Josephine Garis Cochrane
Inventrice di uno degli elettrodomestici moderni più utilizzati, la lavastoviglie, l’americana Josephine Garis Cochrane ha anche fondato un’omonima impresa per la produzione del suo modello di lavastoviglie meccanica.
Nata l’8 marzo 1839 in Ohio, Josephine Garis era figlia dell’ingegnere John Garis e di Irene Fitch. Dopo aver passato la maggior parte della sua vita in Indiana, fu in Illinois che incontrò William Cochran (cognome che in seguito avrebbe aggiunto una “e” in Cochrane), che dopo aver inutilmente tentato di diventare ricco con la corsa all’oro, aveva avviato una ricca impresa commerciale ed era entrato in politica sotto l’ala dei democratici. William Cochrane e Josephine Garis si sposarono il 13 ottobre 1958 ed ebbero due figlie, Hallie e Katharine.
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Un piatto scheggiato e il sogno di una rivoluzione
Gli affari di Cochrane andavano bene, e nel giro di un decennio la famiglia si trasferì in una spaziosa tenuta di Chicago. Fu durante una cena presso la loro dimora che a Josephine Garis venne l’idea: mentre li stava lavando, uno dei piatti si scheggiò, e da quel momento la donna iniziò a rimuginare su come poter trovare una migliore alternativa al lavaggio a mano e, soprattutto, liberare le casalinghe dal peso di questa incombenza domestica.
In realtà, un prototipo di lavastoviglie già esisteva. Nel 1850, Joel Houghton aveva inventato una specie di bacinella lavapiatti a manovella, e nel 1860 L.A. Alexander aveva ripreso e ingrandito il meccanismo; non era però particolarmente efficace, anche perché il contenitore principale era di legno e facilmente corruttibile.
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A spingere Josephine Cochrane a una nuova invenzione non fu solamente la sua curiosità o l’ambizione di migliorare un prodotto: aveva anche la necessità di trovare una fonte autonoma di reddito. Il marito William era morto nel 1883, lasciando la famiglia con pochi soldi e molti debiti da ripagare. Spinta dal desiderio di riemergere finanziariamente, Josephine si dedicò a tempo pieno alla sua invenzione. Non fu un percorso facile, sia perché era una donna che si scontrava con i limiti e i pregiudizi della società, sia perché mancava di competenze tecniche, aiuto e denaro. Il 31 dicembre 1885 depositò il suo primo brevetto e iniziò a creare il prototipo della sua invenzione, ricavandosi un piccolo laboratorio nel capanno degli attrezzi nel retro della sua casa nell’Illinois. Ad aiutarla con la parte meccanica fu il meccanico George Butters; il loro prototipo fu il primo a utilizzare l’acqua a pressione per la pulizia delle stoviglie.
Nelle case americane
Giungere infine alla progettazione di un prototipo (che fu brevettato il 28 dicembre 1886) non costituì però il punto di arrivo per l’inventrice: il prodotto era troppo caro per la maggior parte delle casalinghe e per di più la maggior parte delle abitazioni non era attrezzata per rifornire l’apparecchio di acqua calda come il modello richiedeva. Per molti anni, perciò, Josephine Cochrane ebbe difficoltà a vendere il prodotto, finché non arrivò il 1893, l’anno dell’Esposizione universale che le consentì di esporre la propria invenzione al grande pubblico.
Ricevette un grande quantitativo di ordini, soprattutto da ristoranti e hotel, che le permise di avviare una sua fabbrica insieme a George Butters, a cui affidò il ruolo di responsabile. Per anni, i suoi migliori clienti rimasero appunto ristoranti, hotel, ospedali: la lavastoviglie era ancora un prodotto troppo costoso per la maggior parte delle famiglie, e fu solo dopo la Seconda guerra mondiale che divennero un elettrodomestico di uso comune. Purtroppo, Josephine Cochrane non arrivò a vedere la propria invenzione raggiungere le case degli americani: morì nel 1913 a Chicago per un infarto. La sua impresa, però, in qualche modo sopravvive ancora: assorbita da KitchenAid nel 1926, oggi è confluita nel famoso marchio Whirlpool.
A cura di Chiara Saibene.



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