Marta Peroni è una bookblogger che ha iniziato ad interessarsi alla lettura ai tempi delle scuole superiori e da quel momento, che dire, la letteratura è diventata la sua più grande passione e i libri degli amici fidati e inseparabili che le fanno compagnia nei giorni della sua vita. Tutti i suoi pensieri Marta li riporta nel suo bellissimo blog
Una valigia ricca di sogni
Al suo interno sono presenti varie sezioni dedicate ai suoi libri più amati, alla musica e ai film amati, all’arte, ai musei, al teatro, ai viaggi, alla fotografia e a tanto altro ancora. Nell’intervista abbiamo avuto modo di conoscerla, insegnandoci come, in un mondo come quello attuale, dilaniato dalle guerre e dall’odio i libri possano essere una luce preziosa da conservare e diffondere con quante più persone possibili.
Copyright di Marta Peroni
L’intervista
Arstorica – Buongiorno Marta, piacere di conoscerti. Parliamo di te. Come è nata la tua passione per la lettura e come sei diventata una bookblogger?
Marta Peroni – Buongiorno a voi, e grazie mille per questa bellissima opportunità! A differenza di molti, la mia vera passione per la lettura non nasce sin dall’infanzia. Sì, qualche libro l’ho sicuramente letto (ricordo soprattutto volumi di fiabe), ma mi sono innamorata in maniera totale dei libri soprattutto durante le superiori. Dopo qualche lettura più leggera ho iniziato ad affrontare grandi classici della narrativa e… da lì si è aperto un mondo magico per me, che non ho più abbandonato. Anzi, l’ho sicuramente approfondito e ora non riesco più a stare senza i miei amatissimi libri!
Come sono diventata bookblogger? Un po’ per passione un po’ per una sorta di esigenza personale. Ho iniziato a scrivere sui blog più di 12 anni fa, inizialmente vedendoli come una sorta di diario – forse troppo personale – e poi soffermandomi sulle letture. Parlare di libri con le persone intorno a me è sempre stato un po’ complicato e poi sono molto timida e ho qualche difficoltà a esprimere a voce i miei pensieri. Quindi, mi sono affidata alla scrittura e ho aperto un blog. Nel primo si sapeva ben poco di me: non c’erano foto ma solo il mio nome. Un po’ per imbarazzo un po’ perché non volevo farlo scoprire ai miei conoscenti. Poi, pian piano, ho deciso di buttarmi: ho aperto Una Valigia ricca di Sogni sulla piattaforma wordpress, fino ad arrivare all’attuale e definitivo blog personale che ha creato, per me, il mio compagno. Su
unavaligiariccadisogni.it condivido riflessioni sui libri letti, ma anche altre passioni culturali.
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In che modo scegli i libri che poi recensisci sul tuo blog?
In verità provo a scrivere di tutti i libri che ho letto. Se ci sono titoli che non ho amato per niente o se proprio non riesco a trovare le parole più opportune, magari rinuncio. Ma, per il resto, l’intento è quello di condividere i miei pensieri su tutti i libri letti. Ovviamente dipende anche da vita, impegni e imprevisti: purtroppo è capitato di non aver trovato il tempo o il modo di scrivere. Nel caso delle collaborazioni con autori e case editrici, naturalmente scrivo sempre l’articolo.
Qual è il tuo libro preferito e perché?
Questa è una domanda che mi mette sempre in difficoltà. Non ho un solo libro preferito, ma diversi. Il primo che mi viene subito in mente è Il buio oltre la siepe, di Harper Lee, perché oltre a far riflettere su temi importanti come il razzismo, ha uno dei protagonisti che più amo in assoluto: Atticus Finch! Un padre che insegna moltissimo ai suoi due bambini, soprattutto a riflettere sul coraggio e sull’importanza di mettersi nei panni degli altri prima di giudicare o disprezzare il cosiddetto ‘diverso’.
(Però amo anche moltissimi classici, tra tutti I Miserabili di Victor Hugo e Frankenstein di Mary Shelley; Il signore degli anelli di J.R.R. Tolkien, Via col vento di Margaret Mitchell, La Storia di Elsa Morante, Le nebbie di Avalon di Marion Zimmer Bradley e… molti altri!).
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Hai mai avuto esperienze di collaborazione con autori o con delle case editrici? Se sì, ci racconti qualche esperienza?
