Silvia Prati è un’artista ligure capace di dipingere nella sue tele il suo mare, la sua Sanremo e i paesaggi francesi della Costa Azzurra vicino ai quali vive. Pittrice appassionata, è stata in grado di fondere la sua passione per la pittura a olio con elementi molto radicati nel territorio, tra cui si ricorda l’olio di oliva taggiasca, realizzando opere capaci di raccontare storie vissute e sentimenti intrecciati. Nei suoi “Panorami” e “Notturni” il mare è una presenza costante e viva, riflesso di un’identità profonda e viscerale. Silvia Prati dipinge avendo come sua principale compagna la musica, facendo si che ritmo e melodia guidino in qualche modo il pennello, in un approccio quasi sinestetico. Le sue opere sono un invito sensoriale a ricordare, ascoltare e toccare.

L’intervista

Arstorica – Buongiorno Silvia, piacere di conoscerla. Come si è accorta che l’arte sarebbe stata la sua professione? Ci parla della sua formazione in merito?

Silvia Prati – È un piacere per me avervi incontrati. La mia predisposizione verso l’arte parte dall’infanzia ma l’amore per la pittura ad olio è nata grazie ad un altro pittore che mi ha spronato dopo aver visto alcuni miei disegni. Pertanto è una professione che si affianca ad un’altra meno artistica. Come in bottega, ho appreso i rudimenti della tecnica come le velature e la miscela dei colori, ma la passione per la fotografia mi ha aiutato per il “colpo d’occhio” e la prospettiva.

Diritti di copyright di Silvia Prati

Come materiale di pittura per le sue opere utilizza l’olio d’oliva taggiasca. Che cosa l’ha spinta a sperimentare nelle sue tele l’utilizzo di un ingrediente così legato alla sua terra? E come pensa che influenzi il risultato finale delle sue opere?

In Riviera, l’olio di oliva è un elemento che ci lega fin dalla nascita. Le mamme lo usano con i bimbi per massaggiarli o lenire piccoli incidenti e la pianta contraddistingue il colore delle nostre colline che è cangiante per le foglie che diventano argentee sotto la pioggia. Il tronco assume forme intriganti e il suo legno è resistente alle intemperie. Il vento e l’acqua possono solo accarezzarlo. Mi piace la sensazione che questo elemento sia presente quando dipingo il mare perché in natura l’olio e l’acqua non si uniscono ma possono farlo all’interno delle mie opere. L’olio di oliva dona ai colori un contrasto più deciso e permette velature più agili dandomi molta soddisfazione.

L’idea dei “messaggi nascosti” o “ricordi intrecciati” emerge in maniera chiara nei suoi lavori. Potrebbe farci un esempio di un ricordo o messaggio che ha in qualche modo voluto trasporre in una delle sue tele?

Gioire della vita che ci lascia dei segni. Una gravidanza complicata o un rapporto troncato generano emozioni forti e spesso per elaborarli bisogna viverli “2 volte”. Il successo nel superarlo è giusto festeggiarlo e testimoniarlo per far sentire vicinanza, inclusione. L’empatia ci fa “sentire” come piu’ intenso un sentimento altrui. Sempre piu’ spesso chi mi chiede un quadro vuole che lo esprima. Gioire per le cose belle, gioire per gli eventi brutti superati che non si possono “fotografare” ma restano impresso nel nostro cuore.

Nei suoi “Panorami” e nei suoi “Notturni” il mare ligure è un soggetto pittorico ricorrente. Che cosa rappresenta dunque il mare per lei?

Il mare è il mio elemento. Nata sotto il segno dei Pesci nella città di Sanremo affacciata sulle spiagge come posso fuggire? Ho i suoi colori impressi appena guardo una tela bianca. Il mare è ogni giorno diverso ma sempre coinvolgente. Vederlo riempie gli occhi, sentirne il suono rallegra ed il profumo richiama la memoria dei tempi passati.

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Nei “Panorami” troviamo anche paesaggi francesi come Villefranche, Porquerolles… Ci spiega perché questa scelta e che cosa rappresentano i paesaggi francesi per lei? 

Vivo vicino alla Costa Azzurra, che noi Sanremesi sentiamo ancora un po’ come nostra e molti lavorano lì. I paesaggi spesso svelano un colore del mare più verdastro generato dai fondali fatti di pietra chiara ed essi mi incantano. Torno a casa con già l’idea. Racconto un aneddoto che non mi spiego dove ho pitturato il dipinto delle Porquerolles dopo averlo visto in sogno e qualche mese dopo andando con la famiglia ho fotografato lo stesso panorama in un punto in cui non ero mai stata.

Ha tenuto varie mostre in cui ha esposto le sue opere. Qual è quella che ricorda con più piacere?

La prima e l’ultima. La prima personale all’interno dell’Oratorio Santa Caterina di Cervo Ligure. Un contesto medioevale che in contemporanea ospitava, sul sagrato, il concerto di musica da camera di livello internazionale. Insieme ai ragazzi del conservatorio si eseguivano piccoli concerti mentre dipingevo…mi sembrava di vivere in un altro secolo. L’ultima è stata la partecipazione a Liquid Sky III, all’interno del Museo Galata, il più grande Museo del Mare del Mediterraneo con artisti di calibro nazionale ed internazionale. Anche qui troviamo l’elemento mare che lega l’arte e la cultura.

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Ha un approccio quasi “sinestetico” al colore e alla materia. Le è mai capitato di associare sensazioni fisiche o suoni specifici ai colori che utilizza?

Ha ragione per quanto il mio approccio possa essere sinestetico perché legato anche alla musica. Dipingo sola ma accompagnata dalla musica e a volte il ritmo del pennello segue quello del motivo del momento senza accorgermene e mi da la carica. Durante l’ultima edizione del Festival di Sanremo ho esposto nella piazza principale condividendo lo spazio con diversi dj, anche questa è stata un’esperienza diversa dove alcuni cantanti emergenti mi hanno espresso come vedono e sentono i colori mentre cantano.

Ha definito alcune opere come “testimonianze tattili”. Come desidera che il pubblico interagisca con le sue opere: solo visivamente o anche emotivamente e sensorialmente?

Mi piace spiegare le mie opere, le mie tecniche. A volte faccio vedere anche il processo creativo dalla tela bianca all’opera finita perché si percepisca il mio passaggio. Dipingo direttamente con il pennello senza utilizzare il bozzetto, pertanto passo dai colori scuri ai più chiari per creare maggiore contrasto. Si può capire molto da una persona da come guarda un quadro: quale quadro, quali domande pone, quali stili predilige. C’è chi vuole solo vedere un’immagine e chi vuole vedere il sentimento. Io stimolo la seconda di queste persone.

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Esiste un soggetto artistico che vorrebbe dipingere e che non ha mai dipinto?

In questa settimana mi è stato chiesto di dipingere una persona per come vedo i suoi sogni e desideri che mi ha confidato. Questa idea mi stimola molto: vedremo quale sarà il risultato!

Che progetti ha per il futuro in relazione alla sua professione?

Vorrei istituire un premio per bambini/ragazzi per incentivare le loro predisposizioni e far comprendere se c’è la vena bisogna perseguirla perché è importante avere già un riscontro in età scolastica. Mi piacerebbe aprire una galleria d’arte o meglio uno spazio da dedicare agli artisti emergenti. Ho anche altre idee e quando ne ho una in testa non ci metto molto finché non la realizzo.

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