Per definizione il bacio è una parola sì comune, un atto semplice, la più conosciuta e sfruttata manifestazione d’affetto: labbra contro labbra, una comunicazione così intima, individuale e privata.
Dovessimo spiegare – fuor da ogni etimologia e definizione – cosa sia questo “apostrofo rosa”, tutte le parole del mondo non basterebbero; nel bacio si racchiudono molteplici occasioni di lettura, tante quante sono le sue manifestazioni concrete. Non esiste un bacio e non esiste il bacio, dunque: qualunque forma esso assuma, è la relazione segreta che stringe in unità universi d’individualità.
Il mondo dell’arte, nella sua ricerca e attenzione ai valori e alla dimensione terrena umana, riserva una particolare attenzione a tutte le manifestazioni del bacio e alla loro forza evocativa, rendendo così fiorente una produzione artistica già di per sé ricca e capace di eccellere in caleidoscopiche tematiche.
Vediamone alcuni esempi.

Amore e Psiche che si abbracciano, Antonio Canova, 1787-93

L’artista neoclassico veneto Antonio Canova – conosciuto anche con il soprannome “il nuovo Fidia”- immortala, grazie alla purezza del marmo, una delle storie d’amore più passionali e avvincenti, tratta da “Le Metamorfosi” di Lucio Apuleio.
La fabula divenuta fulcro delle attenzioni dell’artista, su committenza del colonnello Lord Campbell, tratta della passione che il figlio di Venere, Amore, nutre nei confronti della bellissima quanto mortale Psiche, divenuta motivo di gelosia della dea.
Al fine di vivere la loro storia lontano dalle furie di Venere, Amore conduce l’amata in un palazzo ove, quest’ultima, avrebbe incontrato il dio nel buio dell’oscurità, senza mai conoscerne l’identità.
Spinta dal desiderio, Psiche però viene meno alla condizione imposta, tale che, nel cuore della notte, irradia di luce il volto dell’amato grazie ad una candela, la cui cera cade disgraziatamente sulla pelle del dio alato che, sentitosi tradito, si allontana. Disperata e pronta a riconquistare l’affetto di Amore – sottoposta alle estenuanti prove di Venere – la giovane mortale cade nel placido sonno degli Inferi.
L’opera realizzata da Antonio Canova raffigura i due amanti nel momento finale della storia, rendendo quell’istante esterno: Amore giunge in volo e, chinatosi sull’amata per baciarla, la libera dalla stretta dell’oscurità; la ragazza alza le braccia, incorniciando i volti dei due amanti e focalizzando l’attenzione su quel bacio che resterà per sempre sospeso.

Il bacio, Francesco Hayez, 1859


L’opera realizzata dall’artista italiano Francesco Hayez e intitolata “Il bacio. Episodio della giovinezza. Costumi del secolo XIV”, illustra l’intimo momento di un bacio tra due innamorati, circondati dalle massicce mura di un castello medioevale.
Il dipinto è divenuto presto simbolo del Romanticismo in Italia, saturo dell’amore nazionalista e dell’odio nei confronti dello straniero, al tempo rappresentato dal popolo austriaco; questo, infatti, rappresenta presumibilmente un giovane patriota, armato di pugnale simbolo del desiderio di libertà, pronto a lasciare i suoi affetti per recarsi in guerra, non prima di aver salutato amorevolmente la sua amata con quello che, forse, sarà l’ultimo bacio, l’ultima dimostrazione d’amore tra due innamorati.
Francesco Hayez ha realizzato ben quattro versioni differenti de “Il bacio”, ognuna con differenti dettagli stilistici che ne permettono la facile distinzione, ma tutte raffiguranti lo stesso  identico momento.

