A Carnevale ogni scherzo vale…
… ma che sia uno scherzo che sa di sale!
La festa degli eccessi, delle maschere e dei giochi: ogni anno Carnevale rappresenta un momento di straordinaria follia prima di tornare alla normalità e al rigore del periodo prepasquale, la Quaresima. Il Carnevale, infatti, è storicamente associato alla tradizione cristiana e legato alla Pasqua (la sua data è variabile e dipende per l’appunto dal giorno in cui cade Pasqua), ma affonda le sue radici nella cultura romana: Semel in anno licet insanire, “una volta all’anno è permesso esagerare”, e una volta all’anno nell’antica Roma si festeggiavano i Saturnali, che marcavano la fine dell’inverno e l’inizio dell’anno agricolo e perciò erano all’insegna di scherzi e allegria, per attirare abbondanza e fortuna.
Un po’ di storia sul Carnevale
Durante i Saturnali era consentito travestirsi e sovvertire l’ordine sociale: grazie alla maschera, in quel giorno, il servo poteva travestirsi da padrone e il padrone poteva subire scherzi dai servi. E se andiamo ancora più indietro nella storia, tradizioni in cui il mascheramento consentiva un rimescolamento dell’ordine sociale possono essere rintracciate anche nell’antica Grecia (riti dionisiaci), in Egitto (festeggiamenti in onore della dea Iside) e Babilonia (cerimonie di adorazione del sole e della luna). Considerato il momento dell’anno in cui cade, più o meno a cavallo tra inverno e primavera, il Carnevale viene generalmente ricondotto alla più ampia tradizione di celebrare la transizione dal buio invernale alla luce primaverile, dal letargo all’attività, dal sonno alla veglia.
Con la diffusione del cristianesimo, la tradizione è stata assorbita dai Romani assumendo la denominazione di “carnevale”, dal latino carnem levare, ossia “levare la carne”, in quanto il Martedì Grasso (anche in questo caso, nome rivelatore!) era il giorno in cui si consumava un ricco banchetto prima del digiuno della Quaresima.
Regione che vai… tradizione che trovi
In Italia la tradizione del Carnevale si sviluppa con identità molteplici: sin dal Medioevo diverse aree della penisola hanno coltivato le proprie usanze e i propri personaggi, che a loro volta sono stati influenzati dal teatro dei burattini e dalla Commedia dell’arte italiana. A vincere per fama e diffusione sono senza dubbio la maschera napoletana di Pulcinella e quella lombarda di Arlecchino, entrambe diventate veri e propri simboli a livello internazionale del Carnevale italiano.
Eppure ogni regione vanta un proprio personaggio, come Frappiglia in Abruzzo, Giangurgolo in Calabria, Fagiolino in Emilia-Romagna, Rugantino nel Lazio e Capitan Spaventa in Liguria. Il Piemonte festeggia con la figura di Gianduja, la Puglia con quella di Farinella, per non parlare delle molteplici maschere di ispirazione arcaica e contadina in Sardegna e Basilicata e i singoli personaggi riconducibili a specifiche città. A contendersi la fama con Arlecchino e Pulcinella ci sono anche Pantalone e Colombina, tipici del Carnevale veneto, seguiti dal siciliano Beppe Nappa. In Trentino Alto-Adige, l’influenza austriaca ha dato vita ai Schnappviechern, altissime figure con maschere di animali.
Non solo maschere e personaggi, però: alcune città italiane seguono una tradizione tutta loro. Il Carnevale di Venezia è famoso in tutto il mondo: un’istituzione antichissima che permetteva alla popolazione di Venezia, sin dal Medioevo, di sfogare malumori e divertirsi sfacciatamente una volta all’anno. Oggi, il Carnevale di Venezia è un evento internazionale che richiama migliaia di turisti ogni anno e ha ridato vita ad alcune delle tradizioni originarie poi perdute negli anni, come la Festa delle Marie (in onore, pare, del salvataggio di dodici fanciulle rapite dai pirati nel 943) e il Volo dell’Angelo (un acrobata che si “lancia” dal campanile di San Marco).
