Clara Zetkin
La politica tedesca Clara Zetkin è stata una sostenitrice delle teorie marxiste e importante attivista dei diritti delle donne; ha anche rappresentato il Partito Comunista di Germania al parlamento tedesco durante gli anni della Repubblica di Weimar.
Le origini
Clara Josephine Eissner nacque il 5 luglio 1857 a Wiederau, un piccolo paese di pastori nel Land tedesco della Sassonia. Suo padre, Gottfried Eissner, era preside di una scuola, di fede protestante, mentre la madre Josephine Vitale, di origini francesi, proveniva da una famiglia borghese di Leipzig ed era alquanto istruita. Nel 1872, la famiglia si trasferì a Leipzig e lì la giovane Clara frequentò un istituto per diventare insegnante: fu in quella scuola che entrò in contatto per la prima volta con l’SPD, il partito socialdemocratico tedesco, a cui avrebbe aderito ufficialmente nel 1878. In quello stesso anno, Bismarck vietò tutte le attività del movimento socialista; di conseguenza, nel 1882 Clara lasciò la Germania, recandosi dapprima a Zurigo e poi a Parigi, dove studiò per diventare giornalista e traduttrice.
Figura di spicco
Nei suoi anni parigini divenne una delle figure predominanti del circolo socialista, che contribuì a fondare e a consolidare a livello internazionale. Nel frattempo, intrecciò una relazione con il marxista russo Ossip Zetkin, che in seguito sposò e da cui ebbe due figli, Maxim e Konstantin. Purtroppo, Ossip morì di malattia nel 1890 e, quasi dieci anni dopo, nel 1899, Clara avrebbe sposato l’artista Georg Friedrich Zundel, di diciott’anni più giovane di lei.
Il rapporto con Ossip contribuì a coinvolgerla sempre di più nelle idee marxiste e a coniugarle con la lotta per i diritti delle donne, in cui Clara era molto attiva. Quando, dopo dieci anni di assenza, Clara rientrò in Germania, divenne la redattrice del quotidiano femminile dell’SPD, Die Gleichheit (“L’uguaglianza”). Fu in quegli anni che incontrò Rosa Luxembourg, filosofa e marxista polacca, con cui strinse una duratura amicizia, condividendo entrambe la devozione per l’SPD.
Per i diritti delle donne
Clara, al contrario di Rosa, era interessata a portare avanti anche la lotta femminista oltre a quella del partito. Credeva che l’ideologia socialista potesse garantire pari diritti e il diritto di voto alle donne; grazie al suo instancabile lavoro presso Die Gleichheit, contribuì a sviluppare il movimento femminista in Germania. L’SPD giunse a fondare un ufficio per le politiche femminili che, nel 1907, fu affidato a Clara. Fu sempre Clara che, insieme ad altre donne, lanciò l’idea di creare la Giornata internazionale della donna, come giornata per promuovere la consapevolezza in merito alla lotta femminista. Il “Giorno della donna” fu celebrato per la prima volta il 19 marzo 1911 da una parte della popolazione di Austria, Germania, Svizzera e Danimarca. Clara era convinta che la vera rivoluzione, per le donne, sarebbe arrivata solo con una profonda trasformazione sociale; per questo motivo separava la propria lotta femminista, incentrata per lo più sulle donne delle classi più umili, da quella delle donne borghesi, da lei additata come una rivoluzione più intellettuale che non concreta.
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Clara, insieme ad altre pacifiste, si oppose categoricamente al conflitto, predicando che era destinato ad arricchire solo poche categorie, impoverendo ancora di più i lavoratori e le classi più umili. Per queste sue idee, fu arrestata più volte nel corso del 1915 e 1916.
Un nuovo partito
Sempre nel 1916, Clara si allontanò progressivamente dall’SPD contribuendo a fondarne una nuova ramificazione, la Lega di Spartaco. Nel 1919, alla fine del conflitto mondiale, apparve in Germania il partito comunista (KDP), a cui Clara aderì, diventandone rappresentante presso il parlamento tedesco (Reichstag) dal 1920 al 1933.
Il suo ruolo nel partito comunista tedesco fu molto attivo. Clara fu membro del comitato del Comintern e presidente della segreteria internazionale per le donne fondata dall’Internazionale comunista del 1920. Nel 1921, durante la Seconda conferenza delle donne comuniste, presieduta dalla stessa Clara, la data della Giornata internazionale delle donne fu cambiata e fissata all’8 marzo. Nel 1925, Clara fu eletta presidente dell’organizzazione di solidarietà Rote Hilfe (“aiuto rosso”); nel 1927, ricevette l’onorificenza militare sovietica dell’Ordine della Bandiera rossa.
Nel corso degli anni Venti Clara iniziò a contestare l’eccessiva influenza di Mosca sul partito comunista tedesco, motivo per cui fu rimossa dal comitato centrale del KPD; mantenne però la sua posizione nel comitato del Comintern, opponendosi pubblicamente alla scissione dei sindacati comunisti tedeschi dalla federazione socialista.
Nel 1932, mentre presiedeva l’apertura del Reichstag, prese apertamente posizione contro l’ascesa del neonato partito nazista; in quello stesso anno, le fu conferito l’Ordine di Lenin.
Quando il nazismo prese il potere nel 1933, Hitler bandì il partito comunista e Clara lasciò di nuovo il paese, recandosi in esilio in Unione Sovietica, dove morì quello stesso anno, a quasi 76 anni, nelle vicinanze di Mosca. Il suo funerale vide la partecipazione di grandi esponenti del partito comunista, incluso Stalin, e le sue ceneri vennero riposte nella Necropoli delle mura del Cremlino, collocata nella Piazza Rossa.
Pacifista e attivista per i diritti delle donne, promotrice di un cambiamento sociale improntato all’uguaglianza, Clara Zetkin divenne in seguito un’eroina della Repubblica Democratica Tedesca, che le dedicò molteplici strade in sue diverse città, alcune delle quali esistenti ancora oggi.
A cura di Chiara.
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