Pinturicchio

Bernardino di Betto Betti nacque a Perugia nel 1452, il nomignolo Pinturicchio gli viene attribuito a causa della sua corporatura minuta, sarà lui stesso a utilizzarlo per firmare alcune opere. Nel 1581 si iscrisse all’Arte dei pittori di Perugia, non ci è dato sapere chi fossero con esattezza i suoi maestri, la sua arte spazia dalla pittura all’affresco, fino ad arrivare alla miniatura, insieme al Perugino fu uno dei grandi maestri della Scuola Umbra del Quattrocento.

Già durante gli anni della sua formazione, decide di abbandonare Perugia per dirigersi a Roma: città che gli garantirà la maturità artistica, è proprio qui che ottiene i suoi primi incarichi importanti, arrivando a lavorare anche agli affreschi della Cappella Sistina, al fianco dello stesso Perugino, ma la prima grande dimostrazione della sua bravura artistica la riscontriamo negli affreschi con le Storie di san Bernardino nella Cappella Bufalini della chiesa dell’Aracoeli a Roma, datati tra il 1584 e il 1486. Nonostante Pinturicchio lasciò Perugia subito dopo l’iscrizione all’Arte dei pittori, durante la sua carriera artistica fece di continuo la spola tra la sua città natale e la capitale, realizzando opere per i vari pontefici in carica, come gli affreschi per la cappella di Santa Maria del Popolo, per alcuni ordini monastici, e per famiglie nobili umbre, come la Cappella Baglioni.

Sulla sua morte non abbiamo notizie certe, il Vasari nelle sue Vite, riporta un aneddoto, di cui però non ci sono fonti certe. Morì, in solitudine, nel maggio del 1513 presso la Parrocchia dei santi Vincenzo e Anastasio, in cui alloggiò nell’ultimo periodo della sua vita. 

Madonna col Bambino Leggente

La Madonna col Bambino leggente è un dipinto a olio su tavola realizzato tra il 1494 e il 1498 e custodito al North Carolina Museum of Art di Raleigh. L’opera si ispira alla Madonna della Pace di San Severino Marche. 

Il quadro, dalle dimensioni di 37,7×25,4, presenta le due figure al centro, che occupano quasi la totalità della tavola, la Madonna è rappresentata al centro, a mezza figura, con il capo inclinato verso la sinistra dell’osservatore, posizione in cui si trova il bambino Gesù; la Madonna con una mano cinge la vita del bambino, mentre l’altra mano sta davanti. Il bambino è rappresentato a figura intera, in piedi su un parapetto, tenendo tra le mani le Sacre Scritture. L’organizzazione delle due figure è probabilmente di ispirazione fiamminga. Le due figure risultano plastiche, mentre nello sfondo possiamo notare un paesaggio collinare, in cui sono presenti degli alberi, con colorazioni sui toni dell’oro. L’oro è un colore molto ricorrente all’interno dell’opera, lo ritroviamo nei ricami degli abiti dei due protagonisti, anche il bambino indossa vesti preziose in contrapposizione con gli abiti esili che invece venivano rappresentati nelle altre opere della Scuola Umbra di quegli stessi anni. Ritroviamo l’oro anche nelle aureole, rappresentate come dei veri e propri gioielli. 

Madonna della Pace

La Madonna della Pace, è un dipinto a olio su tavola, realizzato nel 1490 circa e custodito nella Pinacoteca civica Tacchi-Venturi di San Severino Marche.

L’opera risulta essere di particolare importanza, poiché è tra le poche interamente attribuite al Pinturicchio, realizzata durante la maturità artistica del pittore, venne data in dono da Liberato Bartelli al Duomo di San Severino Marche, città di cui l’uomo era originario, nominato poi nel 1488 priore della chiesa della città, è probabilmente in occasione della sua nomina che commissionò la Pala a Pinturicchio.

 

 

L’opera presenta al centro la Madonna con in grembo il bambino, e alla destra dell’osservatore una figura rappresentante il committente. La Madonna tiene nella mano sinistra il Globo, simbolo del suo potere sulla terra, mentre con la destra benedice la figura rappresentante il committente. Ai lati sono raffigurati due angeli, uno dei quali guarda direttamente lo spettatore, mentre l’altro rivolge lo sguardo ai tre protagonisti. In quest’opera possiamo notare un’attenzione maniacale al dettaglio da parte dell’artista, soprattutto nella composizione dei volti, questo dettaglio ci rimanda a un probabile studio della pittura fiamminga da parte di Pinturicchio. Anche in questo dipinto, come in quello esaminato precedentemente, notiamo l’attenzione che pone l’autore all’abbigliamento dei protagonisti, lo stesso bambino non viene rappresentato con indosso abiti semplici, ma con la veste del Redentore, in cui sono presenti dettagli preziosi. La bravura dell’artista si scorge anche nello studio dell’inclinazione dei volti, e dei gesti dei protagonisti. Anche gli abiti indossati dalle altre figure sono ricchi di decorazioni sfarzose.

Nello sfondo è rappresentato il paesaggio umbro, un paesaggio collinare, in cui sono rappresentate anche figure umane, mentre alla sinistra possiamo notare un arco roccioso, sotto il quale passano alcuni cavalieri, probabilmente l’autore si ispira alla strage degli innocenti.

Come nell’opera di cui si è scritto in precedenza, le figure sono plastiche, rappresentate con colori sgargianti e luminosi, anche in questo caso il colore prediletto è l’oro, presente negli abiti e nelle aureole della Madonna e del bambino che sembrano fatte di filigrana, ma anche nei capelli e nel paesaggio. 

L’opera presenta una lunetta superiore, in cui è rappresentato il padre Eterno che dà la benedizione. In questo caso Pinturicchio riprende uno schema tipico del Perugino suo concittadino e collaboratore.

Partendo da ques’opera Pinturicchio ha rappresentato altre figure di Madonne.

A cura di Simo.