In questi anni così difficili quindi le idee femministe continuarono ad essere presenti in ambito sociale attraverso i romanzi elaborati da tre note scrittrici:
- l’inglese Virginia Woolf
- la francese Simone De Beauvoir
- l’americana Betty Friedan
Virginia Woolf aderì pienamente agli ideali femministi in uno dei suoi celebri romanzi: “Le tre ghinee“. Le tre ghinee è un saggio in cui la scrittrice inglese immaginava che un’associazione maschile pacifista le avesse chiesto di realizzare tutta una serie di iniziative volte a scongiurare lo scoppio di un terribile conflitto.
La Woolf, con grande estro creativo, immaginava di possedere tre ghinee mediante il quale finanziarie delle iniziative di beneficenza al fine di prevenire lo scoppio di una grande guerra.
Una ghinea sarebbe stata donata a un college femminile povero che avrebbe dovuto insegnare materie come la medicina, la pittura, la letteratura, la musica. Tutte queste materie avrebbero permesso lo svilupparsi della pace tra le persone, non generando quindi una violenta guerra. La seconda ghinea sarebbe stata destinata dalla scrittrice a un’associazione femminile che avrebbe permesso l’accesso delle donne alle libere professioni, purché queste venissero gestite da donne e non da uomini.
Infine la terza ghinea sarebbe stata destinata all’associazione pacifista maschile.
Simone De Beauvoir invece appoggiò fortemente i principi femministi in un suo celebre romanzo che fece scalpore sul finire degli Quaranta del XX secolo: “Il secondo sesso“. In questo scritto la De Beauvoir sosteneva che donne si diviene, non si nasce. In questo testo viene analizzata la condizione femminile su più piani d’analisi: economico, evolutivo, biologico, mitologico, storico, psicanalitico.
In questo importante saggio inizialmente la donna viene osservata dal punto di vista maschile in una posizione di subordinazione, poi in ogni fase della sua vita, dall’infanzia fino all’età adulta. L’autrice inoltre analizza la donna nelle sue varie sfaccettature: madre, sposa, innamorata, prostituta, ecc…
Uno dei giudizi più importanti del saggio è quello secondo cui in un mondo più libero, dove alle donne venga permesso di intraprendere una carriera lavorativa, vi potrebbe essere una maggiore uguaglianza tra i sessi. Inoltre esse dovrebbero acquisire un salario adeguato e importanti diritti legali, giuridici, politici e civili.
Infine l’americana Betty Friedan, dopo aver realizzato tutta una serie di sondaggi sottoposti a casalinghe, laureate, donne di mezza età, scrisse negli anni Sessanta il libro: “The Feminine Mystique“. L’autrice, nel suo libro-inchiesta affermò che fosse errato inquadrare le donne come coloro che si occupavano dei figli e delle faccende domestiche.
Le donne, infatti, si sentono prigioniere dello stereotipo maschilista che le inquadra nel semplice ruolo di madre/casalinga. Esse si sentono subordinate agli uomini, incomplete e vuote. La Friedan infine sostenne che esse dovrebbero cercare di distinguersi in campo professionale, riuscendo a svolgere così anche il ruolo di madre e moglie.
Anche nel mondo letterario quindi gli ideali femministi riuscirono ad avere un grande spazio grazie a donne di grande spessore come Virginia Woolf, Simone De Beauvoir e Betty Friedan.
Scrivi un commento