Sì, per fortuna ho avuto e continuo ad avere questa preziosa possibilità di collaborare sia con case editrici sia con autori che mi hanno affidato i loro testi. La maggior parte delle volte sono io a richiedere qualche titolo che vorrei assolutamente leggere, ma è capitato, seppur più raramente, di ricevere richieste anche dalle stesse case editrici. Per me, che sui social non ho grandi numeri, è un’occasione davvero importante. Purtroppo spesso succede di ricevere un no o, ancor peggio, neanche una risposta. Ma pazienza. Non so raccontare una qualche esperienza in particolare ma se devo essere sincera quando sono gli autori o le case editrici a contattarmi, mi sento ancora più grata. Perché allora, forse, significa che quello che faccio ha davvero un valore, a prescindere dai numeri social.
Per quanto mi riguarda cerco di seguire sempre l’onestà: chiedo o accetto solo libri che so che possono davvero essere in linea con i miei gusti (mi è capitato anche di rifiutarne diversi). Non mi piace accumulare interi cataloghi di case editrici, però non posso neanche mentire: ricevere libri è per me un modo per credere un po’ di più nel valore di quel che condivido. Forse è sbagliato come pensiero, ma sapere che c’è una persona che vuole affidarmi il suo libro perché apprezza quel che faccio, mi riempie di gioia!
Qual è l’aspetto che ami di più quando condividi le tue opinioni e le tue esperienze di lettura con la community online?
Per me scrivere, come dicevo, è anche un’esigenza personale. Questa mia passione mi ha aiutata in molti momenti non proprio sereni. Credo che l’aspetto più bello sia ricevere messaggi di altri lettori dove mi dicono di aver comprato quel libro dopo aver letto la mia opinione, perché in fondo, è questo anche il mio scopo: diffondere questo bellissimo virus con quante più persone possibili. Se poi un libro che ho profondamente amato e che mi ha dato una qualche emozione riuscirà a donare qualcosa anche a una sola persona per me è importantissimo! E poi mi fa emozionare anche quando vedendo un libro lo associano subito a me e mi fanno sapere che mi hanno pensata. Sono piccoli pensieri che a me scaldano il cuore e mi spingono ad andare avanti anche quando, a volte, perdo il senso e vorrei mollare tutto.
Tra le recensioni che hai scritto, qual è stata quella più difficile da realizzare e perché?
A essere onesta, io ho sempre un po’ di difficoltà nel buttare giù i miei pensieri. Forse perché ci tengo sempre moltissimo a non limitarmi a un semplice apprezzamento, ma cercare di analizzare temi, personaggi, o comunque le emozioni emerse dalla lettura (quindi, c’è una forte componente soggettiva). Tra le ultime letture, sicuramente ho avuto difficoltà con Ogni mattina a Jenin, di Susan Abulhawa. Il perché forse è anche facile da comprendere: è una storia straziante, ma anche meravigliosa, e purtroppo molto attuale. È un tema difficile da affrontare ora, ma che allo stesso tempo lo ritengo importantissimo da condividere. La lettura di queste storie e saggi sulla Palestina mi ha permesso di aprire gli occhi su un pezzo di Storia che per troppo tempo ho ignorato. Mi ha fatto male, mi ha provocato rabbia, tristezza, incredulità… insomma non è stato facile per me scriverne, ma ho dovuto farlo. Ed è un libro che consiglio tantissimo di leggere. Sì, ancor di più ora.
Hai mai ricevuto qualche risposta inusuale o sorprendente da parte dei lettori delle tue recensioni? Se si ce ne parli?
Non credo di aver avuto risposte strane o sorprendenti. Però ricordo un commento che ho ricevuto nel mio account Instagram qualche anno fa. Una ragazza mi accusò di averle rovinato la lettura con uno spoiler. L’ho trovato un attacco decisamente assurdo! Anche perché avevo solo scritto che stavo leggendo un racconto incompiuto di un’autrice classica molto conosciuta – e il termine ‘incompiuto’ lo scrivono ovunque, quindi non riuscivo proprio a comprenderne il senso -. E poi ha smesso di seguirmi. Lì per lì ci ero rimasta male, perché spero sempre di non rivelare punti importanti della storia – o comunque di segnalare eventuali spoiler -, ma… poi, pazienza! A volte va così, la gentilezza si perde un po’ per strada…
C’è un libro che hai letto nel corso della tua vita, ma che non ti ha entusiasmato?
