Maya Angelou
Scrittrice, poetessa e attivista, Maya Angelou è stata una donna poliedrica, che dopo aver svolto molteplici lavori per sopravvivere, ha raggiunto la fama internazionale grazie alle sue autobiografie.
Seconda figlia di Bailey e Vivian Johnson, Marguerite Annie Johnson nacque il 4 aprile 1928 nel Missouri; fu suo fratello maggiore Bailey Jr. a coniare il nomignolo “Maya” con cui poi lei si sarebbe identificata. Il tormentato e difficile matrimonio tra i coniugi Johnson terminò nel 1931, e i due bambini furono mandati (in un viaggio in treno da soli) a vivere presso la nonna materna, Annie, in Arkansas.
Dopo quattro anni in Arkansas, fratello e sorella furono rimandati a St. Louis dalla mamma. Lì, la piccola Maya, di appena otto anni, subì violenza sessuale da parte di Freeman, il compagno della madre. La bambina lo confessò al fratello, che a sua volta lo riportò al resto della famiglia: pochi giorni dopo, Freeman venne ucciso, probabilmente una vendetta perpetrata dai famigliari di Maya. La bambina rimase traumatizzata dall’evento: sia dall’abuso in sé, sia dal senso di colpa per aver provocato la morte di un uomo con la sua confessione. Per cinque anni, Maya non pronunciò più una parola, e fu durante questo periodo di mutismo che sviluppò il suo amore per la lettura e la scrittura, insieme a una straordinaria memoria visiva.
La faccenda di Freeman spinse la madre a rimandare i bambini in Arkansas dalla nonna; Maya frequentò lì la scuola, e fu grazie a un’insegnante (Bertha Flowers) che pian piano ricominciò a parlare e conobbe alcuni grandi nomi della letteratura (da Dickens a Shakespeare) che avrebbero grandemente influenzato la sua carriera di scrittrice.
Una carriera poliedrica
Raggiunta l’adolescenza, Maya e Bailey Jr. tornarono a vivere dalla madre, questa volta in California; allo scoppio della Seconda guerra mondiale, mentre ancora frequentava il liceo, Maya ottenne il suo primo lavoro come tranviera a San Francisco, annoverandosi anche come prima donna di colore a ricoprire quel ruolo. Decenni dopo (2014), Conference of Minority Transportation Officials le conferì un riconoscimento per quel lavoro.
A diciassette anni, appena terminata la scuola, Maya diede alla luce un figlio, Clyde, da padre sconosciuto. Nel 1951, ignorando la forte pressione sociale che vietava le relazioni interrazziali, Maya sposò l’elettricista greco Tosh Angelos. In quegli anni, Maya si dedicò alla danza e fece squadra con il coreografo e ballerino Alvin Ailey. Terminato il matrimonio con Tosh nel 1954, Maya si guadagnò da vivere esibendosi nei night club di San Francisco con lo pseudonimo dapprima di “Rita” e poi di “Maya Angelou”, una rielaborazione del suo cognome da sposata “Angelos”.
Maya Angelou riscosse un buon successo come cantante, e nel 1954-1955 si esibì in tour attraverso l’Europa, imparando nel frattempo le lingue dei paesi che visitava. Sull’onda del successo pubblicò un suo album, Miss Calypso, che a sua volta ispirò il film musical Calypso Heat Wave, in cui lei stessa comparve come co-protagonista.
La carriera musicale non impedì a Maya di continuare a dedicarsi alla letteratura, sia come scrittrice che come lettrice. L’incontro con lo scrittore John Oliver Killens nel 1959 la convinse a trasferirsi a New York, dove si confrontò con altri scrittori e scrittrici afroamericani e iniziò a interessarsi di attivismo, dal sostegno ai diritti civili sulla scia di Martin Luther King Jr. alle campagne contro l’apartheid.
Gli anni africani: prima e dopo
Nel 1961, Maya incontrò l’attivista sudafricano Vusumzi Make, con cui strinse una relazione: insieme al figlio Clyde, lo seguì al Cairo, dove sostenne le sue campagne per la libertà mentre lavorava, nel contempo, per il settimanale inglese The Arab Observer. Quando terminò la relazione con Make, Maya rimase comunque in Africa per assistere il figlio che aveva avuto un grave incidente: alla fine, la sua permanenza in Ghana durò fino al 1965, anni durante i quali Maya lavorò per l’Università del Ghana, scrisse per il Ghanaian Times e Radio Ghana e si esibì per il Ghana’s National Theatre.
Maya tornò negli Stati Uniti seguendo Malcolm X, che aveva conosciuto ad Accra, e lo aiutò a fondare l’Organizzazione dell’unità afroamericana, poco prima che Malcolm X venisse assassinato. L’omicidio dell’amico la scosse e la donna decise di tornare a Los Angeles, dove si concentrò sulla sua carriera di scrittrice, lavorando nel frattempo come ricercatrice di mercato e continuando a recitare sui palchi di teatro. Ma nel 1968 arrivò un altro lutto: l’amico e compagno di lotta Martin Luther King venne a sua volta assassinato.
Fu l’amico scrittore James Baldwin a spingerla a scrivere per combattere la depressione: da questa esperienza nacque il documentario in dieci puntate Blacks, Blues, Black! sul rapporto tra la musica blues e l’eredità afroamericana. L’anno successivo, pubblicò anche la sua prima autobiografia, I Know Why the Caged Bird Sings, che riscosse un grande successo internazionale.
Scrivere, scrivere, scrivere
Negli anni successivi alla prima autobiografia, Maya Angelou si dedicò a una molteplicità di produzioni: dalla scrittura alla sceneggiatura, dal teatro alla composizione di colonne sonore. Nel 1972, fu la prima donna di colore a scrivere una sceneggiatura che venne poi adattata in un film (la produzione svedese Georgia, Georgia) di cui scrisse anche la colonna sonora; scrisse testi di canzoni per la cantante Roberta Flack; scrisse articoli, racconti, documentari, sceneggiature e poesie; diresse spettacoli teatrali e recitò in una serie TV.
Nel 1973 si sposò con il gallese Paul du Feu. Furono anni di grandi riconoscimenti, durante i quali Maya Angelou ricevette più di trenta lauree ad honorem da svariate università in tutto il mondo; divenne mentore di Oprah Winfrey e accettò la cattedra di Studi americani nell’università di Wake Forest in North Carolina. Insegnò anche in altre università, come quella della California e del Kansas, non tralasciando altre imprese come dirigere il film Down in the Delta, collaborare nella scrittura delle canzoni di Ashford & Simpson, progettare e disegnare una serie di cartoline per Hallmark.
Dopo aver pubblicato la sua settima autobiografia e aver donato la maggior parte dei suoi appunti personali al Schomburg Center for Research in Black Culture, Maya Angelou morì il 28 maggio 2014, all’età di 86 anni, lasciando dietro di sé un’eredità culturale e artistica immensa.
A cura di Chiara Saibene.
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