Il bacio, Auguste Rodin, 1882-89


Auguste Rodin – il nome completo è François-Auguste-René Rodin – fu considerato uno degli scultori e pittori più illustri e amati, al pari dell’italianissimo Michelangelo Buonarroti.
Capostipite della scultura moderna, l’artista francese ha dato vita a numerose opere, tra cui la più conosciuta e qui riportata: “Il bacio” – il nome originario dell’opera è “Paolo e Francesca” – un gruppo scultoreo la cui prima versione è databile presumibilmente al 1882, realizzata primariamente per adornare la “Porta dell’Inferno”, scultura incompiuta al quale lavorò per ben trent’anni e ispirata alla “Divina Commedia dantesca.
A distanza di qualche anno, Rodin eseguì la realizzazione di dell’opera in una scultura in gesso a sé stante; nel 1888 lo Stato francese commissionò a Rodin un’altra versione de “Il bacio”, questa volta in marmo. Si contano numerose versioni della medesima opera: due sculture autografe in marmo, un’altra marmorea postuma ed altre versioni in bronzo.
L’opera mette in mostra una delle storie d’amore più belle e conosciute: la passione di Paolo Malatesta e Francesca da Rimini, raccontata da Dante nel canto V de “Inferno”.
Protagonista di un forte scandalo, data l’elevata carica erotica, la scultura rappresenta la coppia di innamorati persa in un eterno e desiderato bacio, i cui volti, volutamente nascosti, sembrano unirsi l’un l’altro affinché, in loro, ogni essere umano possa riconoscersi.

Il bacio a letto, Henri de Toulouse-Lautrec, 1892

Un messaggio di denuncia contro una società fortemente ipocrita: è ciò che rappresenta “Il bacio a letto”, opera dell’artista francese Henri de Toulouse-Lautrec, rivoluzionario quanto umano, interessato alle storie di coloro che dal mondo sono nascosti, dimenticati o etichettati ingiustamente.
L’artista affronta qui il tema dell’omosessualità e lo fa con una tenerezza e semplicità inaudite: due donne avvolte in un bacio e un abbraccio, simboli di un amore puro, privo di pregiudizi e moralismi.
E’ l’amore che vince e ci mostra ciò che siamo: umani.

Il compleanno, Marc Chagall, 1915

Con Marc Chagall – artista d’origine ebraica chassidica, il cui vero nome risulta Moyshe Segal – l’universo diviene sogno e fantasia, legato com’è ad una moltitudine di stili, tra cui il Cubismo, il Fauvismo, il Simbolismo ed il Surrealismo.
Le opere dell’artista parlano di una realtà-altra fatta di colori e immagini fluttuanti, opere che trovano il loro fulcro d’ispirazione nella vita stessa di Chagall; egli infatti parla di quotidianità, amore e bellezza, esattamente come accade ne “Il compleanno”, opera realizzata nel 1915, anno in cui l’artista compie 28 anni e sta per sposare Bella Rosenfeld, la donna da lui amata e soggetto del quadro.
I due innamorati sembrano librarsi nell’aria, liberi da ogni preoccupazione o problema del tempo: Rose, infatti, può finalmente ritrovare e riabbracciare il suo uomo dopo un lungo periodo di assenza.
L’amore dunque è leggero e colorato, come lo stesso artista afferma: “nelle nostre vite c’è un solo un colore che dona senso all’arte e alla vita stessa. Il colore dell’amore.”

Queste sono solo alcune delle numerose raffigurazioni che hanno come tema il bacio. Tra tante, ricordiamo inoltre le seguenti opere:

L’ultimo bacio di Romeo e Giulietta, Francesco Hayez, 1823;
Romeo e Giulietta, Franck Dicksee, 1844;
Il bacio con la finestra, Edvard Munch, 1892;
Il bacio, Gustav Klimt, 1908;
Il bacio, Pablo Picasso, 1925;
Gli amanti, René Magritte, 1928;
Il bacio, Roy Lichtenstein, 1962.

I capolavori qui presentati delineano un itinerario di nobilitazione dell’amore sensuale, mettendo in evidenza talvolta il contrasto fra la delicata bellezza dell’animo e le brutture di un mondo oppresso da una risoluta ostilità.
Il bacio resta l’atto più vero e nudo nella dimostrazione d’amore, senza il ricorso a inutili artifici retorici; esso diviene parola nel suo valore persuasivo, capace di ammansire e ammaliare. D’altronde, Guy de Maupassant aveva ragione: “il bacio è il modo più sicuro di tacere dicendo tutto”.