Introduzione
La pittura del Rinascimento, soprattutto in Italia, è segnata da una forte “sacralità”. Le figure dei santi, della Madonna e di Cristo stesso compaiono più e più volte all’interno di pale ed affreschi. Gli autori del tempo si lasciano trasportare dal desiderio di trasmissione dei sentimenti della fede. Provano, attraverso la cura dei dettagli e gli sguardi dei personaggi, a descrivere le sensazioni provocate dall’amore cristiano.
Raffaello, considerato come uno dei più grandi pittori del Rinascimento, è un autore dalla produzione straordinaria. I suoi quadri, così come gli affreschi, sono raccolti in tutta Italia e nel mondo, come dimostrazione del suo incredibile talento.
Tantissime sono le opere da descrivere ed analizzare, ma oggi ci soffermeremo su due in particolare:
- L’Estasi di Santa Cecilia
- Sacra Famiglia Canigiani
Entrambe le raffigurazioni permettono di chiarire la visione unica di Raffaello e la sua stretta connessione con la sacralità. Scopriremo insieme cosa rappresentano nel dettaglio e quali sono i significati nascosti dietro entrambe le opere.
Estasi di Santa Cecilia, Raffaello
Il primo quadro, dal titolo “Estasi di Santa Cecilia” è stato realizzato dal Raffaello con la tecnica pittorica dell’olio su tela, si trova presso la Pinacoteca Nazionale di Bologna e ha come protagonista proprio la giovane santa.
Cecilia si trova al centro della rappresentazione, circondata da altre quattro importanti figure:
- San Paolo, che tiene tra le mani una spada ed un cartiglio;
- San Giovanni Evangelista, ai cui piedi è facilmente riconoscibile un libro con il simbolo dell’aquila;
- Sant’Agostino, che regge il bastone pastorale;
- Maria Maddalena, che rivolge lo sguardo all’osservatore e regge tra le belle mani un’ampolla di unguenti.
Ai piedi di Santa Cecilia si riconoscono una lunga serie di strumenti musicali. La Santa volge lo sguardo al cielo, dove è comparso un coro angelico che sta intonando una melodia celestiale. Dalle mani le sfugge un organo portatile che va ad incontrare gli strumenti ai suoi piedi. Tutti gli strumenti vecchi e rotti rappresentano la fugacità della musica terrena, che non è nulla se paragonata con quella celeste. La presenza del coro spiega e conferma il momento di estasi, il momento in cui la Santa riesce a percepire la chiamata di Cristo. Lo spettatore riesce a leggere il sentimento di passione travolgente che avvolge Cecilia anche solo attraverso la rappresentazione del suo corpo.
L’uso del colore, la scelta dell’inclinazione delle spalle e lo sguardo completamente rivolto verso l’alto, ci fanno capire cosa prova Santa Cecilia. Sappiamo immediatamente che lei è l’unica che riesce a sentire il canto celeste, che quello è il vero momento della sua estasi.
I personaggi che riempiono la scena intorno a lei sono connessi al tema dell’ascensione al cielo, siccome tutti e quattro ebbero visioni di Dio (almeno così riporta la storia della chiesa cattolica). Il paesaggio, che si intravede alle spalle di Santa Cecilia, rappresenta con ogni probabilità la chiesa di Santa Maria del Monte a Bologna. L’ipotesi è ulteriormente confermata dalla destinazione originaria dell’opera commissionata da Elena Duglioli per la Cappella di Santa Cecilia.
Sacra Famiglia Canigiani, Raffaello
La seconda opera di Raffaello che rappresenta in pieno la sua visione artistica, prende il nome di “Sacra Famiglia Canigiani” che si trova presso la Alte Pinakothek di Monaco di Baviera, in Germania e che è stato realizzato con la tecnica pittorica dell’olio su tela intorno al 1507 circa.
Il quadro segue la tipica composizione “a piramide”, nel rispetto delle opere di Leonardo da Vinci. Ai piedi della piramide si trovano Sant’Elisabetta e la Madonna, entrambe sedute sul prato sotto lo sguardo attento di San Giuseppe (che occupa il vertice della piramide).
Le due donne tengono tra le braccia i rispettivi figli, Giovanni Battista e Gesù. Un insieme avvolgente di braccia e gambe caratterizza la parte basse del quadro. Nonostante il numero di figure, Raffaello riesce a mantenere l’armonia dell’opera, trasmettendo una sensazione di ordine e tranquillità.
Il termine “famiglia”, utilizzato per il titolo del quadro, combacia perfettamente con la tecnica di rappresentazione. San Giuseppe, il padre protettore, è raffigurato in posizione sopraelevata, così da vigilare sulle due donne con sicurezza e decisione. Un legame intenso unisce le figure del quadro e l’osservatore. La fede è l’elemento chiave, l’anello mancante capace di trasportare anche Sant’Elisabetta nella famiglia della Madonna e di San Giuseppe. L’amore unisce tutti i personaggi e trasmette allo spettatore un sentimento di grazia e commozione. Ci sentiamo emozionati, percepiamo il legame creato e lo avvertiamo come nostro. Questa è poi la potenza dell’arte di Raffaello, la capacità di rappresentare la fede e trasmetterne il significato.
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