ottocento. Questa volta, l’insieme di barche rappresentato è “ordinato”. Le troviamo in ordine d’altezza, in modo da creare la giusta prospettiva. Le barche a vela in acqua si muovono una dietro l’altra, creando una fila precisa che procede verso l’orizzonte.
A riva, sulla sabbia dorata e illuminata dal sole, si trovano altre quattro barche, bloccate affinché non riescano a muoversi. L’elemento attrattivo principale del quadro è sicuramente il cielo e la rappresentazione delle nubi. Ad un primo sguardo, sembra quasi che le nuvole si stiano raccogliendo per formare un vortice, sembra che la tempesta non sia troppo lontana. Le sensazioni trasmesse sono molto diverse rispetto a quelle del quadro precedente. Nell’opera di Van Gogh si legge una forte urgenza, un “desiderio di partenza”, rappresentato dalle barche incatenate che non riescono a raggiungere la libertà.
La calma del quadro di Caillebotte è sostituita da un’emozione molto forte, un misto di ammirazione ed ansia. La sabbia stessa assume la forma delle onde, avvolgendo parzialmente le barche ferme. L’osservatore ha come l’impressione di guardare una scena dipinta a metà, come se da un momento all’altro le vele potessero sparire per lasciare spazio alle barche costrette sulla riva. La nuova rappresentazione è più audace, e ci spinge ad un comportamento d’attesa. Il viaggio verso l’orizzonte arriva per tutti, basta saper attendere.
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