Milano festeggia invece il Carnevale Ambrosiano, un “carnevalone” che dura quattro giorni in più rispetto agli altri e termina il sabato precedente all’inizio della Quaresima. Anch’esso con una lunghissima storia alle spalle, dall’epoca degli imperatori romani agli scherzi folli del Medioevo, dall’eleganza del Rinascimento allo sfarzo del Barocco, fino alla “lotta” contro i Borromeo che volevano abolirlo, il Carnevalone sfoggia non solo maschere come Lapoff e il Meneghino, ma anche personaggi storici come Leonardo da Vinci e Ludovico il Moro.
A vantare una delle sfilate allegoriche più famose in Italia e all’estero è invece la città di Viareggio: una manifestazione nata nel 1873, che con gli anni è andata ingrandendosi e perfezionandosi. Gli enormi carri con personaggi in cartapesta sono iconici, tanto che Viareggio ha inaugurato nel 2001 una cittadella con un centro culturale polivalente dedicato alle maschere del proprio carnevale.
Curiosità dal mondo
Le tradizioni carnevalesche sono innumerevoli e, soprattutto, nate da contesti storico-sociali differenti. Se in Italia la nascita del Carnevale è ricondotta primariamente a tradizioni legate allo “sfogo” della popolazione e all’allentamento della rigidità sociale, in altre parti del mondo le origini sono state alimentate da circostanze diverse.
- Il Carnevale di Notting Hill, nell’omonimo quartiere di Londra, è ormai un evento internazionale con migliaia di visitatori ogni anno, eppure è una tradizione estremamente giovane. Tutto è cominciato negli anni Cinquanta, quanto il quartiere di Notting Hill era lo scenario di pesanti tensioni sociali e razziali. Il 17 maggio 1959 Kelso Cochrane, un carpentiere originario di Antigua, morì a seguito di un’aggressione di stampo razziale: le tensioni all’interno del quartiere salirono alle stelle e portarono l’attivista Rhaune Laslett a organizzare una sfilata in maschera per i bambini per tentare di alleggerire l’atmosfera. Non sapeva che da quella sfilata sarebbe nato un vero e proprio festival ed evento tipicamente londinese, secondo per dimensioni solo al Carnevale di Rio.
- Chi non conosce i balli e le maschere di Rio de Janeiro? Il Carnevale brasiliano è fortemente influenzato dalla cultura africana (figlia degli schiavi deportati in Brasile dai portoghesi) da cui ha importato l’uso di ossa, piume, pietre come portafortuna e talismani contro gli spiriti maligni. Di stampo africano è anche la samba, il ballo per eccellenza della sfilata di Rio, per cui è stato realizzato un vero e proprio “sambodromo”, strutture per il pubblico nate su entrambi i lati della strada dove sfilano i ballerini.
- Forse meno famoso, ma altrettanto spettacolare, è il Carnevale di Tenerife, che mira a rivaleggiare con quello di Rio de Janeiro a suon di colori, sfilate e danze. Per ben quindici giorni, la città delle Canarie diventa un’esplosione di festeggiamenti, che si concludono con l’elezione della Regina del Carnevale.
- Di ispirazione francese è invece il Carnevale di New Orleans, Louisiana, noto anche come Mardi Gras, con molteplici sfilate nel corso di due settimane, da Martedì Grasso al Mercoledì delle Ceneri: cortei, balli in maschera e ricevimenti si sono poi allargati a includere anche le comunità circostanti.
- In Germania, la città di Cologna festeggia il carnevale con una vera e propria stagione che ospita molteplici eventi: dal Carnevale delle donne alla Parata delle rose fino al lancio di cioccolatini e caramelle sulla folla.
- In Belgio invece si lanciano le arance: simbolo di abbondanza e fortuna, sono uno degli eventi del Carnevale di Binche, dove non mancano sfilate, stravaganze varie e costumi esotici.
- E se si vuole partecipare a una battaglia sui generis, la città giusta è Nizza, dove ha luogo la Bataille de Fleurs, la Battaglia dei fiori, insieme a danze e musiche… e ricordate, chi riesce ad afferrare un bouquet avrà un anno fortunato!
A cura di Chiara Saibene
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