Ce ne sono sicuramente diversi. A volte è capitato anche con grandi classici tanto amati (come Lolita o Anna Karenina. Pur riconoscendone il valore letterario e la bellezza della scrittura, ho fatto molto fatica a leggerli). Tra gli ultimi libri letti potrei citare “Le parole tra noi leggere” di Lalla Romano, che avrei voluto tanto amare e invece è stata una vera e proprio sfida portarlo a termine. Io l’ho trovato davvero noioso. Tuttavia penso che anche questo sia il bello della lettura: avere pareri diversi e, anche se a volte non concordiamo, rispettarli.
Ci sono libri o scrittori di cui hai cambiato completamente opinione nel corso del tempo? Se sì, ti va di raccontarcelo?
Ci sono scrittori che pensavo che non avrei mai letto, per paura o per il pericolo che potessero non piacermi. Uno è Stephen King. Da piccina sono rimasta traumatizzata dal film IT e crescendo mi sono detta che non avrei mai letto un suo libro, credendolo solo un autore di horror e basta. Poi, un giorno, accettando il consiglio di un amico, ho provato a leggere un suo titolo (Misery), e mi sono innamorata della sua scrittura. Ah, che poi ho scelto Misery perché era corto, ma quanta ansia mi ha scatenato! E, alla fine, IT l’ho letto e… amato tantissimo!
L’altro autore che vorrei citare è Isaac Asimov. Non sono una vera e propria amante della fantascienza – anche se il mio compagno ha moltissimi libri in casa essendo lui appassionato di questo genere letterario – e temevo che la scrittura di Asimov sarebbe stata troppo complessa e pesante per i miei gusti. Quanto sbagliavo! Almeno sulla base dei libri che ho letto (Io, Robot, e Robot NDR 113), l’ho trovato assolutamente coinvolgente e mi sono piaciuti molto (e pensare che di solito neanche amo le storie con i robot!).
Copyright di Marta Peroni
Che consigli vorresti dare a coloro che vorrebbero diventare una bookblogger come te?
Io non mi sentirò mai una bookblogger arrivata, o chissà chi. Però mi vengono subito in mente tre parole: Passione, Onestà, un pizzico di Coraggio. Parole che mi rispecchiano.
La passione è sicuramente quella che mi muove tantissimo, altrimenti avrei già chiuso tutto da tempo. Leggere per me ormai è come respirare. Non solo mi aiuta a evadere da una realtà non sempre così felice, ma mi permette di comprendere, conoscere, approfondire argomenti e temi anche attuali. Ma, secondo me, devi essere mosso davvero da questa passione per la lettura e la voglia di esprimere con sincerità i tuoi pensieri.
E poi, appunto, segue l’onestà. Secondo me è sbagliato pensare di aprire un blog (o un social) soltanto perché così potresti avere libri gratis o diventare la nuova super influencer che tutti ammirano. O ancora, non essere minimamene onesto con i tuoi lettori.
Scrivere solo le trame dei libri, rubare recensioni altrui (purtroppo accade), o condividere solo pareri positivi perché quel libro ti è stato regalato, secondo me – ripeto – è sbagliato. Così non hai rispetto per gli altri, ma soprattutto per te stesso.
E poi avere quel pizzico di coraggio in un mondo in cui forse la maleducazione e la cattiveria stanno prendendo sempre più il sopravvento. Anche se forse con la diffusione del bookstagram e del booktok può sembrare tutto ormai saturo, secondo me è importante continuare ad aprire blog. Il tuo sito è qualcosa che resta, che è sempre fisso lì. I contenuti possono essere trovati con facilità, non scorrono veloci o svaniscono in un mare di altri post. E poi può essere un bellissimo modo per tornare a rileggerti dopo anni, per vedere anche come sei cambiata nel corso del tempo come lettrice.
Quindi, se c’è questa vera volontà di condividere i propri pensieri su una passione culturale così bella, se si ha voglia di farlo con assoluta onestà, vi invito ad avere quel pizzico di coraggio e buttarvi. Forse a volte sarà dura, ma si può trovare anche tanta bellezza. Perché, in fondo, in un mondo sempre più distrutto dall’odio, i libri sono una luce preziosa da conservare e diffondere con quante più persone possibili.
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