La biblioteca dei fisici scomparsi è un libro scritto da Barbara Bellomo. Si tratta di un romanzo avvincente in cui gli eventi storici fanno da sfondo agli episodi raccontati. La protagonista è Ida, bibliotecaria di Via Panisperna a Roma di cui si ripercorrono tutte le vicende tra passato e presente. Ida è una donna che cerca di difendere la propria libertà in una Roma degli anni ’30 in cui si considerano le donne come madri, mogli e figlie. Tutto ruota attorno alle vicende che riguardano sia la sua vita sia i fisici di Via Panisperna ponendo al centro della trama un amore mai dimenticato.
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L’intervista
Arstorica – Il suo romanzo “La biblioteca dei fisici scomparsi ha come protagonista principale Ida Clementi, la bibliotecaria di Via Panisperna. Ci parla un po’ del suo personaggio?
Barbara Bellomo – Ida è un personaggio di pura fantasia. La bibliotecaria che ci porta per mano dentro l’istituto di via Panisperna facendoci conoscere il mondo della fisica del tempo. Ma Ida è soprattutto una donna determinata e desiderosa di emanciparsi in una società piena di rigide convenzioni sociali come quella degli anni ‘30.
Ida è una donna passionale, a modo suo ribelle che però deve fare i conti con le decisioni severe del padre che, pur di mantenere alto il buon nome della famiglia, compie degli atti orribili verso di lei privandola della sua libertà di scelta. Per molti versi anche al giorno d’oggi la situazione della donna non permette grande libertà in certi contesti. Lei che ne pensa?
Negli anni ‘30 il mondo era rigidamente dominato e controllato dagli uomini. Le donne erano esseri marginali, considerate solo in quanto madri, mogli o figlie. Questo accadeva in tutti i settori, anche nel campo della fisica. Come scrivo nel libro molte studiose e menti brillanti trovavano davanti a sé muri o barriere spesso insormontabili. Oggi direi che in tutta Europa abbiamo fatto molti passi avanti sia in termini di conquiste di diritti, sia per istruzione, sia per l’accesso al mondo del lavoro. Questo non significa però che non si possa fare ancora meglio.
L’amore è uno dei temi portanti del romanzo. Per Ida il matrimonio con Raffaele non è felice. Non ha mai dimenticato il suo unico e grande amore Alberto. Come ha costruito la loro storia considerando che il loro amore è stato ostacolato in ogni modo nel corso degli anni?
L’amore è il tema portante della nostra vita e per questo nel romanzo trova molto spazio. Esiste una vita senza amore? E gli amori contrastati talvolta sono quelli più difficili da dimenticare perché mai finiti. Questo è il caso dell’amore tra la protagonista e Alberto. Nel costruire il loro amore ho dovuto tenere conto che il mio romanzo corre su due tempi storici: gli anni ‘30 – con la storia dei fisici di via Panisperna – e il ‘54, anno in cui Ida decide di ritrovare sé stessa e per questo si mette sulle tracce di Alberto, che non vede da circa quindici anni. La stessa ricerca della propria identità da parte del personaggio di Ida si intreccerà poi con la ricerca di Ettore Majorana, la cui scomparsa ancora oggi costituisce uno dei cold case del ‘900.
Nel romanzo ha ricostruito anche la storia dei “ragazzi di Via Panisperna”, fisici brillanti che lavorarono con il premio Nobel Enrico Fermi. È stato difficile ricostruire le fonti storiche per adattarle al romanzo?
La ricerca è stata tanta e lunga, ma scrivere la parte storica in qualche modo in un romanzo storico è l’impresa più semplice, perché i fatti già esistono. La trama si intravede tra le pagine dei documenti. Occorre solo molta precisione per rimetterla in scena senza modificare la verità di chi è vissuto in quel tempo.
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Molto ben descritta è anche la figura di Ettore Majorana, fisico scomparso misteriosamente dall’Italia nel 1938 all’apice della sua carriera. Da dove ha reperito tutte le informazioni per poter raccontare la sua storia nel suo libro? Ce ne vuole parlare?
Come dicevo la ricerca è stata molto lunga. Per questo alla fine del libro ho inserito una bibliografia che rimanda ai documenti da me consultati. Ma certo il punto di partenza è stato il bel saggio di Leonardo Sciascia, La scomparsa di Majorana. Non a caso Sciascia diventa uno dei personaggi del mio libro.
Sullo sfondo del romanzo vi sono grandi eventi: la Seconda Guerra Mondiale, il secondo dopoguerra e infine il clima politico instabile in cui versa il Sud America negli anni 50. Come ha ricostruito la storia in relazione a questi grandi avvenimenti epocali?
La storia in questo libro rimane sullo sfondo, fa da contenitore. Influisce ovviamente sulle scelte dei personaggi, ma più come mentalità del tempo che non come eventi storici in sé stessi. Mi piace sempre che le storie che racconto siano ben ancorate al loro momento storico.
Se non siamo indiscreti, sta già lavorando a qualche nuova storia avvincente?
La penna di uno scrittore difficilmente si ferma, come anche la sua fantasia. Per questo sto già pensando a una nuova avventura, ancora diversa dalle precedenti e carica di colore e calore. Ma non posso dire altro.
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